Life After Death: l’interrogatorio alla pittrice Artemisia Gentileschi

Gentili ascoltatori bentornati. Per onorare la giornata contro la violenza sulle donne, oggi siamo nella Roma del 1612.

 

Autoritratto come martire – Artemisia Gentileschi – 1615

Purtroppo non saremo in grado di interrogare “direttamente” la nostra ospite, poiché ci troviamo in circostanze assai gravi.

Con discrezione siamo riusciti a partecipare al primo interrogatorio di Artemisia Gentileschi, una delle poche pittrici italiane, di scuola caravaggesca.

Sta per subire il suo primo interrogatorio per la causa intentata da suo padre Orazio contro il pittore Agostino Tassi, reo sembra di averle usato violenza.

 

Bulgarello: Fate intrare la giovine.

A.T.: Ecco, sta entrando ora Artemisia.

Bulgarello: Si sieda.

Artemisia Gentileschi: Preferisco restare in piedi.

Bulgarello: Come più v’aggrada. Siete dunque voi Artemisia Lomi Gentileschi?

Artemisia Gentileschi: Sì. Ma Lomi es un nome che più non uso.

Bulgarello: Tuttavia tale è vostro nome completo. Siete voi nata in quel di Roma l’otto luglio del 1593?

Artemisia Gentileschi: Sì.

Bulgarello: Primogenita di messer Orazio Gentileschi e Prudenzia Montone, dimorante tutt’ora in dimora paterna?

Artemisia Gentileschi: Sì.

Bulgarello: Bene. Si prenda nota; poiché riconosciutasi ella stessa dinanzi alla commissione, io, messer Bulgarello, sono in procinto sanza fallo d’errata persona, d’interrogar la qui presente Artemisia Lomi Gentileschi, in merito alla causa intentata dal padre suo, per deflorazione virginale forzata ad opera dell’imputato Agostino Tassi.

Artemisia Gentileschi: Aspettavo codesta convocazione. Madonna Turzia è stata da voi chiamata giorni addietro, immagino, per la medesima cagione.

Bulgarello: Si prega Madonna Gentileschi d’astenersi dal parlare se non interrogata. In quanto a madonna Turzia si, ella è stata interrogata in merito ai fatti accorsi, ma ora non siamo qui per fiatar di lei. Siete voi ora a dover riferire le cagioni vostre.

Artemisia Gentileschi: Ebbene, ciò che Turzia v’ha senz’altro confessato è che fu’io ad accostarmi di mia sponte a quanto m’è avvenuto. Ebbene ciò è mendacia! Madonna Turzia, locataria nella mia stessa casa, più volte mi consigliò di prestarmi alle attenzioni del Tassi, perfin di cedervi sanza remora, come una qualunque donna di mal costumi.

Bulgarello: Pare comunque che con madonna Turzia, abbiate avuto un’amicizia.

Artemisia Gentileschi: Sì messere. Madonna Tuzia era nostra vicina. L’invitavo spesso, el padre mio reputò fosse compagnia adeguata, tanto da offrirle ospitalità come locataria, con la famiglia sua, allo secondo piano de la nostra dimora in Santo Spirito in Sassia.

Bulgarello: Capite dunque che codesta commissione è ben stranita nel sentir ch’ora voi l’attaccate in siffatta maniera.

Artemisia Gentileschi: Son sì addolorata nel proferir simili accuse. Mai mi sarei aspettata un simil tradimento da parte d’un’amica. Ciò non di meno, non provo rimorso nel proferire la verità delle mie parole.

Bulgarello: Dunque fu Madonna Turzia, colei che vi avvicinò in principio al Tassi?

Artemisia Gentileschi: No messere, non fu lei.

Bulgarello: Ma la stavate accusando poc’anzi!

Artemisia Gentileschi: No messere. Turzia ha cospirato, ma non mi ha accostato lei ad Agostino Tassi. Fui io ad avvicinarmi di principio, ma unicamente perché interessata al lavoro suo di paesaggista, non per malizia o premeditazione alcuna.

Bulgarello: Dunque fu opera vostra l’adescamento. La commissione v’invita di esporre lo vostro primo incontro con lui.

Artemisia Gentileschi: Non fu un adescamento. Fu mio padre ad intrattener contatti con Agostino Tassi per primo, a cagione d’una discriminazione nei mei riguardi.

Bulgarello: Qual discriminazione?

Artemisia Gentileschi: Come immagino, la commissione sa qual mestiere io conduco.

