Oscar 2019: L’aria che tira – Previsioni sulle future nomination #2
Mancano 89 giorni alla 91esima Notte degli Oscar, 56 all’annuncio delle nomination. Il prospetto generale delle 21 sezioni principali si è fatto ormai completo: restano da scoprire solo una manciata di nomi fra i potenziali concorrenti, legati a produzioni già approdate sul mercato o in procinto di debuttarvi.
Non mutano le fonti consultate (AwardsCircuit, AwardsWatch, GoldDerby e l’Hollywood Reporter), sempre più esaustive nella loro opera di scandagliamento dei frontrunners (i capilista) delle diverse categorie; per il prossimo mese ci auguriamo di poter includere a pieno titolo il grande assente fino ad oggi, vale a dire Indiewire.
Miglior film
I magnifici sette che guidavano la corsa lo scorso mese non hanno mollato la presa: difficile dunque che manchi la nomination anche un solo lungo fra “BlacKkKlansman” (produttori Jason Blum, il regista Spike Lee, Raymond Mansfield, Sean McKittrick, Jordan Peele e Shaun Redick), “Black Panther” (produttore Kevin Feige), “La favorita” (produttori Ceci Dempsey, Ed Guiney, il regista Yorgos Lanthimos e Lee Magiday), atteso in Italia il prossimo 24 gennaio, “First Man – Il primo uomo” (produttori Marty Bowen, il regista Damien Chazelle, Wyck Godfrey e Isaac Klausner), “Green Book” (produttori Jim Burke, Brian Hayes Currie, il regista Peter Farrelly, Nick Vallelonga e Charles B. Wessler), atteso il prossimo 7 febbraio, “Roma” (produttori Nicolás Celis, il regista Alfonso Cuarón e Gabriela Rodriguez), atteso il prossimo 3 dicembre distribuito dalla Cineteca di Bologna, e “A Star Is Born” (produttori il regista Bradley Cooper, Bill Gerber, Lynette Howell Taylor, Jon Peters e Todd Phillips).
Ancora a contendersi i posti rimanenti (uno, due o tre?), nell’ordine, troviamo “Se la strada potesse parlare” (produttori Megan Ellison, Dede Gardner, il regista Barry Jenkins, Jeremy Kleiner e Adele Romanski) e “Vice – L’uomo nell’ombra” (produttori Will Ferrell, Dede Gardner, Jeremy Kleiner, il regista Adam McKay, Kevin J. Messick e Brad Pitt), atteso il prossimo 3 gennaio, seguiti da “Widows – Eredità criminale” (produttori Iain Canning, il regista Steve McQueen, Arnon Milchan e Emile Sherman).
Mai dire mai comunque di fronte “Boy Erased – Vite cancellate” (produttori il regista Joel Edgerton, Steve Golin e Kerry Kohansky-Roberts), atteso il prossimo 7 febbraio, “Cold War” (produttrici Ewa Puszczynska e Tanya Seghatchian), recentemente rientrato in gioco e atteso il prossimo 20 dicembre, “Copia originale” (produttori Anna Carey, Amy Nauiokas e David Yarnell), atteso il prossimo 28 febbraio, e “A Quiet Place – Un posto tranquillo” (produttori Michael Bay, Andrew Form e Brad Fuller). Sono invece crollate le aspettative rivolte a “Eighth Grade”.
Miglior regista
La prima linea resta immutata con gli agguerriti Bradley Cooper (“A Star Is Born”), Alfonso Cuarón (“Roma”) e Spike Lee (“BlacKkKlansman”), tallonati nuovamente da Yorgos Lanthimos (“La favorita”), cui sperano di affiancarsi parimenti Barry Jenkins (“Se la strada potesse parlare”) e il sempre più convincente Ryan Coogler (“Black Panther”). In piedi ancora Damien Chazelle (“First Man – Il primo uomo”), esce invece dalle top 5 Peter Farrelly (“Green Book”).
Miglior attore protagonista
Non subiscono variazioni sostanziali gli equilibri fra i cinque candidati più papabili: in primis Bradley Cooper (“A Star Is Born”) e Viggo Mortensen (“Green Book”), quindi Christian Bale (“Vice – L’uomo nell’ombra”) e Rami Malek (“Bohemian Rhapsody”), e infine Ryan Gosling (“First Man – Il primo uomo”).
