Oscar 2019: L’aria che tira – Pronostici sulle future nomination #0

Mancano 147 giorni alla 91esima Notte degli Oscar, 114 all’annuncio delle nomination: di per sé non pochi, in effetti, e al tempo stesso comunque non sufficienti a frenare lo slancio compulsivo verso la Mecca cinematografica, la cui titanica celebrazione a cadenza annuale, seppur motivo di insanabili contrasti e inestinguibili critiche, resta una delle istituzioni maggiormente rispettate se non altro dall’industria.

Oscar 2019

Oubliette Magazine opta insomma per contravvenire alla tradizione, anticipando l’ormai consolidata formula in quattro puntate, che si svilupperà al solito nei mesi che precedono la cerimonia al Dolby Theatre di Hollywood, con un azzardo: descrivere sommariamente la panoramica attuale, a ben tre mesi dalla scadenza per la distribuzione sul suolo a stelle e strisce dei titoli candidabili, in cui è però già possibile distinguere i probabili frontrunners (i capilista) che dal prossimo gennaio si contenderanno i voti dei circa 7500 membri dell’Academy (oltre 900 in più rispetto al 2018, in ragione di una vasta operazione di “reclutamento” intesa a diversificare l’elettorato).

Le fonti consultate non cambiano: AwardsCircuit, AwardsWatch, GoldDerby e l’Hollywood Reporter (a cura esclusiva di Scott Feinberg). Vista la carenza di previsioni inerenti le categorie tecniche e quelle della miglior colonna sonora e della miglior canzone, il contributo odierno risulterà più snello.

Miglior film

I titoli più quotati in assoluto sono attualmente sei, compresi in tutte e quattro le top 10: in ordine alfabetico troviamo “BlacKkKlansman” (produttori Jason Blum, il regista Spike Lee, Raymond Mansfield, Sean McKittrick, Jordan Peele e Shaun Redick), “È nata una stella” (produttori il regista Bradley Cooper, Bill Gerber, Lynette Howell Taylor, Jon Peters e Todd Phillips), “La favorita” (produttori Ceci Dempsey, Ed Guiney, il regista Yorgos Lanthimos e Lee Magiday), che presenta il sapore della rivincita dopo il vergognoso silenzio calato sull’impressionante “Il sacrificio del cervo sacro”, escluso in toto dalla 90esima edizione, “First Man – Il primo uomo” (produttori Marty Bowen, il regista Damien Chazelle, Wyck Godfrey e Isaac Klausner), film di apertura dello scorso Festival di Venezia, “Green Book” (produttori Jim Burke, Brian Hayes Currie, il regista Peter Farrelly, Nick Vallelonga e Charles B. Wessler), presentato al TIFF (Toronto International Film Festival), e “Roma” (produttori Nicolás Celis, il regista Alfonso Cuarón e Gabriela Rodriguez), titolo messicano vincitore del Leone d’oro al Festival di Venezia.

Seguono a breve distanza l’acclamato cinecomic rivelazione “Black Panther” (produttore Kevin Feige) e “Se la strada potesse parlare” (produttori Megan Ellison, Dede Gardner, il regista Barry Jenkins, Jeremy Kleiner e Adele Romanski), acclamato dalla critica al TIFF. Due fonti parteggiano per “Copia originale” (produttori Anna Carey, Amy Nauiokas e David Yarnell), presentato al Telluride Film Festival e al TIFF, e “Widows – Eredità criminale” (produttori Iain Canning, il regista Steve McQueen, Arnon Milchan e Emile Sherman), acclamato al TIFF.

Boy Erased

Per quanto se ne sa, potrebbero inserirsi anche “Boy Erased” (produttori il regista Joel Edgerton, Steve Golin e Kerry Kohansky-Roberts), presentato al Telluride Film Festival e al TIFF, “Capharnaüm” (produttori Michel Merkt e Khaled Mouzanar), titolo libanese, “Cold War” (orig. “Zimna wojna”, produttrici Ewa Puszczynska e Tanya Seghatchian), titolo polacco premiato per la miglior regia al Festival di Cannes, l’acclamatissimo “Eighth Grade” (produttori Eli Bush, Scott Rudin, Christopher Storer e Lila Yacoub), il dignitoso horror “A Quiet Place – Un posto tranquillo” (produttori Michael Bay, Andrew Form e Brad Fuller), che a parere di chi scrive non dovrebbe tuttavia trovarsi nella condizione di poter nutrire alcuna speranza, comunque non più di quanto possa fare il sorprendente “Hereditary – Le radici del male” di Ari Aster, e infine “Vice” (produttori Will Ferrell, Dede Gardner, Jeremy Kleiner, il regista Adam McKay, Kevin J. Messick e Brad Pitt), atteso nelle sale statunitensi per il prossimo dicembre.

