Selfie & Told: il cantautore Caravita racconta l’album “Come sempre”

“L’uomo è seduto sul bordo,/ vede il suo tempo passare e lasciare la scia,/ quando guarda allontana le cose/ per entrare in un mondo cambiato che perde poesia./ La sua vita fa il giro, sta durando un sospiro,/ mette in conto i pensieri.” “Il tempo”

 

Caravita

Bella l’idea del fra me e me, ma prima mi devo presentare: sono Icio Caravita.

Ferrarese di nascita, milanese d’adozione e forse adesso non so…

Comunque sono un cantautore, vivo di musica fra alti e bassi e, dopo tre anni dall’uscita del primo album ufficiale intitolato “è così che va”.

Ho da poco pubblicato il secondo che ho chiamato “Come sempre”.

Passiamo alle domande in questa Selfie & Told!

 

C.: Perché non riesci a farne a meno?

Caravita: Di far che?

C.: Non fare il furbo… di scrivere canzoni!

Caravita: Mmm… mi riesce naturale! La maggior parte della mia giornata ruota intorno alla musica e, inevitabilmente, la musica è sempre al mio fianco (per tutta la giornata). Quello che faccio, che vedo, che incontro lo metto nella tasca degli appunti e, come un accendino, una moneta, un foglietto, un telefonino, prima o poi me lo ritrovo in mano, poi nelle canzoni.

C.: Bella la vita del cantautore?

Caravita: Insomma… ma comunque credo di sì…

C.: Quindi ne vale la pena?

Caravita: A tratti prenderesti a pugni il mondo, ma poi arriva la sera, abbassi le luci e sei sopra un palco, in una strada, con la cuffia in testa, in mezzo a gente o seduto alla scrivania a fare quello che ti piace e pensi: Non è poi tanto male… dai!

C.: Guardi spesso fuori dalla finestra vero? Non mentire che ti vedo…

Come sempre – Caravita

Caravita: Mi leggi negli occhi e nel pensiero?!? Guardare fuori è il modo migliore per fare considerazioni e, quando trovi il vetro chiuso, riflettere. A volte vedo un uomo che [all’anagrafe] ha fatto il giro di boa, a volte un bimbo che gioca con una barchetta… nel mezzo, il mare.

C.: Come sempre è il titolo che hai scelto per il disco, lo risceglieresti?

Caravita: Dal mio punto di vista “come sempre” non sta a significare un qualcosa di statico, che ha a che fare con la routine, ma al contrario intende guardare in fondo e tenere sott’occhio un obiettivo.

C.: Quanta musica hai ancora dentro?

Caravita: … sono nel bel mezzo dell’ennesimo trasloco e, quantificandola in scatoloni, attrezzature e strumenti vari, posso dirti che, a questo giro, un furgone non è bastato. Confido di durare ancora a lungo, tanto da riempire un tir per il mio ultimo viaggio [tiè!].

C.: Vuoi parlarmi della fatica?

Caravita: A proposito di traslochi? Anche no! [accennando una smorfia…]

C.: Allora raccontami del disco…

Caravita: Mi limito a dirti che in questo disco ho lavorato con un gruppo di amici, professionisti stimati dall’ambiente musicale e da me ancor di più. Il loro trasporto tecnico ed emotivo ha vestito le mie canzoni come speravo. Per il resto ho un sito dove puoi ascoltarlo, comprarlo, leggere il booklet e trovare tutto quello che vuoi sapere, sto al passo coi tempi!

Caravita

C.: Dimmi qualcosa di definitivo…

Caravita: Serenità

C.: Allora sei sereno?

Caravita: Faccio del mio meglio… come sempre.

 

“… mai felice fino in fondo/ma coerente con me stesso,/talvolta mi stupisco!” “Fino in fondo”

 

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