Stretto di Messina: la navigazione in sicurezza con barca a vela ed a motore
“In questo Stretto, il mare si restringe tanto che [la distanza] tra la Gran Terra e l’Isola di Sicilia si riduce a sei, ed in un posto anco a tre miglia. Serrata in sì angusto spazio e forte incalzata, l’acqua cala con sì furiosa corrente da rassomigliarsi a quella dell’inondazione di ‘Al Arim e bolle come fosse in una caldaia posta sul fuoco. Assai difficile, pertanto, riesce alle navi il tragitto.” – Ibn Giubayr, Rihla ‒ “Il Viaggio”

Lo Stretto di Messina, per la sua particolare conformazione geografica, è stato sin dai tempi più antichi il luogo in cui albergavano mostri, prodigi, sortilegi, metafora dell’ignoto e dello sconosciuto. Da sempre, questo braccio di mare, ha rappresentato un punto di cesura fra l’isola di Sicilia e il resto dell’Europa, e di collegamento fra il Mar Tirreno ed il Mar Ionio, rappresentando l’unica via percorribile per chi non voglia circumnavigare l’intera Sicilia. Le diverse testimonianze letterarie e artistiche sin dai tempi più remoti, ci mostrano questo luogo come fonte di grande ispirazione.
“Men l’altro s’alza contrapposto scoglio,/ E il dardo tuo ne colpiria la cima./ Grande verdeggia in questo, e d’ampie foglie/ Selvaggio fico; e alle sue falde assorbe/ La temuta Cariddi/ il negro mare./ Tre fïate il rigetta, e tre nel giorno/ L’assorbe orribilmente. Or tu a Cariddi/ Non t’accostar, mentre il mar negro inghiotte:/ Chè mal sapria dalla ruina estrema/ Nettuno stesso dilivrarti. A Scilla/ Tienti vicino, e rapido trascorri.” ‒ Omero, Odissea XII
Come in un portolano ante litteram, Omero, attorno al VII sec. a.C. ci descrive alcuni punti cospicui dello Stretto di Messina ed i suoi pericoli. La navigazione dello Stretto, infatti, ebbe nell’antichità una pessima fama e realmente presenta notevoli difficoltà, specialmente a causa delle sue correnti rapide ed irregolari. Tutt’oggi i venti vi spirano violenti e talvolta in conflitto tra loro. Le correnti dello Stretto possono raggiungere una velocità sino a 5 nodi, e scontrandosi danno luogo ai grandi vortici che terrorizzavano i naviganti. Gli antichi chiamarono i due più noti e violenti Cariddi (colei che risucchia), che si forma davanti alla spiaggia del Faro, e Scilla (colei che dilania), che si forma sulla costa calabrese da Alta Fiumara a Punta Pezzo. Questi due vortici derivano dall’impatto delle acque di marea contro Punta Peloro e Punta Torre Cavallo.
Cariddi è accompagnato talvolta da un rimescolarsi delle acque così violento da essere in grado di mettere in pericolo le piccole imbarcazioni. Tra le leggende più interessanti legate al patrimonio culturale dell’antica Messina, la più nota è, senza dubbio, la leggenda che ricorda l’esistenza del mostro Cariddi, mitica personificazione del vortice formato dalle acque dello stretto di Messina.
Vediamo come si presenta oggi questo braccio di mare, e come impostare un passage planning in sicurezza con una moderna imbarcazione da diporto: una diligente lettura del Portolano del Mediterraneo, edito dall’Istituto Idrografico della Marina Militare Italiana e delle Tavole di Marea dello Stretto di Messina (ultima edizione nel 2008), mostra come questo sia uno dei passaggi più complessi del Mediterraneo.
Morfologia
Lo Stretto di Messina può essere rappresentato come un imbuto rovesciato con la parte meno ampia verso nord, in corrispondenza della congiungente tra capo Peloro (Sicilia) e Torre Cavallo (Calabria). Verso sud, invece, questo imbuto tortuoso si apre gradualmente fino al traverso di capo dell’Armi (Calabria). Il limite settentrionale è nettamente identificabile, mentre quello meridionale può avere un significato geografico (ad esempio la carta nautica n° 138 dell’Istituto idrografico della Marina Militare Italiana ne segna il confine meridionale poco prima di punta Pellaro in Calabria), o idrologico (secondo l’influenza delle correnti). Quest’ultimo può essere considerato con la linea ideale che congiunge capo Taormina (Sicilia) con capo d’Armi (Calabria). Come area idrologica, anche il confine settentrionale è ben più ampio di quello geografico e comprende l’area del mar Tirreno compresa tra capo Milazzo, l’arco delle isole Eolie e le coste del golfo di Gioia in Calabria.