Bulgarello: Intendete forse il vostro… diletto, nel dipingere?

Autoritratto come allegoria della Pittura – Artemisia Gentileschi – 1638-1639

Artemisia Gentileschi: Non è un semplice diletto mio signore. Io sono una pittrice e a detta di molti, molto più brava di chi studia arte! Esser apprendista presso il padre mio fu unica maniera per esercitar l’arte, essendomi precluse le accademie e altresì sbocchi lavorativi d’alcun genere.

Bulgarello: Voi siete femmina. Il lavoro non è cosa che si confaccia alle donne. Lo sa Dio e lo sa l’uomo!

Artemisia Gentileschi: Il lavoro alla luce del sole forse. Ma quante donne lavorano in clandestinità sanza che il mondo ne abbia novella alcuna?

Bulgarello: Madonna Gentileschi! Non siete stata convocata qui per questo. Lo vostro compito oggi è testimoniar sulla vostra… condizione di femmina violata. Rispondete dunque sanza tergiversare! Discorrevate in merito ai vostri rapporti con l’imputato Tassi.

Artemisia Gentileschi: Come pria dicevo, a causa della discriminazione dettata dallo sesso mio, mio padre avvicinò Agostino perché collega. Chiese che m’istruisse sull’arte della pittura e della prospettiva, di cui lui si fa tutt’ora maestro.

Bulgarello: Vostro padre dunque vi avvicinò all’imputato per primo?

Artemisia Gentileschi: Sì mio signore.

Bulgarello: Non v’è palesata in capo l’idea ch’elli volesse solo presentarvi un uomo distinto, in previsione futura d’una più profonda relazione? Siete certa che l’idea d’un maestro che v’istruisse all’arte della pittura non fosse solo un vostro capriccio, un’idea malsana che v’avvelenava le mente?

Artemisia Gentileschi: Assolutamente no! Mio padre ha avuto molti riguardi negl’anni per le mie capacità artistiche. Le intenzioni sue erano quelle d’un padre preoccupato che il sangue suo avesse un’istruzione in ciò che Dio m’avea privilegiata rispetto ai fratelli mei. Non v’era idea malsana. Tanto più che Agostino accettò di buon grado d’istruirmi.

Bulgarello: Dunque il vostro fu un avvicinamento volontario al Tassi? Nessuno vi ha obbligato alcuno ad intrattenere rapporti con lui.

Artemisia Gentileschi: No messere. M’avvicinai ad Agostino Tassi per volontà di mio padre, ma anche mia. Aveo l’occasione di poter esprimere le mie doti di disegno e pittura allo pieno delle mie forze.

Bulgarello: Questa commissione reputa abbastanza difficile crederlo. Dicevate che madonna Turzia v’ha spinta in tra le braccia di quest’uomo e ora voi confessate di esservi avvicinata a lui di vostra sponte?

Artemisia: Io non ebbi mai altri intenti se non quello di migliorarmi nell’arte. Non apprezzavo già i molti commenti che si vociferavano alle mie spalle per essermi avvicinata alla pittura, non ero intenzionata a rafforzarli con altri spergiuri e turpiloqui. Tuttavia madonna Turzia più volte m’avea incalzato, sottolineando che anche il Tassi avea quel genere d’interesse per me, che insieme saremmo stati una felice unione.

Bulgarello: Voi asserite che l’unica cosa che v’ha spinta verso Tassi è stata la vostra… poco consona idea di voler fare la pittrice?

Artemisia Gentileschi: Sì mio signore. Nulla di più.

Bulgarello: E ditemi… non eravate a conoscenza del suo passato? O che s’avesse già fama di lui per altri procedimenti giudiziari che lo vedeano come imputato? Reati quali l’incesto con la cognata? O che avesse tre sorelle dalla dubbia reputazione?

Artemisia Gentileschi: No io…

Bulgarello: E neppure che anco i due fratelli suoi avessero precedenti penali?

Artemisia Gentileschi: No mio signore.

Bulgarello: Dunque vostro padre vi ha accostato ad un uomo di cui non sapevate nulla? Di cui non v’erano giunte voci di alcun tipo? Via madonna Gentileschi… è sempre più difficile credervi.

Artemisia Gentileschi: Mio padre ed io eravamo del tutto ignari della sua situazione familiare! Non ne ha mai fatto menzione, né noi c’interessammo. Io stessa seppi del suo esser già maritato pochi mesi orsono.

