“Gli anni migliori” di Stefano Casini: un giro di giostra è l’immagine del cambiamento degli anni ’70
Gli anni settanta, quelli del cambiamento quando tutto sembrava possibile come afferrare il pendaglio al “calcio in culo” nella fiera del paese, quando le stagioni erano scandite dal ritorno a scuola e guardare il mare era l’unico momento in cui stare da soli, mentre il resto del tempo si passava in gruppo cercando di essere partecipi di qualcosa che in fondo non si capiva molto bene.

La politica, presente in ogni azione quotidiana, dagli scioperi in classe alle chiacchiere al bar, sembrava permeare ogni strato della vita pubblica, ma non appartenere veramente a Saverio, il protagonista del racconto pubblicato da Tunué.
Lui è un ragazzo molto simile a quelli di oggi nelle sue problematiche personali: trovare una ragazza, farsi accettare dai ragazzi più grandi, trovare fiducia in se stesso, fare i conti con la propria sessualità sembrano essere tematiche che più gli stanno a cuore e rivelarsi problemi da affrontare.
Il presente di Saverio e del suo amico Max sono delineati con semplicità, piccoli scorci di vita quotidiana che vanno dalle uscite serali ai pranzi in famiglia, dove i personaggi di paese si muovono sullo sfondo e prendono parte alla vita dei due ragazzi nel loro percorso di formazione quasi inconsapevolmente: l’idolo del paese è un perdigiorno e ha un rapporto altalenante con la moglie, ma è considerato un vincente; la bella vicina di casa attraente e dai risvolti inaspettati saprà fargli provare nuove esperienze; i vecchi del bar che sanno sempre tutto gli racconteranno un particolare che a lui era sfuggito e saranno loro con la loro rivelazione a dare una svolta conclusiva alla storia.
Le figure femminili anche se non sono predominanti, segnano il percorso di Saverio: c’è la nonna che nasconde un segreto, la mamma protettiva, la vicina prorompente, la bambina che si affeziona a lui, le coetanee che lanciano sguardi furtivi; sembrano lontane tra loro come mentalità ed invece custodiscono gli stessi desideri, anche se ancora lontane dallo sdoganamento della parità di genere.
L’autore è Stefano Casini, disegnatore toscano molto noto tra gli appassionati di fumetti; i suoi anni ’70 sono quelli della provincia lontani dalle grandi città e dai grandi scioperi e manifestazioni di massa.
Le vicende si svolgono in una piccola città costiera, facilmente intuibile la nota autobiografica dell’autore (nato e vissuto in una cittadina in provincia di Livorno), in un arco temporale di una estate, ma non sono grandi eventi: c’è la fiera, ci sono gli scioperi a scuola, c’è il sabato pomeriggio per divertirsi, ci sono gli incontri in piazza con gli amici.
Si potrebbe dire che non succede mai niente, come in tutti i paesi di provincia, anche se sono gli anni ’70, e l’atmosfera piatta è determinata anche dallo stesso stile ad acquerelli e matite colorate, semplice e scarno di particolari.
Predominano nella graphic novel le linee chiare, i toni seppia di un passato recente e le bellissime tavole a tutta pagina ad acquerello e matite riproducono con grande fedeltà i tramonti sulla costa tirrenica. I paesaggi e i luoghi sono facilmente riconoscibili ed anche l’ambientazione riesce ad essere fedele agli anni ’70 negli abiti e negli interni delle abitazioni.

Nonostante la mancanza di elementi dirompenti all’interno della narrazione, a poco a poco il lettore scopre che quello che cambia non è nei luoghi o negli avvenimenti, ma nelle persone: Saverio diventa grande e gli altri personaggi che gli ruotano attorno perdono quell’aurea esemplare che lui vedeva con gli occhi ingenui.
Il vecchio pescatore di nome Pilade che con parole spicce e nostalgiche cerca di dare suggerimenti al giovane Saverio, diventa la figura chiave, per portare a conclusione l’intera trama, anche se il finale era facilmente intuibile a tratti: conoscere se stessi è anche conoscere il proprio passato e farci i conti prima di andare avanti nella vita.
Il motivo che spinge l’autore a scrivere e disegnare la storia sembra essere quasi personale, dare un senso a quegli anni passati al margine di un cambiamento più grande, ma in sé nasconde anche la storia di molti giovani di quegli anni, non tutti intenti a cambiare il mondo, ma soltanto loro stessi.
Il narratore segue la vicenda dei personaggi quasi in prima persona come fosse lui stesso uno di loro ormai adulto e la frase “Lo capirai a suo tempo” detta da Pilade, sembra essere un avvertimento rivolto a se stesso.
Una graphic novel che con un velo di malinconia, alternata a passaggi davvero divertenti, uno tra tutti la sequenza di Saverio in mutande davanti alla finestra, riesce a raccontare con leggerezza e senza pedanteria gli anni migliori: quelli dell’adolescenza, quelli del cambiamento, quelli in cui il futuro era ancora in divenire e quel senso di libertà misto a incertezza che lasciava appesi come sul seggiolino della giostra.
Poi arriva l’età adulta e la consapevolezza di essere diversi e di lasciarsi tutto alle spalle: le incertezze, i dubbi, le aspettative. Ma questa è un’altra storia.
Written by Gloria Rubino