Tutti i potenziali concorrenti elencati a eccezione di “Vice” sono già stati proiettati in importanti festival o distribuiti su larga scala; al tempo stesso è risaputo quale sia il rilievo attribuito alle produzioni che giungono ad incontrare il grande pubblico solamente negli ultimi mesi (quando non nelle ultime settimane) dell’anno.

Conseguentemente, possono costituire incognite interessanti, fra gli altri, Bohemian Rhapsody di Bryan Singer (dal 24 ottobre nel Regno Unito), “Mary Queen of Scots” di Josie Rourke (selezionato all’AFI Film Festival del prossimo novembre), “Il ritorno di Mary Poppins” di Rob Marshall (dal 19 dicembre negli USA e anche in Italia) e “Benvenuti a Marwen” di Robert Zemeckis (dal 21 dicembre negli USA). Fra i titoli accolti con favore al Festival di Venezia potrebbero giocare un ruolo rilevante “Suspiria” di Luca Guadagnino e “Vox Lux” di Brady Corbet.

Potrebbe stupire la presenza in questi ancora non maturi pronostici di ben tre film di produzione non anglo-americana (“Capharnaüm”, “Cold War” e “Roma”): in effetti, l’ultimo ad essere entrato in lizza per il premio di categoria è stato l’austriaco “Amour” di Michael Haneke (vincitore come miglior film straniero nel 2013), preceduto l’anno prima, lo ricordiamo, dal trionfatore franco-americano “The Artist” di Michel Hazanavicius (non candidabile come film straniero).

Miglior film popolare

…eh no! Non dimentichiamo che l’Academy ha deciso di ritirare le proprie avances nei confronti dei gran bei film “di serie B”, anche se non è stato ancora chiarito se in maniera definitiva o meno.

Miglior regista

Spike Lee

In prima linea si schierano Bradley Cooper al suo debutto con “È nata una stella”, Alfonso Cuarón con “Roma” e Spike Lee con “BlacKkKlansman”, seguiti da Damien Chazelle con “First Man – Il primo uomo” e Barry Jenkins con “Se la strada potesse parlare”. Partiti appetibili si rivelano anche Ryan Coogler (“Black Panther”), vincitore del Saturn Award di categoria, e Yorgos Lanthimos (“La favorita”).

Miglior attore protagonista

Sopravanza attualmente ogni concorrente Bradley Cooper in “È nata una stella”, tallonato da Ryan Gosling in “First Man – Il primo uomo” e Viggo Mortensen in “Green Book”, a loro volta incalzati da Christian Bale in “Vice” e Rami Malek in “Bohemian Rhapsody”, entrambi ancora da apprezzare in sala.

Gli occhi sono puntati anche sul Willem Dafoe di “Van Gogh – At Eternity’s Gate”, vincitore della Coppa Volpi al Festival di Venezia, sulle due performance di Lucas Hedges in “Ben Is Back” e “Boy Erased”, sugli Hugh Jackman di “The Front Runner”, Robert Redford di “The Old Man & the Gun” e John David Washington di “BlacKkKlansman”.

Miglior attrice protagonista

Dominano la corsa Glenn Close in “The Wife – Vivere nell’ombra” e Lady Gaga in “È nata una stella”, precedendo Olivia Colman ne “La favorita”, Coppa Volpi al Festival di Venezia, al momento da alcuni considerata anche non protagonista, e Melissa McCarthy in “Copia originale”.

Al completamento della cinquina concorrono primariamente Viola Davis in “Widows – Eredità criminale” e la debuttante Yalitza Aparicio in “Roma”, poi Toni Collette in “Hereditary – Le radici del male” e Julia Roberts in “Ben Is Back”.

