“Canzoni nella notte” di RosGos: le canzoni di purificazione di Maurizio Vaiani
Maurizio Vaiani in passato cantante dei Jenny’s Joke, formazione di Crema dalle radici alternative rock che, per chi come me ha seguito quella scena, abbiamo visto attiva intorno ai primi anni 2000, fa il suo rientro in società dopo una dovuta pausa regalandoci quella che potrebbe definirsi canzone d’autore in italiano in cerca di una liaison con il classico, sotto il nome di RosGos.
Ed è proprio questo coniugare il pianoforte, con una spruzzata di psichedelia e l’uso di batterie elettroniche, a volte dritte e a volte sbilenche, a regalarci un album fatto di canzoni eclettiche e di qualità non comuni.
“Canzoni nella notte” viene percepito a livello sottocutaneo come un album di purificazione, talvolta espiazione, intimistico nonostante sia ricco di una venatura pop a tratti forte ma non etichettabile come “commerciale” o tanto meno “teen”.
Sono quelle canzoni che un autore compone per resettare dolori, sensi di colpa, per colmare vuoti, per fissare momenti felici ed indimenticabili.
È questo che sento esprimere da Maurizio Vaiani.
“Canzoni nella notte” è uno di quegli album con un percorso che si snoda tra le emozioni della vita, alle prese con le varie sfaccettature dell’amore fatto di tensioni così come in “Viaggiarti il cuore”, le gioie irripetibili di Riccioli”e “Scintille” e quegli addii che ti lacerano, in “Resta qui con me”, “Luvi” e “L’addio”.
Altre canzoni raccontano di quanto la vita si riempie di amore verso la propria metà e ne diventano una vera e propria dichiarazione così come nella ballad “Ovunque, sei”; ed è la stessa vita che affronta malattie degenerative come l’alzheimer così come si ascolta in “Parole” e le devastanti perdite di piccoli angeli “Luce”.
In “Due lame” la paura, le conquiste, le perdite, i tormenti, le gioie e le pacificazioni si intrecciano tra loro, nel tentativo di raccontare non solo una canzone ma uno stralcio della nostra vita.
Se dovessi scegliere una favorita tra tutte queste emozioni che si tramutano in canzoni, sceglierei “Viaggiarti Il Cuore” ma non perché è il brano che introduce a questa nuova fatica o non è facilmente descrivibile nei suoi innesti chitarristici e nei chorus l’uso del tremolo diventa tanto sublime da portare alla memoria gli inserti di Martin Lee Gore indiscussa mente dei Depeche Mode…
La sceglierei, anzi, la scelgo perché lì dentro trovo tutto me stesso e, vedo in Vaiani colui che ha saputo tradurre in musica ciò che ho nell’anima e che, nonostante il mio lavoro da fonico e turnista chitarrista, mai sono stato in grado di trasporre in note.
“Ed io che vorrei/ viaggiarti il cuore/ accarezzartelo/ come neve al sole/ E poi godere dei tuoi baci come carezze/ Lasciarmi andare tra le braccia tue// Ed io che vorrei/ cullare le tue notti/ Cantarti poesie/ Sussurrarti sogni/ […]” ‒ “Viaggiarti il cuore”
Written by Luca Dainese
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