L’idrodinamica dello Stretto

Lo stretto di Messina è il punto di separazione tra due bacini (Ionio e Tirreno) contigui ma distinti le cui acque hanno caratteristiche fisico-chimiche diverse. Per questo motivo, correnti stazionarie e di marea, anche in funzione della particolare geomorfologia dell’intera area, determinano il manifestarsi di particolari fenomeni idrodinamici.
Per rappresentare in modo molto semplice quanto avviene nello stretto bisogna pensare che quando il Mar Tirreno si trova in fase di bassa marea al confine settentrionale del canale, il contiguo Mar Ionio si trova in fase di alta marea ed il contrario avviene al successivo cambio di marea (ricordiamo che la marea cambia ogni 6 ore).
Il dislivello che si viene a creare (fino a 27 cm) determina che ogni sei ore, le acque dell’uno e dell’altro bacino si riversino in quello contiguo. Più in particolare, in fase di “corrente scendente” (nord-sud) le acque tirreniche più leggere (a minore densità salina) scorrono sulle ioniche più pesanti (a maggiore densità) fino a che l’intera parte centrale dello stretto è riempita dalle acque che scorrono verso sud. All’opposto, con il predominio della “corrente montante” (Sud-Nord), le acque ioniche più pesanti interesseranno il centro del bacino affondando sulle acque tirreniche più leggere che, in precedenza, occupavano lo stretto per versarsi quindi nel Tirreno una volta oltrepassata la sella sottomarina di Ganzirri – Punta Pezzo dove si riscontra la minore profondità (80–120 m) e la minore ampiezza (3.150 m) dello stretto di Messina.
Regola generale: la marea montante (da sud verso nord) inizia 1 ora e 50 minuti prima dell’alta marea di Gibilterra, e muta in calante (verso sud) 4 ore e 30 minuti dopo l’alta marea di Gibilterra. È necessario tenere conto dei fusi orari se decidete di calcolare a mano le maree. L’orario delle correnti è stabilito attraverso complesse stime tecniche legate alle fasi lunari, e il tidal stream può essere consultato sul sito Correnti dello Stretto (vedi info).
Pericoli: le aree di maggiore impatto delle correnti sono tre.
– dalla spiaggia di Torre Faro a un miglio al largo verso Scilla;
– da Punta Pezzo a un miglio l largo verso Scilla;
– tra il faro di San Rainieri e il fanale di Punta Secca. Qui la corrente può raggiungere un’intensità doppia di quella di qualunque altro punto dello stretto.
Fate attenzione ai movimenti del fondale sabbioso causati dalle correnti attorno a Capo Peloro. I fondali sono bassi e si modificano continuamente. Passate bene al largo del Capo e tenete sotto controllo l’ecoscandaglio. Vi consiglio di impostare un allarme di profondità minima.

Un fenomeno tipico dello Stretto sono i garofali, vortici larghi sino a 50 metri e con un dislivello anche di mezzo metro dalla superficie. In condizioni di mare ottimali non sono pericolosi per le imbarcazioni. Puntate diretti al centro del vortice, vi “sparerà” fuori dalla parte opposta con simpatiche accelerazioni.
I venti dello Stretto: in inverno dominano i venti del primo e quarto quadrante, che spirano con particolare intensità quando le montagne della Calabria son coperte di neve. I colpi di vento da Sud e da Scirocco sono frequenti, e possono sollevare mare grosso.
In primavera dominano i venti di Ponente, e il Libeccio se entra può spirare con violente raffiche.
Si ha poi un vento locale detto imbatto: questa brezza spira da NE, e si alza verso le 7 del mattino, sino al tramonto, rinfrescando nel pomeriggio. Sotto Catona questo vento può risultare particolarmente fresco, e può sollevare l’onda in caso di corrente montante.
