“Arcana Rubris” di Ugo Nasi: il romanzo sul noto e misterioso quadro di Jan Van Eyck

Il 12 agosto 1077 a Certaldo venne sparso sangue innocente. Allora, tra le fiamme del rogo, una voce si levò a maledire chi si era macchiato di tale ingiustizia. Questo episodio è il seme infetto da cui, nei secoli, sarebbe germinata una pianta malefica.

Arcana Rubris

Johannes Folcus che tu sia maledetto. E con te tutta la stirpe che porterà il tuo nome.”

Questo fatto cruento è il nucleo generativo da cui si sviluppa Arcana Rubris (self-publishing, 2017, pp. 369), romanzo di Ugo Nasi, avvocato milanese che abita in Maremma. La sua opera è un thriller storico con sfumature esoteriche oltre che gialle.

Marzo 2017. L’anziano Stefan Chrzanowsky manda allo studio legale di Viola Borroni un fax con una strana formula matematica.

Dicembre 1434. I sonni di Giovanni Arnolfini, ricco mercante di Lucca, e di sua moglie Giovanna Cenami sono turbati da un incubo ricorrente: una coppia di personaggi sinistri, un uomo e una donna, predice loro una morte imminente. Angosciato, l’Arnolfini commissiona a Jan Van Eyck ‒ il maestro fiammingo che ha già ritratto i coniugi ‒ un dipinto in cui figurino quei due spettri in modo da esorcizzarne la profezia. Un dipinto che sarà foriero di sventura per chi ne verrà in possesso.

Sei secoli dopo, Viola dovrà trovare il quadro maledetto che è andato perduto in seguito a lunghe peregrinazioni. Cosa c’entra la formula matematica con l’opera di Van Eyck? Chi è Chrzanowsky? Riuscirà Viola a fermare la scia di sangue che il dipinto lascia dietro sé?

Teatro dell’azione è la Toscana, che dell’arte è la culla ed è terra ricca di Storia. Di quella Storia che Ugo Nasi padroneggia con sicurezza e che modella sulle esigenze del racconto con una maestria tale che gli elementi frutto di invenzione letteraria legano con i fatti storici in una perfetta alchimia, come i componenti dei colori usati dai maestri della pittura.

Se un dipinto è il fulcro del romanzo, possiamo paragonare Arcana Rubris a una tavolozza: il rosso, presente fin nel titolo, è il colore del sangue che vi scorre copioso.

È anche il pigmento da cui Van Eyck fu più affascinato e su cui si arrovellò studiandone le sfumature. Ma è anche il colore della passione e delle passioni che albergano nell’animo umano: malvagità, ambizione, sete di denaro.

L’elemento storico ed esoterico introduce il nero ‒ nel senso originario di romanzo gotico ‒, sottogenere in cui si inscrive l’opera così come in parte essa è riconducibile al moderno noir.

Ugo Nasi

C’è qualche pennellata di giallo e non manca il rosa, tonalità che addolcisce la fosca vicenda con la storia dell’amore che sta sbocciando tra Viola e il bell’ispettore Valerio.

Arcana Rubris parla anche di un’amicizia, quella tra l’avvocatessa e Yvonne che per questa amicizia non esita a donare se stessa. È un romanzo fatto di luci ‒ i valori positivi ‒ e ombre ‒ quelle del Male.

Il bene di fronte al male. Il male di fronte al bene.”

Ugo Nasi ha saputo armonizzare in modo ineccepibile la partitura del romanzo: i capitoli storici dialogano sapientemente con quelli contemporanei. Non solo: le vicende legate al dipinto maledetto si intrecciano con naturalezza a quelle dai toni polizieschi. Ne risulta un unicum perfetto, in cui il cerchio trova la sua quadratura. L’autore ha saputo mettere la sua profonda conoscenza dell’Arte e della Storia medievale al servizio di una prosa che sa essere ironica e briosa e il cui ritmo incalzante tiene avvinto il lettore fino all’ultima pagina.

Nella postfazione Nasi dice che il suo romanzo potrà considerarsi riuscito se susciterà interesse per le leggende ivi narrate. Noi gli rispondiamo che sì, ha raggiunto il suo obiettivo.

Arcana Rubris è una di quelle letture che ti restano dentro, tante sono le emozioni che racchiude e che genera. E Ugo Nasi, non meno di Van Eyck, è davvero un bravo alchimista!

 

Written by Tiziana Topa 

Photo Arcana rubris by Tiziana Topa

 

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