Willem Dafoe (“Van Gogh – At Eternity’s Gate”, atteso il prossimo 3 gennaio) torna in gioco accanto al già noto Lucas Hedges (“Ben Is Back”, atteso il prossimo 20 dicembre, e/o “Boy Erased – Vite cancellate”) e a una new entry apprezzata ormai da mesi, Ethan Hawke (“First Reformed”). Retrocedono John David Washington (“BlacKkKlansman”) e Hugh Jackman (“The Front Runner – Il vizio del potere”, atteso il prossimo 21 febbraio).
Miglior attrice protagonista
Anche il fronte femminile non registra mutamenti di rilievo, guidato da Glenn Close (“The Wife – Vivere nell’ombra”), Olivia Colman (“La favorita”) e Lady Gaga (“A Star Is Born”); vi fanno parte anche Yalitza Aparicio (“Roma”), Viola Davis (“Widows – Eredità criminale”) e Melissa McCarthy (“Copia originale”); completano il gruppo la new entry Emily Blunt (“Il ritorno di Mary Poppins”, atteso il prossimo 20 dicembre) e Julia Roberts (“Ben Is Back”).
Miglior attore non protagonista
Non si schiodano dalle loro postazioni i primi cinque del mese scorso, Mahershala Ali (“Green Book”), Sam Elliott (“A Star Is Born”) e Richard E. Grant (“Copia originale”), Timothée Chalamet (“Beautiful Boy”) e infine Adam Driver (“BlacKkKlansman”); più indietro reggono Nicholas Hoult (“La favorita”) e Sam Rockwell (“Vice – L’uomo nell’ombra”), assieme al riaccreditato Michael B. Jordan (“Black Panther”), diversamente da Tim Blake Nelson (“La ballata di Buster Scruggs”) e Daniel Kaluuya (“Widows – Eredità criminale”).
Miglior attrice non protagonista
Le prove più convincenti le troviamo nei medesimi film di qualche settimana fa: anzitutto “Se la strada potesse parlare” (Regina King) e “La favorita” (Emma Stone e Rachel Weisz), poi “Boy Erased – Vite cancellate” (Nicole Kidman), seguito da “Vice – L’uomo nell’ombra” (Amy Adams) e “First Man – Il primo uomo” (Claire Foy), fino a “Roma” (Marina de Tavira).
Miglior sceneggiatura originale
Pare confermata la rosa costituita, nell’ordine, da Deborah Davis e Tony McNamara (“La favorita”), Brian Hayes Currie, Peter Farrelly e Nick Vallelonga (“Green Book”) e Alfonso Cuarón (“Roma”), Bo Burnham (“Eighth Grade”), Paul Schrader (“First Reformed”), Tamara Jenkins (“Private Life”) e Adam McKay (“Vice – L’uomo nell’ombra”); si aggiunge inoltre Daniel Stiepleman (“On the Basis of Sex”).
Miglior sceneggiatura non originale
I copioni ritenuti ancora migliori sono quelli di Spike Lee, David Rabinowitz, Charlie Wachtel e Kevin Willmott (“BlacKkKlansman”) e Barry Jenkins (“Se la strada potesse parlare”), quindi di Nicole Holofcener e Jeff Whitty (“Copia originale”) e Bradley Cooper, Will Fetters ed Eric Roth (“A Star Is Born”).
Il posto vacante andrebbe a Joe Robert Cole e Ryan Coogler (“Black Panther”) o Gillian Flynn e Steve McQueen (“Widows – Eredità criminale”), meno probabilmente a Joel Edgerton (“Boy Erased – Vite cancellate”) e alla new entry Audrey Wells (“The Hate U Give”). Vengono ora esclusi dalle top 5 Luke Davies e Felix Van Groeningen (“Beautiful Boy”), ma soprattutto Josh Singer (“First Man – Il primo uomo”), un tempo ben più convincente.
