Intervista di Altea Gardini all’archeologo Giuseppe Sassatelli: l’apertura del nuovo museo Classis
Manca poco alla data del primo dicembre e a Ravenna fervono i preparativi per l’allestimento e la preparazione all’apertura del nuovo museo: “Classis”.
Il nuovo spazio museale si andrà ad inserire, come un nuovo astro nel cielo stellato della città di Ravenna.
Per parlarci del nuovo polo culturale che sta per aprire le porte alla città, abbiamo invitato il Professor Giuseppe Sassatelli, docente di Etruscologia e Archeologia italica presso l’Università di Bologna e presidente della Fondazione RavennAntica, che della costituzione del museo si sta occupando.
A.G.: Buongiorno professore, la ringrazio per avermi concesso parte del suo tempo. Il primo dicembre, a Classe, aprirà le porte il nuovo museo Classis. Come è nato il progetto di questo nuovo spazio museale in una città come Ravenna, già ricca di musei e evidenze monumentali che furono, già in epoca storica, concepite come narranti per coloro che ne avrebbero fruito lo spazio?
Giuseppe Sassatelli: È vero che la che la città di Ravenna è già ricca di Musei ma è altrettanto vero che manca un “museo della città” cioè un museo in cui si racconti, in modo unitario e complessivo, la storia della città. Nasce con questo presupposto il progetto di questa nuova struttura che si chiamerà appunto “Classis Ravenna – Museo della Città e del Territorio”. Sarà un lungo racconto fatto con materiali archeologici particolarmente significativi per ciascuna delle più importanti fasi storiche della città e del suo territorio. E come tale non un museo che si contrappone o fa concorrenza agli altri Musei, ma al contrario un Museo che suggerirà ai suoi visitatori, con espliciti rimandi, di andare a visitare gli altri musei per i necessari approfondimenti su singole fasi o su specifici materiali. Il Museo nasce anche per accogliere materiali rinvenuti in scavi recenti, sia a Classe che a Ravenna, e per esporre materiali che erano nei magazzini degli altri musei e non erano quindi visibili. E sui quali RavennAntica ha operato con restauri e pulizie proprio in vista di questa loro esposizione. In questo modo il nuovo Museo costituisce una bellissima occasione per offrire al pubblico di visitatori e turisti una documentazione più ricca delle testimonianze archeologiche ravennati.
A.G.: Ravenna, già città etrusca nel V secolo a.C., ha insito nel suo nome un rapporto di natura profonda con le acque, prime su tutte quelle alluvionali e poi quelle marine. Il Classis dedicherà uno spazio al rapporto della città con il mare, come ci anticipa anche la lunga onda che accompagnerà il visitatore all’ingresso del museo, come hanno influito le acque su questa città?
Giuseppe Sassatelli: Uno dei tratti più significativi e per così dire identitari della storia di Ravenna è il suo rapporto col mare. A partire dall’età pre-romana quando Ravenna è pienamente inserita nei traffici commerciali dell’Adriatico gestiti dagli Etruschi; passando all’età romana, quando Augusto decide di scegliere proprio Classe come sede della grande flotta imperiale che doveva controllare il Mare Adriatico e il Mediterraneo orientale (in parallelo con una analoga flotta collocata a Miseno per il controllo del Mediterraneo occidentale); per finire con la fase “imperiale”, quando Ravenna diviene capitale dell’ Impero d’Occidente e Classe diventa uno straordinario e vivacissimo porto commerciale in cui arrivano merci da tutto l’Oriente. Proprio per questo abbiamo dedicato al tema di “Ravenna e il mare” una importante sezione del Museo con materiali e la possibilità di collegarli, con espedienti visivi ed una tecnologia espositiva molto avanzata, ai luoghi del Mediterraneo da cui provengono.
A.G.: Come per ogni città che affonda le proprie radici in un profondo pozzo di storia, se osserviamo Ravenna come se fosse un prisma, per ogni momento storico la città ha rielaborato se stessa e reiventato la sua anima, risultando sempre se stessa ma diversa. Nel museo verranno rese visibili tutte le anime della città?
Giuseppe Sassatelli: Sì, nel Museo verranno rese visibili tutte le anime della città. A partire dall’età preromana, quando Etruschi e Umbri si affiancano per il controllo del porto sul mare e delle terre dell’interno. Per passare all’età romana, quando il porto diventa sede della flotta imperiale e come tale la città diventa un luogo frequentato da marinai di tutto l’impero arruolati nella flotta. La città si apre così al Mediterraneo divenendo una città multiculturale e multi-etnica. Fino alla fase in cui Ravenna è capitale dell’Impero Romano d’occidente e, subito dopo, sede del Regno di Teodorico, due momenti di straordinaria importanza sul piano storico e culturale nei quali si accentuano questi aspetti di multiculturalità e multi etnicità.
A.G.: Il museo prenderà vita all’interno di una struttura preesistente, il vecchio zuccherificio, dando nuova vita ad un enorme spazio ormai caduto in disuso, l’archeologia industriale è un’altra anima presente all’interno del Classis?
Sassatelli: Il Museo sarà allestito all’interno dell’ex zuccherificio, che dopo la sua dismissione era fortemente degradato sia sul piano architettonico e ambientale che su quello sociale. In questo modo l’edificio e l’area sono pienamente recuperati per la comunità locale con una funzione culturale di grande rilievo. E all’interno del Museo ci sarà una apposita sezione dedicata alla storia dell’edificio e alla sua precedente vita “industriale”.
A.G.: Questo nuovissimo spazio museale sarà, come ho sentito alla presentazione di sabato 6 ottobre, anche uno spazio didattico. Pennac ha affermato che quello che si sa non è di nostra proprietà ma deve essere tramandato. I visitatori del museo potranno, quindi, fare un viaggio nella storia beneficiando dell’enorme apporto che la vicinanza dei laboratori archeologici e la presenza dei ricercatori e archeologi possono offrire loro? Illustrando le evidenze, valorizzando l’umanità che vive ancora nei resti di coloro che ci hanno preceduto?
Giuseppe Sassatelli: Il Museo non sarà solo un contenitore di materiali, ma sarà anche un luogo vivo di ricerca e di formazione. Al piano terra saranno attivi laboratori dedicati allo studio e al restauro dei materiali nei quali studenti e docenti dell’Università, oltre che studiosi, avranno spazi e strutture per le loro attività di studio e di formazione.
A.G.: Per quanto riguarda l’archeologia urbana in città; finora si è scavato, provveduto a fare i rilievi, fotografare e ricoprire. Ricordo che tempo fa, il non ancora sindaco De Pascale disse che non possiamo musealizzare qualsiasi cosa, lei pensa che, invece, potremo trovare un altro modo per rendere i resti visibili e nel contempo non essere un ostacolo alla vita di Ravenna?
Giuseppe Sassatelli: L’archeologia urbana in città è un impegno sul quale tutti siamo molto concentrati. La cosa importante e per così dire prioritaria è che si faccia un progetto organico che prevede prima di tutto prospezioni e indagini non invasive per avere un’idea preliminare dei resti del sottosuolo. Dopo di che si dovranno mettere in cantiere una serie di interventi destinati alla conoscenza, attraverso lo scavo archeologico, di questi resti. Da ultimo si farà una valutazione di quello che eventualmente vale la pena di essere eventualmente lasciato in vista e valorizzato. Ma la sequenza delle operazioni deve essere questa.
A.G.: Grazie per la sua disponibilità!
Written by Altea Gardini
Un pensiero su “Intervista di Altea Gardini all’archeologo Giuseppe Sassatelli: l’apertura del nuovo museo Classis”