Lettera aperta in dieci punti (più o meno) ad Andrea Scanzi

“Ma quando di un lontano passato non rimane più nulla, dopo la morte delle creature, dopo la distruzione delle cose, soli e più fragili ma più vivaci, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l’odore e il sapore permangono ancora a lungo, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sulla rovina di tutto, a sorreggere senza tremare ‒ loro, goccioline quasi impalpabili ‒ l’immenso edificio del ricordo” ‒ Marcel Proust

 

“Il ricordo d’una certa immagine non è che il rimpianto d’un certo istante”‒ Marcel Proust

 

“Troviamo di tutto nella nostra memoria: è una specie di farmacia, di laboratorio chimico, dove si mettono le mani a caso, ora su una droga calmante, ora su un veleno pericoloso” ‒ Marcel Proust

Andrea Scanzi

In questa notte invernale, piovosa, quasi nevosa, buia avverto una certa nostalgia e malinconia… vorrei impiegare queste ore libere che mi separano dal nuovo giorno in qualcosa di costruttivo… allora mi vieni in mente tu, caro Andrea, vorrei parlarti e, parafrasando la Mannoia, “parlerò al mio cuore più forte perché tu lo possa sentire”.

Ispirata da te, ti riassumerò in dieci punti tutto quello che voglio assolutamente comunicarti: mi rifaccio alla tua TTP (acronimo per Ten talking point) anch’essa organizzata (sostanzialmente) in dieci punti (comprensivi di bis, ter et similia, come tu stesso ami ironizzare).

Ma, first of all, urge un breve ripasso. Su Oubliette Magazine ho dedicato già un articolo a te soprattutto in quanto massimo esperto di calcio, oltre ad averti molto lusingato con parole piene di stima, affetto, amore, nel senso più ampio che quest’ultimo termine può assumere: sì, perché tu mi piaci molto sotto ogni punto di vista e vorrei davvero conoscerti. L’articolo puoi leggerlo QUI (per incidens, sempre su Oubliette ho dedicato altri due articoli al calcio e  molti altri su altri  argomenti; se ti va puoi leggermi QUI).

Comunque tranquillo, non intendo darti la caccia: mi limiterò a seguirti “in modo platonico”, il che al giorno d’oggi significa non soltanto in modo virtuale (leggo i tuoi post sul tuo sito ufficiale, con le sue finestre aperte sulla tua pagina Facebook cui non sono iscritta di prima mano, ti seguo in tv) ma anche leggendo quello che scrivi online, su carta stampata, sui tuoi libri. E leggerti significa stare con te, dialogare, sorridere, sebbene a distanza. E a volte sono proprio questi i rapporti più belli, forse un po’ immaturi, ma lontani dal dolore della delusione di un contatto diretto.

Ebbene è proprio sul tema TTP che desidero “punzecchiarti” (sempre con ironia perché, citando ancora la Mannoia, “l’ironia ti salverà la vita” e tu sei un maestro anche in questo!).

 

1.Sono andata a spulciare tutta la cronologia del Fatto Quotidiano online concernente i tuoi contributi così ho scoperto che TTP è nata il 2 novembre 2015. Nelle righe di presentazione di questa nuova rubrica tu scrivevi che essa sarebbe uscita una volta la settimana, il lunedì e che era concepita come uno spazio per parlare in modo ironico del calcio.

 

Il Fatto Quotidiano

2.Lo scorso settembre, introducendo un nuovo contributo di TTP, annunciavi che quest’anno la rubrica non sarebbe uscita ogni lunedì, ma quando pareva a te. Lo scorso novembre, dopo una serie di uscite (comunque molto dilazionate e talora anche non di lunedì) della prestigiosa rubrica, annunciavi che ti saresti fatto “rivedere” su quelle colonne di lì ad un mese…

 

3.A tutt’oggi, quando è già ripreso il girone di calcio di ritorno, lo stato della consegna dei tuoi articoli a tema calcistico risulta ancora non pervenuto.

 

4.Sia sul tuo sito personale che sulla tua pagina Facebook non fai altro che ribadire che, a causa dei tantissimi impegni che hai, hai ridotto le uscite di TTP. In questo periodo, infatti, dopo aver scritto il Salvimaio, sei impegnato nel tour teatrale ispirato al tuo libro, nonché con il tuo programma Accordi e Disaccordi in onda ogni venerdì sera in seconda serata e con le tue presenze settimanali (o in studio o in collegamento dalla tua casa di Arezzo) ad Otto e Mezzo. Inoltre capita sempre che tu sia ospite di qualche altro programma, come Di Martedì dove sei stato sia in autunno all’indomani dell’uscita del Salvimaio (mi ricordo che è uscito giovedì 11ottobre), sia recentemente a promuovere il tuo tour In merito a questo sempre sulla tua pagina Facebook a fine anno hai postato un tuo contributo nel quale annunciavi, per il prossimo futuro, di voler ridurre un po’ di attività come il teatro e, come detto sopra, di aver già ridotto il numero delle uscite di TTP; scrivevi inoltre di volerti dedicare meno alla politica, più alla Tv, ai libri, alla vita privata. Il motivo? Il fatto che hai troppe cose da fare e non riesci a far tutto, né lo vuoi; inoltre, per quanto concerne la politica, essendo questa scesa ad un livello ormai davvero basso, ritieni che non meriti il tuo tempo.