Miglior film d’animazione
Fra i 25 titoli ammessi alla competizione, i preferiti restano “Gli Incredibili 2” (di Brad Bird, produttrice Nicole Paradis Grindle; Pixar), “Mirai” (di Mamoru Osoda; Studio Chizu), “Ralph Spacca Internet” (di Phil Johnston e Rich Moore, produttore Clark Spencer; Disney), atteso il prossimo 1° gennaio, e “Spider-Man – Un nuovo universo” (di Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman; Sony Pictures Animation), atteso il prossimo 25 dicembre, seguiti a breve distanza da “L’isola dei cani” (di Wes Anderson, produttori Wes Anderson, Steven Rales e Scott Rudin; 20th Century Fox Animation); uno scarto maggiore separa “Ruben Brandt, Collector” (di Milorad Krstić; Ruben Brandt).
Miglior film straniero
Considerando i primi nove titoli pronosticati da AwardsCircuit e AwardsWatch e la shortlist avanzata dall’Hollywood Reporter, i sette che paiono con certezza destinati a superare la prima scrematura operata dall’Academy sono “Un affare di famiglia” (di Hirokazu Kore’eda, Giappone), “Border” (orig. “Gräns”, di Ali Abbasi, Svezia), al quale si torna ad attribuire fiducia, “Burning” (orig. “Beoning”, di Lee Chang-dong, Corea del Sud), “Cafarnao” (di Nadine Labaki, Libano), atteso il prossimo 24 gennaio, “Cold War” (di Paweł Pawlikowski, Polonia), atteso il prossimo 20 dicembre, “Girl” (di Lukas Dhont, Belgio) e “Roma” (Messico).
Candidati papabili restano “Birds of Passage” (orig. “Pájaros de verano”, di Cristina Gallego e Ciro Guerra, Colombia), “The Guilty” (orig. “Den skyldige”, di Gustav Möller, Danimarca) e “Opera senza autore” (di Florian Henckel von Donnersmarck, Germania), seguiti da “I Am Not a Witch” (di Rungano Nyoni, Regno Unito).
Miglior film documentario
Considerando i primi 15 e 16 titoli pronosticati rispettivamente da AwardsCircuit e AwardsWatch e la shortlist (di 15 concorrenti, a fronte di un totale di 170 presentati all’Academy) avanzata dall’Hollywood Reporter, anche in questo caso sono sette i favoriti: “Crime + Punishment” (di Stephen Maing, produttori Stephen Maing, Eric Daniel Metzgar e Ross Tuttle), “Dark Money” (di Kimberly Reed, produttori Kimberly Reed e Katy Chevigny), “Free Solo” (di Jimmy Chin ed Elizabeth Chai Vasarhelyi, produttori Jimmy Chin, Shannon Dill, Evan Hayes ed Elizabeth Chai Vasarhelyi), “Minding the Gap” (di Bing Liu, produttori Bing Liu e Diane Quon), “RBG” (di Julie Cohen e Betsy West, anche produttrici), “Three Identical Strangers” (di Tim Wardle, produttori Grace Hughes-Hallett e Becky Read) e “Won’t You Be My Neighbor?” (di Morgan Neville, produttori Caryn Capotosto, Nicholas Ma e Morgan Neville).
Due fonti condividono il quintetto costituito da “Hale County This Morning, This Evening” (di RaMell Ross, produttori Joslyn Barnes, Su Kim e RaMell Ross), “Sulle sue spalle” (di Alexandria Bombach, produttori Hayley Pappas e Brock Williams), atteso il prossimo 6 dicembre, “Quincy” (di Alan Hicks e Rashida Jones, produttrice Paula DuPré Pesmen), “Science Fair” (di Cristina Costantini e Darren Foster, produttori Cristina Costantini, Darren Foster e Jeff Plunkett) e “Shirkers” (di Sandi Tan, produttrici Jessica Levi, Maya Rudolph e Sandi Tan).
