“Conversazione su Tiresia” di Andrea Camilleri diretto da Roberto Andò: dal Teatro greco di Siracusa al cinema
“Nessun poeta
può trarre profitto dalla propria arte.”
Conversazione su Tiresia è uno spettacolo prodotto da Carlo degli Esposti per Palomar, ideato, scritto e narrato da Andrea Camilleri che “cunta” appunto le vicende di Tiresia, indovino cieco che attraversa i secoli intrecciandosi a quelle dello scrittore siciliano.
Questa serata, a cura di Valentina Alferj, con la regia di Roberto Andò e le musiche dal vivo di Roberto Fabbriciani, è andata in scena al Teatro Greco di Siracusa lo scorso 11 giugno e con le riprese in alta definizione dirette da Stefano Vicario è stato distribuito al cinema da Nexo Digital come evento speciale lo scorso 5, 6 e 7 novembre in collaborazione con media partner Radio DEEJAY, Mymovies e Sellerio editore che il prossimo marzo ne pubblicherà il testo.
Il film inizia col riprendere i capannelli di gente che affollano l’ingresso sin dal tramonto, finché col buio e sulle note di The Cinema Show dei Genesis, in cui si parla di Father Tiresias, entra Camilleri con una coppola in testa e due grosse lenti rosse agli occhi.
Guidato e accompagnato da Valentina Alferj e da un bimbo che resterà seduto ad ascoltare a bocca aperta (e a versare di tanto in tanto bicchieri d’acqua!) dà vita ad un incredibile monologo di un’ora e mezza che con leggerezza ed ironia spazia dalla mitologia greca e romana, alla letteratura, al cinema…fino a qualche affondo nella politica italiana.
Nato a Tebe a sud del monte Citerone, su cui gli dei giocano alle metamorfosi, Tiresia ammazza un serpente (che in realtà era Zeus) e viene trasformato in donna: il che significa ricevere un cervello femminile multitasking che gli fa pensare migliaia di cose contemporaneamente… questa è la verità e non la versione secondo cui è stato accecato perché ha visto Atena nuda al bagno o perché ha rivelato che nell’amplesso la donna prova nove volte più piacere dell’uomo!
I Romani poi lo prendono in antipatia a partire da quel poetastro di Orazio che lo taccia di essere un cacciatore di eredità e dal moralista Seneca che lo riduce a dedurre… “come un qualsiasi commissario di polizia!” e addirittura Luciano di Samosata lo definisce “un licenzioso ermafrodita che si autopossiede”.
E mentre Tiresia-persona e Tiresia-personaggio si uniscono quando compare Edipo (e con molta ironia confessa di aver cercato di resistere per salvare il mondo dalla psicanalisi…ma già sapeva che sarebbe arrivato Freud!) il “cunto” continua con la sparizione dell’Olimpo per far posto alla croce cristiana.
Dante lo mette all’Inferno con i fraudolenti accusandolo di “false predizioni” e poi cala il silenzio fino al Novecento: il secolo del suo riscatto.
“Oedipus Rex” di Stravinsky, “Le mammelle di Tiresia” di Apollinaire, “Edipo Re” di Pasolini (di cui viene proiettato un frammento) con Julian Beck, fondatore del Living Theatre e soprattutto Primo Levi che in “La chiave a stella” racconta la metamorfosi da uomo a non-uomo tentata dai nazisti con Levi che si salva facendo ricorso alla poesia: una cavalcata nella storia, nella letteratura e nella poesia con i ringraziamenti finali a Borges “per non averlo mai citato”.
“Ho trascorso la mia vita inventarmi storie e personaggi.
L’invenzione più felice è stata quella di un commissario conosciuto ormai nel mondo intero.
Da quando Zeus, o chi ne fa le veci,
ha deciso di togliermi di nuovo la vista, questa volta a novant’anni,
ho sentito l’urgenza di riuscire a capire cosa sia l’eternità
e solo venendo qui, tra le pietre eterne del teatro di Siracusa,
posso intuirla”
Written by Monica Macchi
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