Donne contro il Femminicidio #51: le parole che cambiano il mondo con Elisabetta Bellagamba

Le parole cambiano il mondo. Attraversano spazio e tempo, sedimentandosi e divenendo cemento sterile o campo arato e fertile.

Femminicidio

Per dare loro il massimo della potenza espressiva e comunicativa, ho scelto di contattare, per una serie di interviste, varie Donne che si sono distinte nella lotta contro la discriminazione e la violenza di genere e nella promozione della parità fra i sessi.

Ho chiesto loro, semplicemente, di commentare poche parole, che qui seguono, nel modo in cui, liberamente, ritenevano opportuno farlo. Non sono intervenuta chiedendo ulteriori specificazioni né offrendo un canovaccio.

Alcune hanno scritto molto, raccontando e raccontandosi; altre sono state sintetiche e precise; altre hanno cavalcato la pagina con piglio narrativo, creando un discorso senza soluzione di continuità.

Non tutte hanno espresso opinioni univoche, contribuendo, così, in modo personale alla “ricerca sul campo”, ma tutti si sono dimostrati concordi nell’esigenza di un’educazione sentimentale e di una presa di coscienza in merito a un fenomeno orribile contro le donne, che necessita di un impegno collettivo.

Oggi è il turno, per Donne contro il Femminicidio, di Elisabetta Bellagamba, psicologa-psicoterapeuta di Arezzo formatasi in Psicoterapia Psicoanalitica dell’Infanzia, dell’Adolescenza e della famiglia secondo il modello Tavistock.

 

Femmina

Quando nasciamo veniamo alla luce con una dotazione che è il nostro sesso biologico: femmina o maschio. Ma cosa significa l’essere femmina o l’essere maschio? Cosa comporta? Qui intervengono le costruzioni sociali, gli aspetti culturali legati ai ruoli maschili e femminili. Tali costruzioni, che possono essere utili per determinare le differenze, possono diventare degli schemi mentali talmente rigidi da poter diventare delle gabbie non solo all’interno di in un gruppo sociale ma anche all’interno di ognuno di noi. Gli stereotipi di genere sono tra i più frequenti e maggiormente condivisi dalla società ed hanno una doppia valenza ossia sono dotati di una funzione non solo descrittiva ma anche normativa. Essi definiscono non solo ciò che una persona è, ma anche ciò che dovrebbe essere sulla base delle aspettative legate ai comportamenti femminili e maschili. Possiamo ben comprendere come l’immagine stereotipata ha effetti sulla formazione dell’identità al punto tale da influenzare e/o bloccare lo sviluppo delle potenzialità di una persona. Basta pensare a quando una persona non corrisponde ad uno stereotipo cosa accade. Pensiamo alle bambine che giocano a calcio che vengono etichettate come maschiaccio. Oppure ad una concezione della femmina strettamente legata alla maternità e sulle altre forme di caregiver. Tale visione con le conseguenti aspettative, ha inciso sul disagio di molte donne quando si sono trovate a dover conciliare le loro istanze di maternità con quelle di autorealizzazione personale. Ad esempio. volgendo il proprio sguardo al passato, agli anni ’60. quindi nemmeno troppo lontano, la maggior parte delle donne rinchiuse in manicomio erano donne che non rispettavano i canoni- stereotipi e per tale motivo giudicata pazze.

 

Femminismo

Elisabetta Bellagamba

In un preciso momento storico le donne hanno sentito che il ruolo accordatogli culturalmente era di una maglia troppo ristretta. C’erano discrepanze eccessive tra i diritti legati al genere. Un gruppo di donne sempre più ampio nel mondo ha iniziato a dare voce ed a lottare per i propri diritti. Ma come in ogni movimento esistono delle posizioni estreme che non aiutano a convergere in una posizione dialettica di crescita.

 

Femminicidio

È una tematica complessa: in automatico pensiamo all’uomo che uccide la donna. C’è un libro davvero interessante di Sandra Filippini, nota psicoanalista, intitolato “Relazioni perverse, la violenza psicologica nella coppia”, che tratta la dinamica che si instaura nelle relazioni. È stato scritto molto in merito a questo tema e del perché l’uomo arriva ad uccidere la donna, ma quello che in questo momento vorrei fare io è allargare il vertice osservativo di questa tematica in un’ottica più intrapsichica. Può accadere che anche noi donne diventiamo femminicide, intendendo con questo “un’uccisione metaforica” attraverso un giudizio eccessivamente critico continuo verso se stesse. Ciò avviene quando viene letto il proprio comportamento solo in un’ottica ristretta di genere, prendendo a modello quello che viene definito stereotipo interiorizzato. Si va, così, ad un impoverimento della propria libertà di azione nel mondo esterno, ma anche nella propria vita interiore. Questo processo, ovviamente può accadere anche all’uomo.

 

Educazione sentimentale

Sono state varate delle proposte di legge in merito a questa tematica. Infatti la Buona scuola prevede “… l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall’articolo 5, comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, nel rispetto dei limiti di spesa di cui all’articolo 5-bis, comma 1, primo periodo, del predetto decreto-legge n. 93 del 2013”. Troviamo varie definizioni che si declinano in varie sfaccettature, ma alla fine cosa è l’educazione sentimentale se non l’educazione all’ascolto di sé e dell’altro? Un ascolto teso ad incontrare le differenze. Dovremmo aiutare i nostri bimbi fin da piccoli ad ascoltare l’orchestra interiore dei sentimenti.

 

Written by Emma Fenu

 

Info

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2 pensieri su “Donne contro il Femminicidio #51: le parole che cambiano il mondo con Elisabetta Bellagamba

  1. sul sito violenza donne blog, potrete trovare oltre 10mila notizie di donne violente che hanno ucciso,accoltellato, violentato mariti, compagno, bambini e donne…Oggi tutta la in_FORMAZIONE stà creando un clima di allarme sociale e terrorismo nella popolazione….Leggete e parlate ogni giorno, tutti i giorni delle donne violente…..10 mila notizie non sono una opinione…..chi scrive questi articoli ha una grande responsabilità x il clima violento che state creando.

    1. Sergio, la rubrica non assolve tutte le donne del mondo ma dà voce alle donne che sensibilizzano contro il femminicidio e contro la violenza. Esiste anche la rubrica Uomini contro il Femminicidio, dove è l’uomo che racconta le sue definizioni delle parole prese ad esame.
      La violenza è all’interno di uomo e donna, anche una donna che non ha la forza di lasciare un uomo che la maltratta esercita violenza contro se stessa. Anche una donna che (fatto di cronaca recente) usa le figlie per lucro (prostituzione minorile) esercita violenza. E lei infatti racconta bene: ci sono casi in cui la donna uccide il compagno. Noi non neghiamo questa realtà, ma parliamo d’altro in questa rubrica semplicemente. Non possiamo accontentare tutti, né vogliamo escludere gli uomini dai nostri ragionamenti, né stiamo creando un clima violento, anzi tutt’altro… stiamo cercando di ragionare sulle parole per comprenderci.

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