 

5.Se per libri intendi la scrittura di quelli concernenti non la politica, ma una delle tue grandi passioni, ad esempio viaggiare (anche la mia, che coincidenza!) ok. E solo allo scorso maggio risale il tuo volume Con i libri ben piantati sulle nuvole, Viaggio sentimentale in un’Italia che resiste. Ma quando dici “Più Fatto”, qui, secondo me, cadi in contraddizione, perché anche nel Fatto parli spesso di politica, ovvero dello stesso tema affrontato nel Salvimaio. Certo nel Fatto parli anche di calcio, nella predetta rubrica TTP, ma hai detto di volerla ridurre.

 

Salvimaio

6.Sappi che io non faccio differenze fra lo Scanzi che scrive articoli (calcio o politica), libri (politica o altro), e lo Scanzi che parla in Tv: mi prendo tutto il pacco e non toglierei nulla, né fuori né dentro. Una cosa che non conosco, però, è lo Scanzi teatrale: spero di poter recuperare presto questa lacuna, anche perché mi piacerebbe dopo conoscerti, farmi autografare il Salvimaio e parlare un po’ con te. Il 23 febbraio sarai a Milano e sarebbe la data utile per me, perché paradossalmente è la più comoda. Non so però se riuscirò. Sul tuo sito scrivi che, chi volesse organizzare il tuo spettacolo nella propria città, deve contattarti…: insomma sei on demand, ok, lo sappiamo, ami farti desiderare. Ad oggi non so se dopo Milano ci saranno altre tappe nelle Marche, dove io vivo. Però permettimi di dirti quanto sarebbe bello averti ad Ascoli Piceno, nel Teatro Ventidio Basso che è stupendo. Se mi fosse data la possibilità mi piacerebbe, dopo lo spettacolo, portarti a cena in un locale della città e brindare con te con un Rosso Piceno. Del resto ti vanti sempre che, essendo di Arezzo, ami il vino: certo i vini toscani forse sono più blasonati, ma anche quelli piceni non sono secondi ad altre tipologie. Hai presente Orazio quando in un carme invita a cena Mecenate con il modesto vino Sabino, pur sapendo che il suo ospite è ben più abituato a vini più ricercati? (“Berrai in coppe modeste vino sabino di poco conto,/ che io stesso ho travasato e sigillato in un’anfora greca/… tu bevi il Cecubo e l’uva spremuta/dal torchio di Cales; né le viti del Falerno/ né i Colli di Formia rendono dolci/ le mie coppe”). Il giorno dopo, poi, ti porterei a vedere il mare e allora sì che ti emozioneresti anche tu, con quegli occhi azzurro-cielo che tanto adoro. Diciamo che io in generale ho il debole per gli occhi azzurri e allora con te giocherei in casa.

 

7.Una nota a margine sul fatto che sei di Arezzo e che spesso parli anche della bella Cortona, ridente cittadina sempre in provincia di Arezzo, dove ti vanti di aver vissuto per un periodo della tua vita. Ora però vivi ad Arezzo. In ogni caso ami entrambe le città. E fai bene. Cortona è famosa innanzitutto per essere la location in cui è ambientato prima il romanzo, poi il film Sotto il sole della Toscana.  Ma Cortona è molto di più. Si tratta infatti di una città di origine etrusca, ricca di storia, tradizione e fascino. Qualche anno fa ci sono stata d’estate in vacanza con un mio caro amico e ho potuto visitare, tra le tante cose, il bellissimo Museo archeologico ricco di testimonianze della splendida civiltà etrusca. A Cortona, inoltre, mi ricordo in quell’estate le passeggiate, il vino bevuto all’aperto sulla piazza, nonché il paesaggio circostante, le campagne, i casolari e il bellissimo B&B gestito dalla signora Gabriella e da suo marito, immerso nella pace, le torte vegane che lei ci ha fatto assaggiare parlandoci di una delle sue figlie convertitesi a questa moda alimentare, forse un po’ stridente con la Toscana … sì la Toscana è bellissima. E a Cortona mi sono tanto divertita, vacanza indimenticabile!

