Natale: visitate il Piceno per riscoprire la Bellezza della Semplicità
“Ille angulus terrarum me ridet” (Quell’angolo di terra mi sorride) ‒ Orazio
Alla vigilia di Natale vorrei condividere con i miei lettori qualche suggerimento per come trascorrere al meglio queste feste.
Nel fare ciò vorrei “approfittare” di questo spazio che mi viene gentilmente concesso per promuovere il mio territorio, ovvero il Piceno.
Si tratta di un territorio antico, ricco di storia, tradizioni e fascino.
Ascoli Piceno si trova nel Sud delle Marche e la sua provincia comprende un’area piuttosto vasta e articolata che, dalla montagna, passando per le colline e per la vallata del fiume Tronto giunge fino al mare, dove spicca per tradizione turistica San Benedetto del Tronto.
C’è sempre stata una profonda rivalità tra Ascoli e San Benedetto, perché le due città simboleggiano anche stili di vita diversi: lo scontro sarebbe in particolare tra cultura e movida, storia e contemporaneità, mentalità “chiusa” e mentalità “aperta”. Tale rivalità, infine, non poteva non declinarsi anche in senso calcistico: da un lato troviamo l’Ascoli Calcio e dall’altro la Sambenedettese. Ciascuna di queste squadre presenta una sua storia gloriosa, ma le due tifoserie sono tra di loro molto agguerrite benché attualmente i due club siano inseriti in categorie calcistiche diverse: in particolare l’Ascoli Calcio è in serie B, mentre la Sambenedettese Calcio in Lega Pro (la vecchia serie C), in passato, invece, l’Ascoli è stata in serie A e la Samb anche in serie B.
Ascoli Piceno è una città meravigliosa a livello architettonico ed artistico; di origine picena (i Piceni erano una popolazione per alcuni indigena, per altri allogena presente nella regione adriatica centrale già in età protostorica), essa fu poi inglobata nel territorio romano e, successivamente, nello Stato pontificio.
Presenta, pertanto, i connotati di una città soprattutto medioevale, nonostante abbia espresso la sua cultura anche in epoche successive. Per chi vi giunge tuttavia, il colpo d’occhio più bello è quello gettato sulla bellissima Piazza del Popolo, assolutamente tra le più suggestive d’Italia con i suoi loggiati particolari, di epoca rinascimentale e i suoi monumenti, tra cui spicca il Palazzo dei Capitani, ovvero la sede del Podestà durante il periodo comunale.
Su uno dei lati più corti della piazza rettangolare spicca la chiesa di San Francesco, testimonianza del graduale passaggio dallo stile romanico a quello gotico.
Un’altra piazza storica è Piazza dell’Arengo, che prende il nome delle arringhe, ovvero dalle assemblee popolari che vi si svolgevano in età medioevale. Su questa piazza si affacciano il Palazzo dell’Arengo, per l’appunto, sede della Pinacoteca civica e, sul lato opposto, il Museo archeologico. Da non dimenticare, infine, la cattedrale dedicata a S. Emidio, patrono ascolano e protettore dai terremoti.
Ci sarebbero tantissime altri luoghi da segnalare, ma li lascio volutamente al lettore affinché, incuriosito, venga di persona in questa località pazzesca. Segnalo solo l’esistenza di una biblioteca comunale dedicata a Giulio Gabrielli, ascolano di cultura dell’Ottocento e posta (a partire dal 1999) all’interno di un antico complesso monumentale dedicato a S. Agostino.
Passo ora a San Benedetto del Tronto. Innanzitutto va detto che ha anch’essa una sua storia, benché diversa.
Aiutata anche da una recente puntata del Tg itinerante (in onda ogni sabato all’interno del Tg3 Regione), segnalo che il nucleo originario della moderna San Benedetto è ubicato in altura dove, a partire dal Medioevo, fu costruito un castrum (castello, fortezza), oggi noto come Torre dei Gualtieri.
Va precisato però che nell’età romana era esistita un sito detto Truentum, alla foce del fiume Tronto e intimamente legata all’acqua, non solo quella fluviale, ma anche quella del Mar Mediterraneo. La nostra San Benedetto, però, nasce quando, intorno al 1600, la popolazione si sposta in pianura, ovvero sulla costa: inizia così quella vocazione marinara locale che si sviluppa, nel corso dei secoli, lungo due direttrici, quella della pesca e quella del turismo balneare.
Già alla fine dell’Ottocento la città inizia ad ospitare stabilimenti balneari. La storia antica è testimoniata all’interno del Museo del Mare e del Museo delle Anfore, mentre edifici della San Benedetto contemporanea sono la Chiesa della Marina e il Teatro comunale Concordia.