Giuditta che decapita Oloferne – Artemisia Gentileschi – 1612-1613

Bulgarello: Madonna Gentileschi, chetatevi. Vogliate ora delucidarci in merito al vostro rapporto personale con Agostino Tassi. Come è iniziata tale vostra… amicizia? Perché c’è stata un’amicizia, vero? O non lo chiamereste così colloquialmente per nome.

Artemisia Gentileschi: Sì. Spinta da volontà paterna e da insistenze di madonna Turzia, decisi di intrattenere un rapporto più profondo con Agostino. Dapprima mi era sembrato un uomo molto freddo, ma scopri in seguito che la sua passione per la pittura era grande quanto la mia. Lavoravamo molto bene.

Bulgarello: In campo puramente “artistico” presumo.

Artemisia Gentileschi: Certamente. Agostino el padre mio, erano impegnati mesi addietro nella decorazione a fresco delle volte del Casino delle Muse, nel Palazzo Pallavicini Rospigliosi. Più volte entrambi si sono avvalsi de li miei schizzi e disegni.

Bulgarello: Sì sì, ma la vostra carriera artistica non è argomento di commissione. Seguitate a parlare di Tassi, madonna.

Artemisia Gentileschi: Ecco… in uno de nostri primi colloqui elli m’informò, per lealtà verso il padre mio disse, che sul conto mio giravano dicerie a causa di racconti goliardici d’un tale Francesco, garzone alla nostra bottega.

Bulgarello: Nostra? Madonna, voi non avete proprietà. La bottega è del padre vostro e di alcuno altro. Vogliate essere più precisa.

Artemisia Gentileschi: Dicevo… tale Francesco si vantava d’avermi avuta e più d’una volta.

Bulgarello: Tale gesto del Tassi nei riguardi vostri v’infastidì?

Artemisia Gentileschi: No messere, ma fu quanto avvenne dopo a farlo.

Bulgarello: Seguitate dunque. Che accadde?

Artemisia Gentileschi: Il giorno seguente, vennero nella dimora del padre mio a far visita lo stesso Tassi, accompagnato da Cosimo Quorli.

Bulgarello: Intendete il furiere della Camera Apostolica?

Artemisia Gentileschi: Sì mio signore. La presenza di colui m’infastidiva visibilmente. Ancor più quando lui stesso, non facendone mistero alcuno, mi consigliò di cedere alla corte di Agostino. Sdegnata, gli rifilai uno schiaffo in viso e lui, Quorli, m’aggredì verbalmente «N’avete dato a tanti ne potete dar’anco a lui». Restai impressionata da quel dì, che per diversi a seguire non uscii mai da le mura de la mia stanza. Mio padre preoccupato per la mia cagione, chiese a Tuzia d’accompagnarmi fuori, di farmi svagare.

Bulgarello: E in dove vi recaste per cercar codesti svaghi?

Artemisia Gentileschi: Alla Chiesa di San Giovanni. Pensavo che il conforto di nostro signore potesse al fin darmi sollievo. Invece non fu che altro cordoglio e disperazione. Proprio li in chiesa v’erano di nuovo Agostino e Quorli. Come appostati ad attenderci.

Bulgarello: Così voi avete inteso. Credete forse che il cercar Iddio onnipotente sia solo prerogativa vostra? Forse anch’essi han voluto chiedere perdono a Dio e cercavano conforto tra le sacre mura de la sua santa casa.

Artemisia Gentileschi: No mio signore. Conforto lo si trova all’interno, con la benedizione del sacerdote, non all’esterno delle mura appostati come corvi, che controllano chi v’entra e chi v’esce. Una volta entrate i due sedettero poc’anzi, così ch’io li scorgessi. Finita la mia orazione, dissi a Turzia di voler rientrare ma lei insistette fin’anco i due s’appressassero a noi. Agostino allora m’incalzò novamente perché m’accompagnasse elli stesso a casa, a ragion che nulla m’accadesse.

Bulgarello: E voi acconsentiste tale richiesta?

Artemisia Gentileschi: No, fui chiara e dissi di voler rientrare con l’unica compagnia della mia anima. Ma Agostino non accettò tale diniego.

Bulgarello: In che senso? V’ha forse assalita?

Artemisia Gentileschi: No, mio signore. Ma mi seguì a distanza, come un animale che segue la preda finché non fui sotto l’uscio paterno.

Bulgarello: Madonna Gentileschi non credete voi d’aver frainteso? Se le intenzioni del Tassi fossero state in realtà nient’altro dettate che da sincera preoccupazione?