Nel mese di giugno, i venti di Levante e di Libeccio hanno come linea di demarcazione lo Stretto di Messina. Le nuvole portate dal Libeccio si addensano sullo stretto nel periodo di stasi che precede il prevalere di uno o dell’altro vento. Allora lo Stretto viene investito con violenza.
I venti da Ovest possono essere violenti, ma di breve durata, mentre lo Scirocco può spirare con forza anche per 15 giorni.
I venti settentrionali che entrano nello Stretto, possono scontrarsi con quelli che spirano da Sud o dall’Adriatico. Lo stesso fenomeno si riscontra in Calabria a Capo Spartivento (nome non a caso).
Punti cospicui, fari, porti, ancoraggi
Faro di Capo Peloro: emette un gruppo di 2 lampi verdi, periodo 10”, con una portata di 19 miglia.
Faro di Scilla: il faro è collocato nel castello, emette un lampo bianco con un periodo di 5”, ed una portata di 22 miglia.
Faro di Messina: è collocato sul torrione di Punta San Rainieri, emette un gruppo di 3 lampi bianchi, con un periodo di periodo 15”, ed una portata di 16 miglia.
Faro di Punta Pezzo: emette un gruppo di 3 lampi rossi, con un periodo di 15” ed una portata di 15 miglia.
Torre faro (ex pilone dell’elettrodotto aereo): si trova a Capo Peloro, a brevissima distanza dal faro. L’elettrodotto aereo è stato rimosso nel 1994, ma il grande pilone pitturato di rosso e bianco è rimasto in situ, ed è completamente illuminato di rosso. Costituisce un eccellente punto di riferimento per l’entrata e l’uscita dallo stretto.
Leggendo i vecchi portolani, si può osservare come un tempo nemmeno i battelli a vapore fossero considerati in grado di manovrare, se “presi” dai fenomeni dello Stretto. I velieri effettuavano lunghe soste all’ancora o alla cappa ai due ingressi dello Stretto in attesa che i venti e la corrente fossero favorevoli e permettessero il passaggio.
Se a bordo non si ha un equipaggio ben collaudato, è meglio fare a meno di tenere issate vele impegnative come spinnaker e gennaker, ed in ogni caso è consigliabile mantenersi sensibilmente sottoinvelati, in quanto in ogni periodo dell’anno sono da attendersi forti colpi di vento e contrasti meteorologici locali di forte intensità, non indicati nei bollettini meteo. Per questi motivi è prudente non transitare troppo vicino alla costa.

Lo Stretto di Messina dispone di 3 porti (Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni) oltre altri due approdi localizzati nel comune di Messina (Tremestrieri e San Francesco), di norma utilizzati per l’approdo dei traghetti delle società private. La navigazione nello Stretto di Messina è regolata da apposite norme stabilite dal Comando generale delle Capitanerie di Porto. Date le condizioni generali che possono manifestarsi, è utile conoscere i punti dove si può ancorare in sicurezza con buone probabilità di attendere senza danni che il tempo migliori o che la corrente muti direzione. Questi sono per la Sicilia: Torre Faro, Ganzirri, Grotta, Paradiso, S. Francesco di Paola, Fiera Campionaria; sulla costa calabra invece troviamo: Scilla, Marina di Porticello, Pentimele, Giunchi, Porto Salvo.
“Navigavamo addolorati intanto/ Per l’angusto sentier: Scilla da un lato,/ Dall’altro era l’orribile Cariddi,/ Che del mare inghiottia l’onde spumose./ Sempre che rigettavale, siccome/ Caldaja in molto rilucente foco,/ Mormorava bollendo; e i larghi sprazzi,/ Che andavan sino al cielo, in vetta d’ambo/ Gli scogli ricadevano. Ma quando/ I salsi flutti ringhiottiva, tutta/ Commoveasi di dentro, ed alla rupe/ Terribilmente rimbombava intorno,/ E, l’onda il seno aprendo, un’azzurrigna/ Sabbia parea nell’imo fondo” ‒ Omero, Odissea XII
Navigare nello Stretto di Messina a vela, magari in condizioni di corrente contraria, presuppone una buona conoscenza dei luoghi, e una ottima domestichezza con il rilevamento dei punti a terra. Volendo rispettare le regole che vigono nello stretto, l’impresa non è facile.