 

8.E ora veniamo alle cose serie. Sono qui per chiederti una cosa. Non puoi mica “scanzarti” (ehm scusa il gioco di parole) e/o fare l’indiano riguardo al fatto che da novembre ad oggi nel Campionato di calcio italiano ci siano stati dei cataclismi. A cominciare dal Milan. Parto dalla fine. La nuova coppia del calcio italiano Higuain-Suso, che tu avevi intravisto in una delle ultime uscite di TTP è già “scoppiata”. Suso, che tu esaltavi al massimo grado sempre su TTP, si è infortunato ed è mancato per un po’. Higuain, invece, che era stato preso in prestito dalla Juve solo la scorsa estate, dopo un avvio apparentemente positivo, ha iniziato una parabola discendente certificata di fatto dallo scontro Milan–Juve dell’11 novembre 2018 quando il suo carattere impulsivo ha preso il sopravvento e non solo ha sbagliato un rigore perché ha voluto per forza tirarlo lui, ma si è fatto espellere, saltando così alcuni turni di gioco. Diciamo che il Milan negli ultimi mesi ha subìto una serie di alti e bassi dovuti soprattutto all’assenza di calciatori o per infortuni o per squalifica. Se andassi a spulciare nella stanza della Memoria dedicata a questo argomento te li potrei raccontare tutti, ma forse non serve e sarebbe per me un po’ doloroso… purtroppo ho una buona memoria (con me quindi le bugie hanno le gambe corte!) e la tendenza di associare anche ad una partita di calcio, il punto della mia vita in cui io mi trovassi in quella circostanza. Magari stavo vivendo un periodo felice che ora non ho più e questo al momento mi urta, e mi impedisce di ricostruire volontariamente tutti i dettagli di quel tempo, anche se potrei farlo per via di punti di riferimento saldissimi (messaggi datati, sensazioni mie, conversazioni dal vivo…). Il caso Higuain è diventato sempre più scottante per il Milan e già da dicembre si è cominciato a parlare di un possibile trasferimento del giocatore al Chelsea allenato da Sarri che aveva allenato Higuain  quando quest’ultimo è stato al Napoli. Qui quindi Higuain avrebbe ritrovato l’allenatore del suo periodo migliore, quando stava al Napoli. La mia personale teoria è che la parabola discendente di Higuain abbia avuto origine nell’istante in cui quest’ultimo passò dal Napoli alla Juve. Questo passaggio fu sentito dai tifosi del Napoli come un tradimento. E se la nemesi storica esiste, va detto che il Pipita è durato due anni scarsi alla Juve e appena cinque mesi al Milan. In ogni caso, poiché siamo superiori, in bocca al lupo Pipita e ad maiora (ma non sembra proprio un buon momento per lui…)!

 

Jamal Khashoggi

9.In questo periodo di forti tensioni per la sorte di Higuain, un caso che vorrei sottoporre alla tua attenzione è quello della Supercoppa italiana, gara che è stata disputata il 16 gennaio in Arabia Saudita. Ci sono state molte polemiche su questa partita in un Paese in cui i diritti delle donne sono ancora disconosciuti. Questo lo si sapeva da tempo e comunque negli ultimi mesi qualcosa è cambiato nello Stato saudita. Ciò che è stato oggetto di proteste è il fatto che il 2 ottobre 2018 ad Istanbul è stato ucciso il giornalista e dissidente saudita Jamal Khashoggi, e che la scelta di giocare in quel Paese sia stata maturata a pochi mesi dall’omicidio in questione. Tornando al tema delle donne, la questione era che le donne potevano andare allo stadio, nel senso di recarsi materialmente fino allo stadio, da sole, ma poi una volta entrate dovevano assistere alla gara nel settore per famiglie e non insieme agli (altri) uomini. Restava però che per raggiungere il loro posto a sedere all’interno dello stadio dovessero essere accompagnate. Se ho ben capito. Dico se perché si tratta di tre aspetti che spesso ho fatto fatica a capire, o per mia mancanza o per poca chiarezza dei giornali.  Comunque, al di là di questi aspetti, in un Paese dove fino a poco tempo fa le donne non sarebbero mai potute entrare allo stadio, vanno considerati i piccoli passi che pian piano si fanno, ma d’altra parte non si deve per questo giocare al ribasso ed accontentarsi, mai! Vorrei però al contempo riflettere su una cosa. Anche in Italia, dove certo le donne sono più emancipate che in altre parti del mondo, dobbiamo ricordarci che esse hanno potuto votare solo nel 1946; dobbiamo ricordarci che ancora oggi le donne, a parità di incarico, sono pagate meno dei loro colleghi uomini, che sono ancora troppo poche le posizioni lavorative apicali raggiunte dalle donne. Inoltre, anche se ormai le ragazze si iscrivono all’università e ritardano l’età del matrimonio e della procreazione, va detto che sono troppo pochi i servizi forniti dallo Stato alle mamme, che spesso, dopo anni di studio e di sacrifici, rinunciano al lavoro per la famiglia. Inoltre esiste ancora l’idea che una donna debba necessariamente realizzarsi nel matrimonio e nei figli. Una donna single, consapevole di se stessa e dei suoi mezzi, fa paura.  Magari non nelle grandi città, ma nei piccoli paesi è ancora ritenuto strano che una donna possa andare da sola allo stadio o anche a bere qualcosa da sola al bar… insomma anche nel nostro piccolo, ci sono molte grandi conquiste che vanno ancora raggiunte.