Artemisia Gentileschi: Mio signore, se così fosse, elli non si sarebbe azzardato ad afferrarmi per il braccio sotto l’uscio.

Bulgarello: Dunque ci fu un’aggressione?

Susanna e i vecchioni – Artemisia Gentileschi – 1610

Artemisia Gentileschi: Mi afferrò il braccio, non con forza ma abbastanza perché mi bloccasse per lagnarsi della mia poca considerazione verso i riguardi suoi. A tali lamenti io risposi che l’unico modo che elli avea per prendermi era maritarsi con me.

Bulgarello: Fermatevi. Avete voi chiesto, ad un uomo che sembrate tanto disprezzare, di sposarvi?

Artemisia Gentileschi: No! Gli dissi che se volea avermi l’unico suo mezzo era il matrimonio. Ma la mia non era affatto una proposta! Per chi mi avete preso?!

Bulgarello: Si cheti, madonna Gentileschi. Questa commissione deve avvalorare l’attendibilità di ogni testimonianza perché giustizia faccia il suo corso! Ora la commissione vi prega, di rendere noto cosa accadde il 9 maggio anno domini 1611.

Artemisia Gentileschi: Mi trovavo in compagna di Turzia. Ero intenta a dipingere quando Agostino si presentò neli appartamenti miei e levandomi di mano tavolozza et pennelli, intimò a Turzia di lasciarci soli. Vattene via diceva, vattene. Io la pregai di non allontanarsi da me ma ella disse di non voler restare oltre. Una volta ch’ella fu uscita… no anco prima che Tuzia partisse lassandomi sola, Agostino poggiò la testa sua sul seno meo. E rimasti soli m’intimò di passeggiare con lui per la stanza.

Bulgarello: Poi che accadde? Madonna Getileschi… poi che accadde?

Artemisia Gentileschi: Finsi un improvviso malore. Pensai che non avrebbe levato mano contro un’inferma ma… mi sbagliai. Passeggiando intra la stanza, giunti alla porta elli serrò la camera a chiave e dopo serrata mi buttò su la sponda del letto mettendo mano al petto mio. Mi mise un ginocchio fra le cosce ch’io non potessi serrarle et alzatomi li panni, che fece gran fatica per alzarmeli… mi mise una mano con un fazzoletto alla bocca ch’io non potessi gridare… poi avea messo entrambi li ginocchi tra le mie gambe e…

Bulgarello: Madonna Gentileschi…

Artemisia Gentileschi: Et appuntendomi il membro alla natura cominciò a spingere… e lo mise dentro. Forte. Mi faceva gran male, ma la bocca mea era ancora serrata, eppure io cercavo d’urlare al mio meglio Turzia! Turzia! Presi a sgraffignargli lo viso, gli strappai li capelli… provai a dimenar me stessa con ogni forza ma lui… lui come niente accadesse continuò a fare il comodo suo, che mi stette un pezzo addosso tenendo il suo… dopo ch’ebbe fatto, mi si levò da dosso. Ed io libera, riuscii a divincolarmi et presi un coltello… ricordo che afferrai lo coltello col esio d’ammazzare Agostino.

Bulgarello: Una femmina onorata che tiene un coltello entro le sue stanze?

Artemisia Gentileschi: Mio signore. Potrò forse aver fama di donna fuor de la grazia di Dio per li mei comportamenti… ma assassina no. Questo no. Rimembro che scoppiai in lacrime e che abbandonai lo coltello al freddo pavimento.

Bulgarello: Madonna Gentileschi, veniamo ora ad un fatto che pone si cattiva luce su d’un evento tanto scellerato di natura. Tali accadimenti son avvenuti a distanza di quasi un anno. Perché mai il padre vostro intenta causa contro Agostino Tassi solo ora?

Artemisia Gentileschi: Quand’io mi calmai, elli mi disse “Datemi la mano che vi prometto di sposarvi”. Tale raccomandazione ebbe lo poter di tranquillizzarmi l’animo.

Bulgarello: Vi promise dunque il matrimonio?

Artemisia Gentileschi: Sì. Tanto che con questa promessa m’ha indotto a consentir a seguito più volte alle sue voglie che questa promessa anco me l’ha più volte riconfermata.

Bulgarello: Dunque non eravate a conoscenza che Agostino Tassi fosse maritato?

Artemisia Gentileschi: No mio signore. Quando ne ebbi notizia, mi olsi per il mio comportamento insano, ma elli continuava a negare, dicendomi che non avea moglie alcuna. Solo dopo, alcuni mesi fa, seppi che Agostino era già sposato… e che tale donna era in vita.