La zona interessata dalle più forti correnti, è lunga una quindicina di miglia. In caso di rimonta di una corrente contraria, un motore efficiente ed una buona combinazione di vele possono fare la differenza.
Di seguito, alcuni consigli utili per chi naviga a vela, a seconda delle possibili combinazioni di vento e marea.
Per chi transita dal Tirreno verso lo Ionio (Da Nord verso Sud)
Con vento da Nord e corrente discendente: è la condizione più favorevole, entrate nel canale tenendo il centro. Al traverso di Capo Peloro dirigete verso Grotta che si trova a tre miglia di distanza a NNE di Messina. Quando vi troverete sulla congiungente Punta Pezzo – Pace, dirigete a Sud; questo vi consentirà di restare nel flusso della corrente principale. Oltrepassata Punta Scaletta, la corrente andrà via via diminuendo di intensità.
Con vento da Nord e corrente montante: in questo caso avrete vento a favore, e corrente contraria. Esiste un trucco: accostate verso Torre Cavallo, sulla costa calabra. Da li potrete sfruttare una controcorrente favorevole detta bastardo, che vi aiuterà a giungere facilmente a Villa San Giovanni (attenzione, sarete contro mano nello schema di separazione del traffico). Da Villa San Giovanni, dirigetevi verso Punta Scaletta, sulla costa siciliana, tagliando obliquamente il canale, e accostate gradualmente a levante mano a mano che guadagnate a sud.
Con vento da Sud e corrente montante: vi troverete nelle condizioni più sfavorevoli: se potete, prendete porto o ancoraggio, o se volete, rimanete sui bordi finché le condizioni non cambiano.
Con vento da Sud e corrente scendente: tenetevi distanti il più possibile dalle rive dello Stretto, specialmente attorno a Punta Pezzo, dove si formano delle controcorrenti. Oltrepassato il porto di Messina e verso Reggio Calabria, i bordi potranno essere spinti più verso terra, perché non esistono controcorrenti in quell’area.
Per chi transita dallo Ionio al Tirreno (Da Sud verso Nord)

Con venti meridionali e corrente montante: è la condizione ideale, mettetevi più al centro canale possibile, e fatevi portare.
Con venti meridionali e corrente scendente: in questa condizione avrete vento a favore e corrente contraria. Portatevi in prossimità di Capo Scaletta, e seguite la costa siciliana ad una distanza di 300-400 metri dalla terra. Qui troverete una controcorrente che porta a Nord.
Giunti all’altezza di Messina, attraversate verso la costa calabra, dove troverete la controcorrente di Acciarello. Costeggiate la costa calabra sino a Punta Pezzo. In caso di vento teso, potete fare un bordo sino a Ganzirri, dove troverete una controcorrente favorevole; se invece il vento è debole, vi conviene sfruttare il motore per rimontare la corrente, o mettervi in panna fra Acciarello e Villa San Giovanni, a 150-200 metri da terra, e li attendere che la corrente si indebolisca. Se invece la corrente è già in regime di stasi, e la brezza ve lo consente, tentate di puntare il più rapidamente possibile verso Capo Peloro.
Con vento da Nord e corrente scendente: sono le condizioni più sfavorevoli per chi vuole risalire verso il Tirreno. Se non avete scelta, portatevi in vicinanza di Punta Pellaro, e bordeggiate nella insenatura subito a nord della punta. Troverete un bastardo favorevole che vi aiuterà a dirigere sulla costa sicula, per poi continuare a risalire bordeggiando, sino a poter riprendere la controcorrente di Acciarello, sulla costa calabra. Proseguite sino a Punta Pezzo, poi fate nuovamente un bordo verso la Sicilia. Se riuscite a raggiungere Grotta, troverete nuovamente una controcorrente, che vi aiuterà a bordeggiare sino alle ultime case di Torre Faro. Da qui, fate un bordo sino a ¾ del canale, e virate nuovamente verso Capo Peloro, stando attenti ai bassi fondali.