Sostenitori isolati li vantano “Amazing Grace” (del defunto Sydney Pollack, produttori Alan Elliott e Tirrell D. Whittley), girato nel 1972 ma fatto circolare solo dopo la morte di Aretha Franklin, “The Biggest Little Farm” (di John Chester, produttori John Chester e Sandra Keats), “Bisbee ’17” (di Robert Greene, produttori Susan Bedusa, Bennett Elliott e Douglas Tirola), “Fahrenheit 11/9” (di Michael Moore, produttori Carl Deal, Michael Moore e Meghan O’Hara), “Filmworker” (di Tony Zierra, produttori Elizabeth Yoffe e Tony Zierra), “Generation Health” (di Lauren Greenfield, produttori Wallis Annenberg, Frank Evers e Lauren Greenfield), “Jane Fonda in Five Acts” (di Susan Lacy, produttori Susan Lacy, Jessica Levin e Emma Pildes), “The King” (di Eugene Jarecki, produttore Christopher Frierson, Georgina Hill, Eugene Jarecki, David Kuhn e Christopher St. John), “Love, Gilda” (di Lisa Dapolito, produttori Bronwyn Berry, Lisa Dapolito e James Tumminia), “Maria By Callas” (di Tom Volf, produttori Thierry Bizot, Emmanuel Chain, Gaël Leiblang, Emmanuelle Lepers e Tom Volf), “Mi ameranno quando sarò morto” (di Morgan Neville, produttori Josh Karp, Korelan Matteson, Morgan Neville e Filip Jan Rymsza), “Reversing Roe” (di Ricki Stern e Anne Sundberg, produttrici Keli Goff e Anne Sundberg), che torniamo a questo punto a considerare, “The Sentence” (di Rudy Valdez, produttori Sam Bisbee e Jackie Kelman Bisbee), “The Silence of Others” (di Robert Bahar e Almudena Carracedo, anche produttori) e “Studio 54” (di Matt Tyrnauer, produttori John Battsek, Corey Reeser e Matt Tyrnauer). Perdono interesse “McQueen” e “The Price of Everything”.
Miglior colonna sonora
Il panorama non è ancora ben definito, a dire il vero: solo due nomi sono condivisi da AwardsCircuit e AwardsWatch, vale a dire Nicholas Britell (“Se la strada potesse parlare”) e Justin Hurwitz (“First Man – Il primo uomo”). Gli altri aspiranti avversari potrebbero essere scelti fra Terence Blanchard (“BlacKkKlansman”), Ludwig Göransson (“Black Panther”), Kris Bowers (“Green Book”), Max Richter (“Maria regina di Scozia”), Marc Shaiman e Scott Wittman (“Il ritorno di Mary Poppins”) e Hans Zimmer (“Widows”).
Miglior canzone
Super favorita al momento è “The Shallow” (da “A Star Is Born”; musica e testo di Mark Ronson, Lady Gaga, Anthony Rossomando e Andrew Wyatt), seguita da un quintetto incluso in tre top 5 su tre: stiamo parlando di “All the Stars” (da “Black Panther”; musica e testo di Kendrick Lamar, Sounwave, Al Shux e SZA), “Here Comes the Change” (da “On the Basis of Sex”; musica e testo di Drew Pearson, Kesha Sebert e Stephen Wrabel), “I’ll Fight” (da “RBG”; musica e testo di Diane Warren), “The Place Where Lost Things Go” (da “Il ritorno di Mary Poppins”; musica e testo di Marc Shaiman e Scott Wittman) e “Revelation” (da “Boy Erased – Vite cancellate”; musica e testo di Troye Sivan e Jon Thor Birgisson). Non per questo vanno sottovalutate “Girl in the Movies” (da “Dumplin’”, musica e testo di Dolly Parton e Linda Perry) e “Gravity” (da “Free Solo”; musica e testo di Tim McGraw e Lori McKenna).
Migliori effetti speciali
Guidano la corsa “Avengers: Infinity War” (Dan DeLeeuw, Russell Earl, Kelly Port e Dan Sudick), “Black Panther” (Geoffrey Baumann, Jess James Chisholm, Craig Hammack e Dan Sudick) e “Ready Player One” (Matthew Butler, Grady Cofer, Roger Guyett e David Shirk), precedendo “Annientamento” (A.A.V.V.), “First Man – Il primo uomo” (Ian Hunter, Paul Lambert, Tristan Myles e J.D. Schwalm), “Il ritorno di Mary Poppins” (Jim Capobianco, Matt Johnson, Kyle McCulloch e Steve Warner) e “Bumblebee” (A.A.V.V.), atteso il prossimo 20 dicembre.
Miglior montaggio
L’ipotetica cinquina, identica a quella del mese scorso, è condotta da Jay Cassidy (“A Star Is Born”) e completata da Yorgos Mavropsaridis (“La favorita”), Tom Cross (“First Man – Il primo uomo”), Alfonso Cuarón e Adam Gough (“Roma”) e Joi McMillon e Nat Sanders (“Se la strada potesse parlare”). Qualcuno fra questi potrebbe essere scalzato da Barry Alexander Brown (“BlacKkKlansman”), Debbie Berman e Michael P. Shawver (“Black Panther”), Patrick J. Don Vito (“Green Book”) o Joe Walker (“Widows – Eredità criminale”).
Miglior fotografia
Anche in questo caso la cinquina non subisce alterazioni, composta primariamente da Robbie Ryan (“La favorita”), Alfonso Cuarón (“Roma”) e Matthew Libatique (“A Star Is Born”), cui si affiancano Linus Sandgren (“First Man – Il primo uomo”) e James Laxton (“Se la strada potesse parlare”). Non è affatto da escludere la presenza di Lukasz Zal (“Cold War”), o piuttosto, ma con minor probabilità, quella di Rachel Morrison (“Black Panther”).
Miglior scenografia
Le uniche new entry rispetto al mese passato, James Merifield e Gina Cromwell (“Maria regina di Scozia”), si fanno timidamente spazio fra i già noti Hannah Beachler e Jay Hart (“Black Panther”) e Fiona Crombie e Alice Felton (“La favorita”), i quali precedono anzitutto Nathan Crowley e Kathy Lucas (“First Man – Il primo uomo”) e John Myhre e Gordon Sim (“Il ritorno di Mary Poppins”), quindi Lisa Chugg e Guy Hendrix Dyas (“Lo schiaccianoci e i quattro regni”) e Karen Murphy e Ryan Watson (“A Star Is Born”).
Migliori costumi
Praticamente immutato anche il prospetto di questa categoria: semplicemente Alexandra Byrne (“Maria regina di Scozia”) uguaglia le aspettative riservate a Ruth E. Carter (“Black Panther”) e Sandy Powell (“La favorita” e “Il ritorno di Mary Poppins”); subito dopo si posiziona Colleen Atwood (“Animali fantastici – I crimini di Grindelwald”), seguita infine da Andrea Flesch (“Colette”) e Jenny Beavan (“Lo schiaccianoci e i quattro regni”).
Migliori trucco e acconciatura
AwardsCircuit e AwardsWatch non sono minimamente in accordo su chi debba andare a comporre il terzetto d’eccellenza: l’uno propone Ken Diaz, Camille Friend e Joel Harlow (“Black Panther”), Mark Coulier (“Stanlio e Ollio”) e A.A.V.V. (“Vice – L’uomo nell’ombra”), l’altro A.A.V.V. (“Border”), A.A.V.V. (“La favorita”) e A.A.V.V. (“Lo schiaccianoci e i quattro regni”).
Miglior sonoro
Quattro film non mancherebbero la nomination: “Black Panther” (Steve Boeddecker, Peter Devlin e Brandon Proctor), “First Man – Il primo uomo” (Mary H. Ellis, Jon Taylor, Frank A Montaño, Ai-Ling Lee), “Il ritorno di Mary Poppins” (Simon Hayes, Michael Keller e Mike Prestwood Smith) e “A Star Is Born” (Steve Morrow, Tom Ozanich, Jason Ruder e Dean Zupancic). Il posto vacante lo occuperebbe “Roma” (Craig Henighan, José Antonio García e Skip Lievsay), oppure, meno probabilmente, “A Quiet Place – Un posto tranquillo” (Michael Barosky e Brandon Proctor).
Miglior montaggio sonoro
A condurre l’ultima cinquina troviamo “First Man – Il primo uomo” (Mildred Iatrou Morgan e Ai-Ling Lee) e “Black Panther” (Steve Boeddecker e Benjamin A. Burtt), seguiti da “A Quiet Place – Un posto tranquillo” (Erik Aadahl e Ethan Van Der Ryn), “Roma” (Sergio Díaz e Skip Lievsay) e “A Star Is Born” (Alan Robert Murray). Si tengano tuttavia d’occhio “Deadpool 2” (Mark Stoeckinger), “Gli Incredibili 2” (Coya Elliott e Ren Klyce) e “Ready Player One” (Richard Hymns e Gary Rydstrom).
La rubrica “Oscar 2019: L’aria che tira” si rinnoverà grazie ad un aggiornamento fra un mese esatto.
Written by Raffaele Lazzaroni
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