Bulgarello: Quindi voi in seguito, per mesi, vi concedeste più volte a quest’uomo, con la sola promessa di un matrimonio riparatore per ripristinar il vostro onore?

Artemisia Gentileschi: Sì.

Bulgarello: Madonna Gentileschi, vogliate ora essere sincera… che l’anima vostra non subisca l’ira divina per mendacia.

Artemisia Gentileschi: Io ho detto la santa verità! Lo giuro!

Bulgarello: Madonna Gentileschi… avevate voi esperienza o conoscenza alcuna di come l’atto carnale possa aver luogo tra uomo e donna?

Artemisia Gentileschi: No mio signore! Mai in vita mia! Della carnalità pria di Agostino non ebbi modo alcuno di conoscere.

Bulgarello: Neppure per bocca di madonna Turzia? Ella avea già figli. Mai nelle vostre conversazioni avete toccato siffatti argomentazioni?

Artemisia Gentileschi: No mio signore. Non in maniera si approfondita. Tale fu la mia inesperienza che tremai quando vidi lo sangue mio infiorettar le lenzuola dello meo letto.

Bulgarello: Dunque non sapeste la cagione del vostro versamento di sangue?

Artemisia Gentileschi: Non sino a poco tempo fa. Quando lo chiesi ad Agostino elli mi rispose che veniva perch’io ero di povera complessione.

Bulgarello: Madonna Gentileschi, voi, per vostra stessa ammissione, avete continuato ad aver rapporti carnali con Agostino Tassi. Per tali… prestazioni elli vi ricompensava? Avete mai ricevuto doni o denaro per codesti amplessi?

Artemisia Gentileschi: Assolutamente no! Gli unici doni scambiatici erano in occasione del Natale scorso. Ciò che facevo era dato dalla promessa di matrimonio.

Bulgarello: E tali rapporti erano consumati entro le mura de la dimora di vostro padre?

Artemisia Gentileschi: Sì mio signore. Non mi sono mai avvicinata alla dimora di Agostino.

Bulgarello: Oltre ad Agostino Tassi, avete conosciuto carnalmente altri uomini?

Artemisia Gentileschi: No mio signore.

Bulgarello: C’è giunta però voce che, un altro uomo già vi conobbe. Lo stesso uomo che voi avete citato. Cosimo Quorli.

Artemisia Gentileschi: No! Con lui mai e poi mai!

Bulgarello: Madonna Gentileschi, vi prego di calmarvi!

Autoritratto come Santa Caterina d’Alessandria – Artemisia Gentileschi – 1615-1617

Artemisia Gentileschi: Nego qualsiasi mendacia riguardi me e quel ladro! È ben vero che Quorli ha fatto di tutto per avermi, ma mai io ho voluto consentire, et una volta in particolare venne a casa mia, dopo che aveo avuto che fare con Agostino e fece di tutto per essere quello a seguire ma non gli riuscì. In un primo momento pensai persino che Agostino non volle sposarmi proprio perché timoroso che Cosimo avesse avuto ragion di me. Ma con quel ladro di Cosimo Quorli, che Iddio mi perdoni, ma brucerei all’inferno piuttosto che farmi sfiorare da lui una sola volta! Lui che ruba i quadri della mia casa!

Bulgarello: Madonna Gentileschi! Vi prego. Parlerete ad un’altra commissione di tale reato, visto che non è pertinente. Per il resto codesta commissione ritiene di avere elementi sufficienti.

Artemisia Gentileschi: Se m’è permesso, v’è un’ultima cosa che vorrei mettere a parte.

Bulgarello: Dite pure.

Artemisia Gentileschi: Mi è stato riferito che attualmente Agostino è recluso.

Bulgarello: È esatto.

Artemisia Gentileschi: Ebbene, il mio padrino, Pietro Rinaldi, m’ha confidato che la sera innanzi che Agostino fosse preso, andò con Cosimo da Tuzia e tutti tre insieme s’accordarono di quanto dire se fossero stati presi.

Bulgarello: Questo tipo d’accusa è molto pesante madonna Gentileschi. Vi consiglio di stare attenta. Già molti fatti in codesto caso sono assai strani e la vostra posizione è precaria quanto quella dell’imputato Tassi. Sarete riconvocata a giorni per il confronto con l’imputato. Potete andare.

 

Written by Alister Tinker

 

Voci: Alister Tinker

 

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