Selfie & Told: Ciulla racconta il singolo “Stupidi Argomenti”
“Chissà che cosa pensi/ Quando mi vedi da lontano arrivare/ Col mio solito passo/ Guarda caso come sempre/ Quando stai per andare// Veloci e stupidi argomenti/ Non nascondo antichi sentimenti// […]” ‒ “Stupidi argomenti”
Sono Ciulla, nato a Lucca da madre disegnatrice e da padre regista. Scrivo musica dalla terza media, ovvero, da quando non vedo alternativa al futuro.
Ho fatto qualche colonna sonora per alcuni spettacoli teatrali e con i Violacida ho pubblicato due dischi: “Storie mancate” (2013) e “La migliore età” (Maciste Dischi, 2017).
Un paio di anni fa ho deciso di fare un disco da solista con la produzione artistica di Fabio Grande de I Quartieri. Il risultato è un album di nove canzoni che vedrà la luce ad autunno.
“Stupidi Argomenti” è il mio primo singolo appena uscito per Costello’s e Peer Music ed ora beccatevi la mia auto-intervista per la rubrica musicale Selfie & Told.
C.: Ciulla, che effetto le fa farsi un’intervista?
Ciulla: La cosa mi trova in parte a mio agio perché sono abituato a pormi continuamente domande. Il problema, come sempre, è trovare le risposte. Sarebbe quindi stato più consono fare un’auto intervista di sole domande perché avrebbe di sicuro rispettato di più la mia natura di eterno indeciso. Ma, visto che le regole non le detto io, starò al gioco.
C.: Come mai ha deciso per questa occasione di darsi del Lei?
Ciulla: Perché credo che ci debba sempre essere una sorta di distanza professionale tra chi intervista e chi risponde. A maggior ragione in questo caso. Inoltre questo meccanismo del “si faccia una domanda e si dia una risposta” mi fa immaginare di essere ospite di un programma di Gigi Marzullo. La cosa mi entusiasma parecchio.
C.: Da poco è uscito per Costello’s e PeerMusic il suo primo singolo “Stupidi Argomenti”, una canzone nata partendo da un suo vissuto personale che, sia io che lei, conosciamo bene. Riuscirà mai a scrivere una canzone che non la riguarda direttamente?
Ciulla: Direi di no. Per me una canzone non è bella quando risponde a dei canoni estetici pre esistenti ma quando rispecchia un sentimento puro e reale, che proviene direttamente dalla sensibilità di chi la scrive. Con questo non voglio dire che devo parlare sempre di me stesso, anzi. Dico solo che per avere la presunzione di riuscire ad emozionare gli altri devo, prima di tutto, emozionare me stesso. Forse è proprio per questo motivo che ho deciso di metterci la faccia e di fare un disco che portasse il mio nome. Volevo fare della musica che, finalmente, mi toccasse totalmente.
C.: La scelta di non utilizzare un nome d’arte dunque proviene da questa voglia di ritrovare ed essere totalmente se stessi?
Ciulla: Credo di sì anche se, su questa questione, non nego di essere stato indeciso fino all’ultimo. Oggi sembra che ci si debba per forza fregiarsi di un nome d’arte particolare per poter diventare qualcuno. Questa filosofia è la stessa che ha portato all’emergere di tanti piccoli Calcutta nel giro di pochi anni. Ma di Calcutta ce n’è solo uno e io, sinceramente, mi sono un po’ stancato di questa logica.
C.: Però “Ciulla” è di per sé un nome d’arte… Sa che a Milano è quasi sinonimo di termini poco eleganti?
Ciulla: Infatti la mia etichetta, che è milanese, mi sconsigliava di usarlo proprio per questo. Ma che le devo dire, è pur sempre qualcosa di divertente sul quale giocarci. E poi “Ciulla” è anche il cognome di Paolo Ciulla, un personaggio veramente interessante.
C.: A proposito di “personaggi interessanti”, c’è qualcuno di questo panorama musicale odierno che le piace e con cui vorrebbe in un futuro collaborare?
Ciulla: Premesso che non so quanto nella vita in generale sia bravo a collaborare, dico che mi piacerebbe lavorare con qualcuno che abbia un approccio totalmente distante dal mio. Diciamo che fare un ritornello per un pezzo rap o trap che sia è un qualcosa che mi intrigherebbe perché avrei a che fare con un mondo diametralmente opposto al mio. Al momento sto comunque collaborando alla produzione artistica del disco di Rugo, un autore delle mie parti che mi piace parecchio.
C.: “Stupidi Argomenti” fa parte del tuo primo disco in uscita per l’autunno. Quali aspettative hai e cosa ci dobbiamo aspettare da questo esordio?
Ciulla: Sono molto emozionato perché è da una vita che scrivo musica con tutto me stesso. Il disco, che è stato prodotto insieme a Fabio Grande de I Quartieri (già al lavoro con Maria Antonietta, Colombre, Maru ed altri) è formato da nove canzoni scritte con la testa e con il cuore. Le aspettative che ho per questo disco sono semplicemente quelle di ritrovarmi, tra un po’ di mesi, con la stessa voglia matta di farne un altro.
“[…] Sei un puntino sulla linea del mare/ Che il vento farà scomparire/ Sei un puntino sulla linea del mare/ Che il vento non farà tornare// Lontani dai palazzi/ Dalle voci di città/ Dai centri storici/ Andavamo lungo il fiume/ Per non farci vedere// […]” ‒ “Stupidi argomenti”
Written by Ciulla
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