“Suave, mari magno turbantibus aequora ventis e terra magnum alterius spectare laborem; non quia vexari quemquamst iucunda voluptas, sed quibus ipse malis careas quia cernere suavest.” (È dolce, quando sul vasto mare i venti turbano le acque, assistere da terra al gran travaglio altrui, non perché sia un dolce piacere che qualcuno soffra, ma perché è dolce vedere di quali mali tu stesso sia privo.) ‒ Lucrezio, De Rerum Naturae
Oggi per fortuna chi assiste al passaggio delle imbarcazioni offre anche assistenza via radio: il sistema VTS (Vessel Traffic Service) di Messina, può essere contattato via radio sul canale 16 VHF al fine di ricevere istruzioni sul passaggio o per farsi assegnare le coordinate per un punto di ancoraggio sicuro. Il personale radio è estremamente gentile e disponibile.
I limiti operativi dei servizi VTS sono:
LIMITE NORD: Delimitato da due linee che hanno origine nel punto di coordinate Lat. 38°22’.3 N – Long. 015°31’ E e dirette ad Est (costa Calabra) ed a Sud (costa Sicula).
LIMITE SUD: Parallelo 38°01’ N, congiungente punta Pellaro (costa calabra) e Capo Alì (costa sicula).
È stata stabilita una zona denominata AREA PRECAUZIONALE / DI PRIMO CONTATTO VTS, che dal limite Nord e dal limite Sud dell’area VTS si estendono, per una distanza di tre miglia nautiche, nella quale viene stabilito il primo contatto tra le imbarcazioni ed il centro VTS.
Schema di separazione del traffico: Nell’ambito dell’area VTS è in vigore uno schema di separazione del traffico per l’attraversamento longitudinale dello Stretto, in cui è previsto un percorso “rotatorio” per il traffico trasversale tra le due sponde, ed in cui transitano i numerosi traghetti. All’interno delle “corsie di traffico” le imbarcazioni devono tenersi discostate dalla zona di separazione del traffico e procedere mantenendo rotte dirette evitando, per quanto possibile, cambiamenti improvvisi. Il traffico che naviga da Nord verso Sud, tiene la destra lungo la costa siciliana, mentre quello che naviga da Sud verso Nord, tiene la destra lungo la costa calabrese.

Per ordinanza della Capitaneria di Porto, i traghetti hanno precedenza su tutte le navi e imbarcazioni, ed eventualmente possono “chiedere acqua” con 4 fischi brevi. Prestate ascolto, perché probabilmente… Dicono a voi!!! Non rischiate di farvi sfiorare il pulpito o il timone da qualche iroso comandante.
Tutte le unità che intendono approcciare la “rotatoria”, dovranno osservarne il senso di marcia antiorario. In presenza di condizioni meteo marine particolarmente avverse (venti forti provenienti dai quadranti settentrionali e meridionali), che possono rendere difficoltosa la navigazione, potranno essere autorizzate delle “rotte di sicurezza”, previa richiesta al Centro VTS. Per ogni approfondimento si rimanda al Manuale Utente redatto dalla Guardia costiera (vedi info).
“I love Mediterranean Sea, ‘cause you can find only three winds: no wind, too much wind, and wind from wrong direction” (Amo il Mediterraneo, perché ci son solo tre venti: assenza di vento, troppo vento e vento dalla direzione sbagliata) – Stephen, velista scozzese
Written by Claudio Fadda
Info
Immatricolazione barca a vela ed a motore in Europa
Claudio, bellissimo e interessante articolo che rileggerò a giugno prima di attraversarlo.
Ciao Federico, grazie! Per qualsiasi informazione contattami pure. Lo Stretto è una bellissima esperienza se affrontato nel modo giusto. buon vento!
Claudio
Fatto oggi da sud a nord 17/06/2019, condizioni meteo, 30 nodi nord, corrente discendente, il bastardo è esattamente dove descritto, ho bordeggiato dentro alla corrente contraria e facevo 6 nodi. Ottime info e precisissimo come al solito fratello Claudio. Grazie utilissimo.
Ciao Pietro,
mi fa molto piacere che le informazioni ti siano state utili, specialmente sapendo che hai attraversato lo Stretto in condizioni non facili (vento forte contrario e corrente contraria).
La tua è una testimonianza preziosa.
Buon Vento!
Claudio