“Gli impressionisti a Catania”: la ricerca di risposta ai cambiamenti di un’epoca, visitabile sino al 21 aprile 2019
“Una mattina, siccome uno di noi era rimasto senza il nero, si servì del blu. Era nato l’impressionismo.” – Pierre August Renoir
La prima mostra che presentiamo nel 2019 è “Gli impressionisti a Catania” in corso nella città di Catania, presso l’ex Convento delle Benedettine (già Monastero di San Placido, ex Palazzo Platamone), distrutto dal terremoto del 1693, e che oggi, dopo il restauro, ricopre la funzione di Palazzo della Cultura, ospitando importanti eventi culturali, mostre e concerti.
La mostra in corso, dedicata all’opera degli oltre quaranta pittori che parteciparono alle mostre ufficiali sull’impressionismo a cavallo tra il 1870 e i primi decenni del 1900, è stata inaugurata il 20 ottobre 2018, e rimarrà in corso sino al 21 aprile 2019.
A differenza di altre esposizioni sul tema, questa esposizione mette in luce non solo le più famose opere del pieno impressionismo – tra le più note, Il Bar delle Folies Bergère (1881-1882) di Manet – ma soprattutto vuole dare risalto al lavoro di ricerca che questi autori intrapresero in risposta ai cambiamenti di un’epoca in cui si affacciavano la fotografia e il cinema, e dalla necessità di superare la pittura romantica e realistica; una necessità che troviamo condensata nella citazione di Mary Cassatt:
“Ho respinto l’arte convenzionale. Ho iniziato a vivere.”
Il progetto della mostra, dichiarano gli organizzatori, “si pone come un omaggio alla città di Catania ed alla Sicilia, parte dalle opere di Courbet, Corot, Millet, che dal realismo alle bucoliche espressioni della scuola di Barbizon dettarono i canoni di un gusto estetico che trovò nella pittura “en plein aire” la sua giusta dimensione per arrivare infine ai grandi protagonisti della pittura impressionista.”
Nella mostra predominano così le opere meno note di questi autori: acqueforti, disegni a pastello, studi al carboncino, libri, sculture, cataloghi, litografie, eliografie ed esperimenti di grafica, prove dei colori, come possiamo evincere in particolare dalle Nimpheès di Monet (olio su tela del 1905), una delle innumerevoli bozze di quello che diventerà poi il più famoso progetto del maestro, coltivato a partire dall’ottobre del 1920, di realizzare dodici enormi tele raffiguranti le Ninfee, lunghe almeno quattro metri ciascuna e da esporsi permanentemente presso un locale ex novo da erigere preso l’Hôtel de Brion di Parigi.
Le opere, seppur contro il volere iniziale del pittore, trovarono la loro collocazione definitiva nelle due stanze ovali al pianoterra dell’Orangerie des Tuileries, lo scenografico giardino sul quale si affaccia il Louvre.
Quasi a richiamare Monet, citiamo da Paul Cezanne:
“Il disegno ed il colore non sono affatto distinti. Man mano che si dipinge, si disegna. Più il colore diventa armonioso, più il disegno si fa preciso.”
Appena si accede al chiostro, già dall’ingresso, sospesi agli archi in pietra, campeggiano a caratteri cubitali i nomi dei pittori, ad evocare cosa attende il visitatore nel percorso dedalico dai toni gentili del rosa pastello, che si snoda sotto agli affreschi medievali delle volte del palazzo.
Quasi a volersi nascondere tra le prime opere esposte, mostrandosi però agli occhi più attenti, un Homme à la pipe, ritratto del Dottor Gachet eseguito da Vincent Van Gogh in Eliografia, il quale, con la sua espressione che scruta pensierosa mentre aspira il tabacco, sembra richiamare l’attenzione del visitatore, invitandolo all’osservazione, alla riflessione, alla ricerca della bellezza.
“Se i quadri si potessero spiegare e tradurli in parole, non ci sarebbe bisogno di dipingerli.” – Gustave Courbet
Il Palazzo della Cultura, che ospita la mostra Gli impressionisti a Catania, si trova in Via Vittorio Emanuele II, n.121. La mostra è aperta tutti i giorni dalle 09.00 alle 19.00, sino al 21 aprile 2019.
Written by Claudio Fadda
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