Il centro della movida (tra Viale Secondo Moretti e Piazza Garibaldi) è anch’esso intimamente legato alla storia della pesca. Una testimonianza “immateriale” di questo mondo è rappresentato dal dialetto sambenedettese che ancora oggi riecheggia nei vicoli cittadini e che fu valorizzato da Bice Piacentini, una poetessa locale del 1800 a cui è dedicata una piazza nel Paese Alto.
Negli anni Trenta fu costruita la Palazzina Azzurra, prima sede dell’Azienda di Soggiorno sambenedettese, simbolo della vocazione turistica del luogo. Oggi questo edificio rimane, nel cuore e nella mente degli abitanti del posto, un forte simbolo di identità ed è sede di mostre ed eventi culturali sia d’estate che d’inverno, potendo contare non solo sulla struttura interna, ma anche sul bellissimo giardino esterno.
Altro luogo suggestivo è il Molo Sud con la sua lunga passeggiata animata dalle sculture realizzate da artisti contemporanei sui massi, nonché dalla presenza costante di colonie di gatti sempre in cerca di cibo.
Il centro politico della città è costituiti da Viale De Gasperi, dove sono ubicati il Comune e la Biblioteca comunale dedicata ad un uomo di cultura del luogo, Giuseppe Lesca vissuto tra Ottocento e Novecento. La biblioteca vanta un patrimonio librario di tutto rispetto e una ricca emeroteca, nonché una cospicua frequentazione ogni giorno feriale della settimana.
Personalmente sono legata fin dall’infanzia a San Benedetto perché vi ho passato, da bambina, molte estati come ospite dei miei zii, residenti in zona. Anche per via di questo legame di sangue, ho avuto modo di frequentare la cittadina fino a quando non mi sono iscritta al Liceo classico ad Ascoli Piceno. Ho poi frequentato il capoluogo piceno per i cinque anni di superiori. Devo però onestamente ammettere che per me, proveniente dalla vallata e di umili origini, i cinque anni ascolani non sono stati molto sereni.
Si sentiva sempre dire che il Liceo classico è una scuola per elite e soprattutto quello di Ascoli Piceno veniva ‘etichettato’ così: devo dire che, un po’ per una mia immaturità di fondo di quegli anni, un po’ per colpa di compagni con cui non mi sono mai integrata, ho effettivamente sofferto questa differenza sociale tra me e gli altri. Mi salvavano la passione per le materie di studio e la presenza di professori davvero bravi che mi hanno sempre valutata per quello che rendevo e non per altro.
Paradossalmente ho avuto modo di riapprezzare Ascoli negli anni di università: libera dal peso della quotidiana frequentazione di persone con me poco empatiche, ogni volta che vi tornavo mi rendevo conto della sua bellezza, della magia delle sue ruette, della cordialità del bar dove sempre e ancora oggi mi fermo a bere un caffè e a leggere i giornali.
Contemporaneamente, negli anni universitari, ho potuto riscoprire San Benedetto dove spesso mi fermavo al ritorno da Macerata quando sentivo l’esigenza di andare a vedere di persona quel mare cangiante e purpureo così tante volte descritto da Omero. All’epoca, in realtà, ero troppo piena di sterile erudizione per saper apprezzare la vita che si rifletteva negli studi classici da me intrapresi.
Oggi, dopo esperienze fatte in altre città (talora lunghe, talora brevi), posso dire di aver recuperato in modo pacifico ed equilibrato il rapporto con Ascoli e San Benedetto. E ho capito una cosa: entrambe si presuppongono.
E sapete da cosa l’ho capito? Semplicemente dai turisti che d’estate incontro in Piazza del Popolo, o in Piazza Arringo. Sono loro che, venendo dalle nostre parti a trascorrere le loro vacanze, dimostrano di saper apprezzare tanto il mare quanto l’entroterra, tanto il turismo spensierato quanto quello culturale. Non bisogna vedere i due aspetti come antitetici, bensì come due facce della stessa medaglia.
Se i turisti vengono, a vincere è tutto il territorio, e solo questo conta, senza nessun campanilismo. Anche perché l’elemento di maggiore attrattiva del Piceno è proprio il fatto di presentare, nel raggio anche di pochi chilometri, una ricchezza di paesaggi, urbano, marittimo, collinare, cittadino: per cui il turista, avendo tutto a portata di mano, non è costretto a scegliere tra un sito e un altro. Si tratta di una risorsa straordinaria, che deve essere valorizzata al massimo per poter essere apprezzata come merita.