 

10.Io spero, ora che ti sei preso una pausa da Accordi e Disaccordi, e ora che è iniziato il girone di ritorno, tu possa tornare con la tua rubrica. Nel girone di ritorno le prime partite appaiono in parte un déjà vu. E così la Juve ha già vinto il Campionato, Suso ha fatto un gol, ma non è ancora il Suso che tu tanto lodavi, il Milan è riuscito a pareggiare con il Napoli (all’andata finì 3-2 per i napoletani in rimonta), l’Inter ha pareggiato con il Sassuolo (all’andata aveva addirittura perso), e ha perso con il Torino (all’andata l’Inter, in vantaggio di due gol, si era fatto riprendere dal Toro e finì 2-2)… ma senza il sale della tua rubrica sarebbe difficile affrontare un Campionato così. L’unica cosa che per ora io riesco a vivermi a fondo è la mia maniacale memoria che mi porta ogni volta a chiedermi: all’andata di questa partita io cosa stavo facendo, dov’ero, con chi ero, qual era il mio stato d’animo e nel citare il passato sono volutamente andata a braccio per non farmi troppo male… siccome però non voglio vivere di ricordi, ma di presente e futuro, aiutami ad andare avanti, scrivendo sul futuro del calcio, come quando nel girone d’andata ti spingevi a fare previsioni sul futuro del  campionato… non sempre ci hai preso, in realtà, ma chissenefrega? Il calcio non è mica una legge fisica o un dogma ed è piacevole fare ipotesi che poi saranno fattualmente smentite.

 

Andrea Scanzi

11.Infine un appunto: su uno dei tuoi ultimi TTP avevi scritto che ti eri intristito quando avevi rivisto una tua ex con le ballerine gialle. Non so se ti avessero depresso più le ballerine o più il giallo. Sul giallo voglio farti leggere una poesia di Emily Dickinson che coglie in modo brillante il giallo inteso come un colore da conservare per le grandi occasioni e per questo, ordinariamente, da usare con parsimonia:

“La natura usa poco il giallo,/ più raramente degli altri colori,/ lo risparmia con cura/ per riversarlo tutto nel tramonto.// È prodiga d’azzurro e di scarlatto:/ come una donna, si permette il giallo/ solo in maniera limitata e scelta/ come le parole di un amante.”

 

12. Mi tocca aggiungere un dodicesimo punto (colpa tua!), dal momento che in settimana mi è capitato di vederti un pomeriggio su Rai uno dalla Balivo nel suo programma Vieni da me: si parlava di Sanremo e siccome tu (che ripeti sempre di esserti laureato su De André) sei anche un esperto di musica, eri lì insieme alla conduttrice radiofonica Anna Pettinelli. Niente di strano, visto che lo scorso anno hai fatto parte anche della giuria di esperti al Festival… ed infatti eri proprio a tuo agio in modalità “scanzonata” (anche qui il gioco di parole ci sta, dai!) sia perché parlavi di una tua grande passione (la musica), sia perché, magari sai, la presenza della bella Caterina Balivo non ti dispiaceva mica… Mi rendo conto che tra TTP e la Balivo, non c’è paragone… intanto, però, nella stessa settimana il Milan ha giocato di nuovo contro il Napoli in Coppa Italia e, grazie al nuovo acquisto Piatek, ha vinto 2-0 contro i partenopei e si è qualificata alla semifinale; la Juve (pensa!) è stata eliminata dall’Atalanta e l’Inter ai rigori dalla Lazio… e oggi (non è più la notte buia in cui ho iniziato l’articolo, ma sabato pomeriggio perché ho spalmato la stesura in più giorni, anche io ho molti impegni!) si riparte con il Campionato di Calcio. Ergo, se uno dei prossimi lunedì non torni con TTP… A presto e ad maiora!

 

Written by Filomena Gagliardi

 

 

Info

Il Post – Jamal Khashoggi

Facebook Andrea Scanzi

 

Un pensiero su “Lettera aperta in dieci punti (più o meno) ad Andrea Scanzi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *