“Camurrìa” di Francesco Lisa: la Sicilia degli anni ’50 tra mafia, amori e grandi speranze tradite
“Ah caro Mimì, quant’è bella la vita, se non fosse per certe persone che la complicano con le loro assurde pretese, scivolerebbe via leggera come il volo di un gabbiano sul mare. Bastasse che ognuno facesse il suo, sfruttando al meglio le proprie capacità, senza guardare a ciò che realizzano gli altri, senza fomentare rancori, invidie e vendette.”

Anni ’50, Sicilia. Il giovane prete Don Martino e Mimì, ragazzino orfano, arrivano nel piccolo paese di Marvaggio.
Entrambi sono entusiasti della parrocchia, del paesino e dell’accoglienza ma Don Martino è sempre all’erta perché sa che la malavita si nasconde nei luoghi meno probabili e che Marvaggio non è da meno.
Ambientarsi non sarà difficile per i due e le vite scorreranno serenamente fino a quando il prete non deciderà di costruire un oratorio per la sua gente. Dovranno battersi contro l’omertà, contro il boss ‘zu Pino e contro quelle ingiuste leggi implicite che vorrebbero governare su tutti.
A mettersi in mezzo anche una donna tentatrice che potrebbe scalfire quella fede in Dio che sembrava così salda e certa.
“Camurrìa” (aprile 2018) è il secondo romanzo del messinese Francesco Lisa edito da Edizioni Convalle dopo “Parlami di lei” (2017).
Una storia bellissima, coinvolgente, che scorre sotto gli occhi del lettore con un sentimento di realtà molto forte. Don Martino è un prete giovane, alla prima esperienza con una parrocchia tutta sua. La vicinanza con Mimì è fondamentale per lui, più di quanto avrebbe mai immaginato. I due infatti diventano amici e perfino confidenti ed è imprescindibile il rapporto padre-figlio.
Ogni capitolo è introdotto da un proverbio siciliano con relativa traduzione, una sorta di introduzione a ciò che accadrà nelle pagine successive.
“Lu signuruzzu i cosi i fici ritti, poi vinni lu diavulu e li sturciù.” (“Dio creò il mondo giusto, poi venne il diavolo che lo storpiò”)
“Camurrìa” è tante cose insieme, è un romanzo di mafia, di ribellione, di formazione, è il racconto di un paese siciliano come tanti in quegli anni, alle prese con i pettegolezzi, con gli obblighi, con gli sfregi dei maligni, con gli amori e le nascite di nuove famiglie.

La scrittura di Francesco Lisa è davvero interessante ed attraente. Una volta cominciata la lettura staccarsene è impossibile. Sarà per il suo essere così diretto e concreto, per la bravura nel trasmettere le emozioni dei protagonisti del romanzo, per il saper delineare così bene caratteri e storie.
“Ma la Sicilia è questa, una terra in cui non sai mai cosa ti aspetta e quando pensi che non abbia più niente da offrirti, quando appena ti sfiora l’idea di evadere da essa, ecco che ti sorprende tenendoti stretto alla sua bellezza.”
Ci si innamora di Mimì ma si rimane affascinanti da Don Martino, un prete dall’umanità profonda. Un prete che altro non è che un uomo come tutti noi ed è bellissimo questo saper unire e al contempo dividere la fede verso un essere superiore e quella per tutto ciò che di terreno vive ed affronta.
Un romanzo difficile da dimenticare con alcune scene davvero forti foriere di rabbia, paura e profonda commozione.
Written by Rebecca Mais
Info
Pagina Facebook Francesco Lisa