Miglior attore non protagonista

Mahershala Ali

Le prove più convincenti finora sono state offerte da Mahershala Ali in “Green Book”, Timothée Chalamet in “Beautiful Boy” e Richard E. Grant in “Copia originale”, cui si affianca subito Sam Elliott in “È nata una stella”.

Seppur ricorrenti con minor frequenza nelle classifiche, si distinguono anche Stephan James in “Se la strada potesse parlare”, Michael B. Jordan in “Black Panther”, miglior cattivo agli MTV Movie + TV Awards e ai Teen Choice Awards, Daniel Kaluuya in “Widows – Eredità criminale”, John C. Reilly in “Stanlio e Ollio” (davvero lo si potrebbe considerare non protagonista, oltretutto a priori?) e Sam Rockwell in “Vice”.

Miglior attrice non protagonista

Regina King in “Se la strada potesse parlare” ed Emma Stone in “La favorita” sono costantemente presenti in top 5, seguite anzitutto da Claire Foy in “First Man – Il primo uomo”, quindi da Amy Adams in “Vice” e Nicole Kidman in “Boy Erased”.

Dalle retrovie potrebbero avanzare Olivia Colman ne “La favorita” (qualora considerabile non protagonista, per l’appunto), Margot Robbie in “Mary Queen of Scots”, Marina de Tavira in “Roma”, Michelle Yeoh in “Crazy & Rich” e Rachel Weisz ne “La favorita”.

Miglior sceneggiatura originale

Fra i copioni più solidi si riconoscono in primis quelli firmati da Alfonso Cuarón per “Roma”, Deborah Davis e Tony McNamara per “La favorita” e Brian Hayes Currie, Peter Farrelly e Nick Vallelonga per “Green Book”. È stato assai apprezzato anche quello di Bo Burnham per “Eighth Grade” e probabilmente lo sarà quello di Adam McKay per “Vice”; si presti attenzione pure alle penne di Jeff Pope (“Stanlio e Ollio”) e Paul Schrader (“First Reformed”, in concorso al Festival di Venezia 2017 e tuttora privo di una data di rilascio italiana).

Miglior sceneggiatura non originale

Candidati assai papabili sono il Barry Jenkins di “Se la strada potesse parlare” e la Nicole Holofcener di “Copia originale”, probabilmente osteggiati da Bradley Cooper, Will Fetters ed Eric Roth (“È nata una stella”), Joel Edgerton (“Boy Erased”), Spike Lee, David Rabinowitz, Charlie Wachtel e Kevin Willmott (“BlacKkKlansman”) e Josh Singer (“First Man – Il primo uomo”); potrebbero però regalarci una sorpresa Luke Davies e Felix Van Groeningen con “Beautiful Boy”.

Miglior film d’animazione

L’isola dei cani

La competizione di quest’anno si preannuncia meno agguerrita rispetto agli anni passati, guidata senz’ombra di dubbio dal trio composto da “Gli Incredibili 2” (di Brad Bird, produttori Nicole Paradis Grindle e John Walker), “Ralph Spacca Internet – Ralph Spaccatutto 2” (di Phil Johnston e Rich Moore, produttore Clark Spencer), atteso nelle sale americane per il prossimo 21 novembre, e “L’isola dei cani” (di Wes Anderson, produttori Wes Anderson, Steven Rales e Scott Rudin).

A costituire una concorrenza tutt’altro che spietata pensano “Mirai” (di Mamoru Osoda, produttori Yuichi Adachi, Takuya Itô, Genki Kawamura e Yûichirô Saitô), “Smallfoot – Il mio amico delle nevi” (di Karery Kirkpatrick e Jason Reisig, produttori Glenn Ficarra, Bonne Radford e John Requa), “Spider-Man – Un nuovo universo” (di Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman, produttori Avi Arad, Phil Lord, Christopher Miller, Amy Pascal e Christina Steinberg) e “Zanna Bianca” (di Alexandre Espigares, produttori Clément Calvet, Lilian Eche, Jérémie Fajner, Christel Henon, Peter Saraf e Marc Turtletaub).

