FEFF 2019: Sezione Competition – “Crossing the Border” di Huo Meng

Il primo film cinese selezionato da Oubliette Magazine nel corso di questa 21esima edizione del Far East Film Festival di Udine è la prima opera di rilievo internazionale realizzata da Huo Meng, classe 1984.

Crossing the Border di Huo Meng

Crossing the Border” non è il road-movie più originale che si possa immaginare (ammesso che se ne possa davvero scrivere ormai uno di tal sorta), ma la diligenza e l’accortezza usate nello strutturarlo e confezionarlo, a livello macroscopico come nei singoli preziosi dettagli, lo rendono un prodotto molto gradevole e persino benefico.

Protagonisti assoluti dell’avventura sono un nonno (Fuchang) e il suo nipotino (Yuning), l’uno ormai da tempo rimasto solo nella sua umile dimora di campagna, l’altro scaricatovi dal padre troppo impegnato per badarci nei mesi estivi. Yuning fin da subito lamenta il fatto di non aver mai potuto lasciare la città per viaggiare durante le vacanze, a differenza dei suoi amici. Fuchang non ci pensa due volte e, ospitando il piccolo a bordo di un lentissimo motocarro a tre ruote, parte alla volta di un lontano paese dove un amico di vecchia data è ricoverato in condizioni precarie.

Com’è facile prevedere, se tra le due generazioni inizialmente non pare possa instaurarsi un rapporto sincero, basato sul rispetto e la fiducia reciproci (ma neppure quella di mezzo si appresta, in una direzione e nell’altra, a particolari dimostrazioni di affetto), presto le paure e le riserve svaniscono, disciolte primariamente dal candore, dalla pazienza e dall’operosità dell’anziano contadino.

Al termine delle peregrinazioni il bimbo non sarà più tanto disposto ad abbandonare la “noiosa” realtà rurale e ciò si deve al fascino esercitato su di lui dalla buona condotta del nonno, sempre disposto ad ascoltarne le proteste, le curiosità, le fantasie e soddisfarne con stuzzicante inventiva i desideri più diversi, ma anche a prestare soccorso gratuito a chiunque lungo la strada ne dimostri il bisogno.

Non v’è dubbio che Huo Meng sia riuscito a educare con risultati eccellenti due attori non professionisti inserendoli in un contesto narrativo vividissimo nella sua essenzialità, caratteristica certamente adatta a un film per famiglie e più in generale a una storia fruibile a ogni età che faccia leva su una lettura poetica della vita, soffermandosi sulle vicissitudini sfortunate e le risorse positive che da esse possono emergere.

Crossing the Border di Huo Meng

Ma oltre alla missione pedagogica, portata con lode a compimento, “Crossing the Border” si fa carico di illuminare uno spaccato della storia nazionale dal profilo sinistro (o meglio, di sinistra) attraverso la trasmissione del corredo di memorie di cui viene dotata la figura di Fuchang, senza quindi ricorrere mai a toni retorici che striderebbero con l’autenticità dell’impianto.

Yuning si accosta con stupore alle testimonianze del vecchio, esposte ora in forma orale, ora attingendo a un sorprendente patrimonio di competenze manuali dal sapore antico: anche questi insegnamenti concorrono a instillare nel nipote la saggezza che gli permetta un giorno di non temere l’ignoto, vale a dire qualsiasi esperienza si collochi oltre la frontiera di una limitante quotidianità, sia essa invisibile come un fantasma che viene dai campi o perfettamente tangibile come un grezzo (ma forse savio) vicino di casa, il “nonno stupido” che borbotta soltanto, scegliendo di poter fare tranquillamente a meno della parola.

 

Voto al film

 

 

Written by Raffaele Lazzaroni

 

 

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Rubrica Far East Film Festival

 

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