“Il Museo del Prado. La corte delle meraviglie” di Valeria Parisi: 200 anni della nascita del museo di Madrid

“Il Prado è meraviglioso e grazie a questo film ho imparato tantissimo… è questo che mi stimola. perché penso che sia importante accettare ruoli che suscitano interesse, e creano un’energia particolare che si trasferisce nell’opera…” ‒ Jeremy Irons

Il Museo del Prado La corte delle meraviglie

È il 10 novembre 1819 quando, grazie alla passione per l’arte di Maria Isabella d’Aragona, moglie di Ferdinando VII, vede la luce il Museo del Prado.

Il 2019 è quindi l’occasione per celebrare i 200 anni della nascita del museo sito in Madrid.

Diretto dalla regista Valeria Parisi e scritto da Sabina Fedeli, Il museo del Prado. La corte delle meraviglie è un docufilm prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital, in collaborazione con il Museo del Prado e Sky Arte.

Il documentario, ricco di storia, di personaggi che hanno partecipato alla realizzazione del museo, e ricco di tematiche culturali virtuose, partecipa al progetto la Grande Arte al Cinema e si affaccia alle sale cinematografiche nei giorni 15, 16 e 17 aprile 2019. Un’occasione da cogliere, quindi; non solo per gli appassionati d’arte, ma anche per coloro che vivono ai margini dell’universo artistico, affinché facciano il loro ingresso in quel mondo magico e dalle numerose sfaccettature che appartiene a ogni opera d’arte.

“Mi sono addentrato nel museo e nel documentario come profano assoluto in un mondo di esperti, mi sono entusiasmato e mi auguro che ciò accada anche allo spettatore che lo vedrà…” ‒ Jeremy Irons

Il Prado è custode della grandiosità del passato, grazie alla cura che valenti storici gli hanno dedicato, selezionando le opere di maestri di tutta Europa, a testimonianza che l’arte non conosce confini, che ha sempre qualcosa di nuovo da raccontare e non ha mai un momento di declino.

Ad accompagnare lo spettatore e ad illustrare i tesori che trovano spazio nelle gallerie del Museo del Prado è l’attore britannico Jeremy Irons, noto per aver interpretato più di una pellicola. Basti ricordare Mission, per esempio, affiancato da Robert De Niro, film memorabile oltre che pellicola di formazione.

Ed è proprio l’attore a farsi guida abile e sicura per dare allo spettatore il giusto impulso per fargli apprezzare i sorprendenti capolavori che fanno memoria non solo della storia della Spagna ma anche dell’intera Europa. Il Prado diventa così il focus di uno dei centri dell’arte mondiale.

A scorrere davanti agli occhi dello spettatore è soltanto una parte delle opere esposte (in totale sono 1700, a cui se ne devono aggiungere alcune migliaia conservate gelosamente nei depositi). Opere che fanno parte delle collezioni salvaguardate nei secoli dai regnanti di Spagna.

Il film ha inizio con l’abdicazione dell’imperatore Carlo V, immortalato da Tiziano in sella al suo cavallo durante la battaglia di Mulhberg.

Il Museo del Prado La corte delle meraviglie

Seguono poi numerosi interventi, quello del direttore del Prado Miguel Falomir, per esempio, che racconta di Tintoretto, mentre altri autorevoli addetti ai lavori riferiscono storie e dettagli di eccellenti pittori che hanno lasciato un segno nella storia dell’arte.

La Crocifissione di Juan de Flandes, Il cavaliere con la mano sul petto di El Greco, Il Cardinale di Raffaello, L’Annunciazione del Beato Angelico, Il Cristo morto sostenuto da un angelo di Antonello da Messina, Rubens, e per finire i capolavori dell’arte spagnola, Velazquez e Goya su tutti, con le due Maja. Mentre i ritratti della famiglia reale sono accostati a quelli di Velazquez.

Inoltre Pablo Picasso, eccellente rappresentante, che non poteva essere assente. Anche perché è stato direttore del Prado nel 1936, sotto la Repubblica, ed era solito affermare:

“L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni. Potete scuoterla via andando al cinema o al Museo del Prado a Madrid. O meglio ancora: a entrambi.”   

Un’intera collezione, quindi, che, attraverso fatti dinastici, guerre, vittorie e disfatte e avventure ripercorre un pezzo di storia tutta europea.

Jeremy Irons, inoltre, rende partecipe lo spettatore, attraverso le sale che valorizzano il museo, dei dipinti esposti, e dei maestri che li hanno realizzati, di re e regine che hanno fatto tesoro dell’eccellenza artistica dei più bei nomi dell’epoca. Nei suoi interventi l’attore inglese è acuto, si interroga sulla funzione dell’opera d’arte, e questo dà un valore aggiunto al docufilm.

“Mi piace interrogarmi per capire cosa funziona e cosa no… mi domando: cosa fa di un’opera d’arte un’opera d’arte? Ciò non vale solo per l’arte figurativa. Lo stesso vale per la lirica, il cinema, il teatro. È qualcosa che va al di là della tecnica, ha a che vedere con la capacità di esprimersi facendo passare una comunicazione in forma d’arte…”

Il Museo del Prado La corte delle meraviglie

Ma non è solo Jeremy Irons a raccontate la grandiosità del museo spagnolo, realizzato più con il cuore che con la ragione. Ad accompagnarlo in questo lungo viaggio nel mondo dell’arte è anche Sinead Cusack, moglie dell’attore, che sottolinea il fascino e il legame che legano entrambi alla città eterna.

Alla narrazione artistica e pittorica del docufilm s’intrecciano anche elementi di architettura, con l’aggiunta di inediti materiali d’archivio.

Sezione questa affidata alla testimonianza di esperti: dal direttore del Prado Miguel Falomir, ai restauratori Almudena Sanchez e José de la Fuente. Oltre a Lord Norman Foster, architetto del progetto del Salon de Reinos.

Da non dimenticare l’importante presenza di Laura Garcia Lorca, nipote di Federico Garcia Lorca, scrittore e poeta ucciso durante la guerra civile.

“Non era la mia prima volta al Prado… in generale, quando li visito singolarmente non rimango a lungo perché penso che la durata ideale della visita sia un’ora e mezzo, così da tornare in seguito a vedere un’altra ala. È stata quindi la prima volta che sono stato così a lungo in un museo straordinario e ho conosciuto la storia di come queste opere siano state conservate. Ho amato moltissimo Las meninas e molte altre opere di Velazquez. Ma anche El Greco. Personalmente preferisco soggetti laici perché in passato a lungo l’arte si è concentrata solo su temi religiosi…”  –Jeremy Irons

 

Written by Carolina Colombi

 

 

Info

Sito Nexo Digital

 

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