Miglior film straniero

La scadenza ultima per la presentazione dei titoli in concorso è fissata al 1° ottobre: ad ogni modo, è probabile che abbia facoltà di sperare nella candidatura almeno qualcuno fra i film riportati nell’ipotetica shortlist ideata da Scott Feinberg (peraltro datata 14 settembre, ossia più di una settimana prima della scelta operata per l’Italia dalla commissione Anica, ricaduta com’è noto sul magnifico “Dogman” di Matteo Garrone).

La sfida è aperta tra “Un affare di famiglia” (di Hirokazu Kore’eda, Giappone), Palma d’oro al Festival di Cannes, “Birds of Passage” (orig. “Pájaros de verano”, di Cristina Gallego e Ciro Guerra, Colombia), “Border” (orig. “Gräns”, di Ali Abbasi, Svezia), che ha trionfato nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes, “Burning” (orig. “Beoning”, di Lee Chang-dong, Corea del Sud), Premio FIPRESCI al Festival di Cannes, “Girl” (di Lukas Dhont, Belgio), vincitore di ben quattro premi di rilievo nella sezione Un Certain Regard, “Graves Without a Name” (orig. “Les tombeaux sans noms”, di Rithy Panh, Cambogia), “Opera senza autore” (di Florian Henckel von Donnersmarck, Germania), in concorso al Festival di Venezia, “Roma” (Messico), succitato Leone d’oro, e “Sobibor” (di Konstantin Chabenskij, Russia).

Da segnalare la grave assenza di “Non-Fiction” (di Olivier Assayas, Francia), escluso in favore di “La douleur” di Emmanuel Finkiel perché non sarà distribuito in patria prima del 16 gennaio prossimo, quando il CNC (Centro Nazionale di Cinema) impone il rilascio nelle sale entro il mese di settembre per l’ottenimento della promozione a titolo rappresentativo della Francia.

Miglior film documentario

Anche in questo caso Scott Feinberg propone una propria ipotetica shortlist (notoriamente di quindici elementi, come da regolamento Academy), ben prima che venga ufficialmente annunciato l’elenco dei partecipanti (generalmente nell’ordine delle centinaia).

Crime + Punishment – doc

I migliori sulla piazza sarebbero “Crime + Punishment” (di Stephen Maing, produttori Stephen Maing, Eric Daniel Metzgar e Ross Tuttle), “Filmworker” (di Tony Zierra, produttori Elizabeth Yoffe e Tony Zierra), “Free Solo” (di Jimmy Chin ed Elizabeth Chai Vasarhelyi, produttori Jimmy Chin, Shannon Dill, Evan Hayes ed Elizabeth Chai Vasarhelyi), “McQueen” (di Ian Bonhôte e Peter Ettedgui, produttori Ian Bonhôte, Andee Ryder, Nick Taussig e Paul Van Carter), “Minding the Gap” (di Bing Liu, produttori Bing Liu e Diane Quon), “Papa Francesco – Un uomo di parola” (di Wim Wenders, produttori Andrea Gambetta, Samanta Gandolfi Branca, Alessandro Lo Monaco, David Rosier e Wim Wenders), “The Price of Everything” (di Nathaniel Kahn, produttori Carla Solomon, Jennifer Stockman e Debi Wisch), “Quincy” (di Alan Hicks e Rashida Jones, produttrice Paula DuPré Pesmen), “RBG” (di Julie Cohen e Betsy West, anche produttrici), “Reversing Roe” (di Ricki Stern e Anne Sundberg, produttori Keli Goff, Ricki Stern e Anne Sundberg), “Science Fair” (di Cristina Costantini e Darren Foster, produttori Cristina Costantini, Darren Foster e Jeff Plunkett), “The Sentence” (di Rudy Valdez, produttori Sam Bisbee e Jackie Kelman Bisbee), “Studio 54” (di Matt Tyrnauer, produttori John Battsek, Corey Reeser e Matt Tyrnauer), “Three Identical Strangers” (di Tim Wardle, produttori Grace Hughes-Hallett e Becky Read) e “Won’t You Be My Neighbor?” (di Morgan Neville, produttori Caryn Capotosto, Nicholas Ma e Morgan Neville).

 

L’appuntamento con l’apertura della rubrica “Oscar 2019: L’aria che tira” e l’avvio ufficiale dei pronostici è fissato per il prossimo 27 ottobre: restate sintonizzati su Oubliette Magazine.

 

Written by Raffaele Lazzaroni

 

 

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