Selfie & Told: Gabriele Lopez racconta il singolo “Aspettami”

“Io ti sento nelle mani/ Nelle voci di chi grida/ Negli abbracci imprigionati di chi ama/ E non si piega/ Io ti sento nei discorsi/ Di chi aspetta un’altra vita/ Perché la sua strada è sabbia/ In un deserto/ Senza uscita// […]” ‒ “Aspettami”

Gabriele Lopez

Sono Gabriele Lopez, ho sempre suonato e cantato fin da bambino. Dopo anni di band e esperienze live nei locali della mia città ho deciso di cominciare a scrivere i miei pezzi.

Da allora non ho più smesso, la musica per me è una necessità.

Nella scena musicale indipendente ho esordito con “Lopez”, prodotto artisticamente nel 2016, da The Niro e Michele Braga, mentre il debutto da solista avveniva già nel 2008 con “Nuove direzioni” pubblicato in terra spagnola nella versione “Nuevas Direcciones”. Nel 2012 ho anche partecipato al grande Concerto del primo maggio in piazza San Giovanni presentando il singolo “Il pianeta interessante” tratto dall’omonimo album.

A proposito, sono anche un attore/doppiatore. Do la voce a Leonard (Johnny Galecki) della serie “The Big Bang Theory” e a tanti altri.

Oggi vi presento il mio nuovo singolo “Aspettami” (uscito con Icompany/Luovo) nella rubrica Selfie & Told!

 

G.L.: Cos’è “Aspettami”?

Gabriele Lopez: Il mio nuovo singolo “Aspettami” è una sorta di preghiera laica ad un dio che non c’è e non si vede, ma che ho scelto come interlocutore immaginario. C’è il desiderio di perdersi tra le persone, la sete di vita, di conoscenza del mondo e dell’altro. La fine e chiunque ci sia dall’altra parte possono aspettare. Sentivo forte la necessità di parlare del qui e ora, di accoglienza, di inclusione, di condivisione, qualcosa che sembrerebbe scontato, ma che oggi non lo è affatto. Il paradosso è che ho cercato la solitudine per scrivere questo pezzo. Musicalmente subisce l’attrattiva di sonorità folk-pop vicine al recente filone di cantautorato tipicamente nord europeo e a tratti americano, dunque atmosfere rarefatte, predominanza degli strumenti acustici (chitarre acustiche, classiche, ukulele ecc), melodie delicate e potenti allo stesso tempo.

 

G.L.: Come lo hai realizzato?

Aspettami – Gabriele Lopez

Gabiele Lopez: La nota importante in questo lavoro è che per la prima volta ho deciso di suonare tutti gli strumenti, poi ho avuto il piacere di collaborare con due musicisti fantastici. In “Aspettami” ad esempio le chitarre elettriche sono del bravissimo Francesco Forni. Ho inciso gran parte delle tracce a Roma per poi finalizzare al Mono studio a Milano. Sono molto orgoglioso soprattutto delle batterie che non ho mai avuto il coraggio di suonare in un disco.

 

G.L.: Aspettami è il tuo nuovo singolo. Preludio a un album?

Gabriele Lopez: Certamente, 9 brani di cui uno in inglese “Your silly Song” il cui testo è del regista Leonardo Ferrari Carissimi. Ho lavorato molto sull’utilizzo della mia voce nei cantati per cercare di trovare una modalità espressiva nuova e personale, che mi rappresentasse meglio, che fosse più particolare. In assoluto la voce “racconta” e nel racconto di varie storie (personali e non), si articola il tessuto narrativo di questo disco. Nei testi il “concept” principale è il passaggio a una seconda fase della vita, con annessi inevitabili bilanci, gioie, dolori, delusioni e rinascite. È un po’ come quando si trasloca, alcune cose le conservi altre le acquisti, altre decisamente le butti per sempre. Credo sia ad oggi il lavoro che mi rappresenta di più. Si chiamerà “Linee”. In tre brani ci sono gli archi del magnifico Andrea di Cesare, grande musicista e amico. L’uscita è prevista a marzo 2019, ma prima ci sarà un altro singolo.

 

G.L.: Cosa ti aspetti tu?

Gabriele Lopez: È sempre difficile per me avere delle aspettative precise all’inizio di un nuovo viaggio, sicuramente suonerò dal vivo (e non vedo l’ora), ma il tour vero e proprio partirà a marzo in concomitanza con l’uscita del disco.  Per ora sono felice di avere accanto tante persone che credono in questo progetto.

 

G.L.: Dal vivo hai una band o suoni da solo?

Gabriele Lopez: Nel tour del precedente disco ho girato l’Italia in lungo e in largo suonando spesso da solo con un set particolare; utilizzo spesso un vocal performer per “loopparmi” dei beat box e suonarci sopra. Divertente, ma anche molto faticoso. Naturalmente ho anche una band di validissimi musicisti che mi hanno accompagnato e mi accompagneranno nel prossimo tour. Andrea Casali al Basso, Alessandro “Akko” Accardi alla batteria, Andrea di Cesare al violino e una new entry, Laura Elle ai cori, programming, tastiere e vari altri strumenti.  Insomma mi piace la dimensione “one man band”, ma quando c’è la possibilità di condividere la tua musica in gruppo è un’esplosione di colori.

 

G.L.: Quali sono le tue influenze? Ci sono degli artisti in particolare a cui ti sei ispirato?

Gabriele Lopez

Gabriele Lopez: Come ho scritto prima in questo nuovo disco le atmosfere sono decisamente vicine a quel filone di cantautorato soprattutto nord europeo, per fare qualche esempio, Damien Rice, Ben Howard, Glen Hansard, Bon Iver, Vance Joy ecc. Solo per citarne alcuni. È un approccio sonoro che sento più nelle mie corde attualmente. La mia formazione musicale naturalmente spazia dal cantautorato italiano degli anni 70/80 a tutto il movimento rock e grunge degli anni ’90. Al liceo suonavo Guns, Metallica, Iron Maiden, persino i Megadeth. Poi Nirvana, Sound Garden, Foo Fighters ecc. La lista è lunghissima, ma credo sia sufficiente a capire da dove vengo musicalmente parlando.

 

G.L.: Qualche parola sul doppiaggio, come unisci le due strade artistiche, la recitazione e la musica?

Gabriele Lopez: Ho sempre portato avanti entrambe le discipline con lo stesso entusiasmo e lo stesso impegno. Ho una visione dell’artista un po’ all’americana, credo che si possa essere poliedrici senza trascurare nulla. In particolare la recitazione non ha mai ostacolato la musica, anzi semmai è stata un valore aggiunto che mi ha aiutato ad esprimere con più forza le cose che scrivo. Per altro nel doppiaggio canto spesso nei cartoni della Disney e sono autore e coautore di varie sigle. Insomma i due mondi ruotano insieme all’interno della stessa orbita.

 

[…] Mi drogo di gente/ Fa bene alla mente/ Tu aspettami// Ho guardato le persone/ Ho cercato l’illusione/ Che  l’immensità del mondo/ Fosse dentro una canzone/ Non ci sei o sei  lontano/ Da questi  anni e dalla  vita/ Che ci sputa in faccia/ E contro i nostri sogni/ Si è accanita// […]‒ “Aspettami”

 

Written by Gabriele Lopez

 

 

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