Ascoli è bella per le sue piazze, per le montagne innevate che la incorniciano d’inverno, per le varie testimonianze di epoca romana, per i suoi negozi sotto le logge, dove è bello fare la spesa a dimensione umana, con la commessa che ti suggerisce e ti sta dietro facendoti sentire, per una volta, un po’ una principessa. Ascoli è bella per la biblioteca dove mi fermo ogni giorno dopo la scuola per continuare io stessa a studiare, a ricercare, a scrivere, a scambiare due parole con il mio bibliotecario di fiducia o a bere un caffè con qualche mio amico nel suggestivo chiostro sottostante.
San Benedetto è bella per le sue ampie strade che percorro molto volentieri ogni volta in cui ho bisogno di ritrovare me stessa; spesso mi perdo nei vicoletti ed è bello anche questo, perdersi nell’ignoto; è bella per il molo dove posso vedere e sentire il mare omerico e le sue mille sfumature, oggi con meno erudizione e più pathos; è bella per il “cara” con cui mi sento accogliere ogni volta dal personale del mio bar preferito, vicino alla biblioteca; proprio in biblioteca mi rifugio ogni volta che posso a contemplare “il grande mare del bello” scritto nella carta profumata e scricchiolante di libri e giornali.
Il terremoto che nel 2016 ha colpito e devastato l’entroterra piceno ha creato, a mio avviso, una sentita solidarietà tra l’interno e la costa. In particolare San Benedetto del Tronto si è, a mio avviso, distinta per solidarietà in quanto tutti gli albergatori hanno accolto nelle loro strutture gli sfollati.
Per chi è abituato a vivere in montagna non deve essere stato certo facile abituarsi a vivere in una località di mare che implica clima, tradizioni, usi diversi: sulle prime si sarà sentito un po’ spaesato e disadattato, anche perché ‒ è noto ‒ le persone di montagna sono un po’ cocciute! Ma anche al fondo del loro cuore, solo apparentemente duro, sarà arrivato il calore di quest’accoglienza che solo le genti di mare, spesso più aperte e versatili, sanno donare.
Io stessa ho potuto sperimentare ciò: l’anno del terremoto la biblioteca di Ascoli è stata chiusa diversi mesi perché inagibile; per me, che sono “biblioteca-dipendente”, sarebbe stato un trauma se non avessi avuto la fortuna, proprio in quell’anno, di insegnare in un liceo di San Benedetto, ubicato proprio davanti alla biblioteca: e così, tra la scuola, la biblioteca, il bar e le passeggiate ho recuperato quel legame che fin dalla prima infanzia avevo con la Riviera delle Palme tanto che, ad un certo punto, non riuscivo più a tornare in Ascoli: mi faceva male vedere quest’ultima spegnersi a causa del terremoto.
Solo a distanza di tempo ho imparato di nuovo a tornarci e ad amarla. Oggi, posso dire, che non potrei vivere senza queste due anime, quella ascolana e quella sambenedettese. Anche perché, abitando io a metà strada tra le due località, posso solo prendere il meglio da entrambe.
Fortemente convinta di ciò, vorrei invitare anche i lettori a venire a visitare il Piceno: se capitano in Ascoli consiglio loro di andare a visitare le chiese romaniche e il Teatro Ventidio Basso e di andare a gustarsi un buon bicchiere di Rosso Piceno insieme alle tipiche olive fritte; in questo periodo, inoltre, in Piazza Arringo è allestito il villaggio di Natale con mercatino e pista per pattinare; se capitano a San Benedetto del Tronto tappa obbligata sono la Palazzina Azzurra con le sue mostre e, in questo periodo, una mostra di presepi artigianali presente (fino all’8 gennaio) nell’atrio della Sala Consiliare del Comune, davanti alla biblioteca. Tra la Palazzina Azzurra e la sede comunali, i visitatori potranno dedicarsi allo shopping e gustarsi un aperitivo immersi nel pieno della movida sambenedettese!
Lascio una mia poesia a tema dal titolo “Dualismo”
“Da un lato/ mi tenta/ cangiante/ il mare purpureo,/ il mare profondo/ ignoto/ misterioso/ genitore di Afrodite./ Dall’altro/ mi guarda/ gelosamente/ la storia remota/ la romanità/ genitrice di Marte guerriero./ Difficile scegliere/ Bellissimo perdersi/ Essere duali/ ‒ Assoluta, preziosa rarità ‒/ nel mondo votato alla romantica unicità.” ‒ “Dualismo”
Godetevi il Piceno, buon Natale, buon Anno e ad maiora!
Written by Filomena Gagliardi
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