Selfie & Told: i Tre Terzi raccontano il nuovo album “Andata e Ritorno”

“Un giorno/ Non è detto che sia uguale/ A quello già trascorso/ Puoi anche rinunciare al tuo percorso/ Se vuoi puoi ripartire/ Non importa se hai sbagliato/ Quando cadono le foglie/ Cambierà stagione// […]” ‒ “Poi Cambierà”

 

Tre Terzi

Il segreto dei Tre Terzi?

La naturalezza, o meglio, la natura: I Tre Terzi sembrano infatti ricondurre inesorabilmente a quello spirito furente che anima il regno della natura.

Nicola Liuzzo, solido e roccioso, è il rock, è la terra, che si muove a terremoto. Il blueseggiante Ferdinando Moncada, liquido, fluido, fluente, è acqua, maremoto. Diego Tarantino, affermato jazzista, aria calda e calma, è vento di zefiro.

Il cantautorale Claudio Terzo è energia rovente, le fiamme scoppiettanti dell’incendio.

E cos’è altro è l’arte, se non un riflesso della natura? Una relazione primordiale con le logiche irrazionali della propria intimità. I Tre Terzi sono musicisti viscerali e appassionati. E questa, vuoi o non vuoi, è condizione necessaria e sufficiente alla riuscita di un progetto musicale.

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T.T.: Si dice di voi che siete una vera e propria “squadra”. Come avete fatto a restare così uniti dopo 12 anni di attività intensa?

Tre Terzi: Semplicemente condividendo la nostra musica, rispettando i nostri spazi e cercando sempre di chiudere inutili discorsi che possono nascere all’interno della band per questioni futili, concentrandoci solo sulla musica e sul rispetto reciproco.

 

T.T.: Cosa ne pensate dell’evoluzione artistica degli ultimi anni?

Andata e Ritorno – Tre Terzi

Tre Terzi: Ogni cosa si evolve, a volte in maniera positiva altre in maniera “non proprio positiva”. La soggettività è alla base del pensiero critico anche se oggi si è portati dagli algoritmi a seguire una scia musicale già tracciata da colossi come spotify. I testi dei giovani cantautori sono meno “impegnativi” e più ironici, conditi da sonorità anni’80 che fanno rivivere freschissime le sensazioni che poteva lasciarti l’ascolto di un primo e scanzonato Luca Carboni. La TRAP e L’IT-POP hanno invaso le nostre playlist e le radio non possono far altro che dedicare, anche sotto imposizioni delle major e dei colossi televisivi, spazio ai singoli sfornati da tutti questi artisti che oggi si fanno strada sul web.

 

T.T.: Quanto è importante l’identità di un artista?

Tre Terzi: Dalla timbrica della voce, al suono che produce la band, alla base di ogni rappresentazione artistico/musicale senza dubbio l’importanza maggiore ricade sulla personalità. Il “marchio di fabbrica” è fondamentale per ritagliarsi un posto all’ interno della scena musicale. L’omologazione al genere che va più di moda e l’adattamento alla ricerca del successo restano inutili compromessi che non fanno altro che alimentare lo sperpero di danaro in fase produttiva.

 

T.T.: Quali sono le differenze tra il vostro primo lavoro (TRETERZI) e il secondo (Andata e Ritorno)?

Tre Terzi: Di certo l’approccio al secondo disco è stato più “corale”. Abbiamo lavorato insieme, coordinato da Pierpaolo Latina, produttore artistico, cercando soluzioni ritmiche, melodiche e armoniche che potessero soddisfare tutti, e questo è fondamentale in fase di live. Avere 4 musicisti sul palco che suonano le proprie idee, condivise in fase di arrangiamento, da una marcia in più e contribuisce all’esplosione dell’energia che cerchiamo sempre durante le esecuzioni.

 

T.T.: Quanto è importante oggi avere accanto dei professionisti che si occupano della comunicazione?

Tre Terzi: Imprescindibile oggi avere una squadra che lavora in parallelo sulla comunicazione e sui social. Considerando che i giovani (ma non solo) passano l’ottanta per cento della propria giornata sui social diventa necessario collaborare con professionisti della comunicazione che possano veicolare il prodotto attraverso la gestione di post, condivisioni e comunicati stampa efficaci.

 

T.T.: Gavetta? o basta “semplicemente indovinare” il singolo e il video lanciandolo sul web per poi trovarsi immediatamente catapultati su palchi prestigiosi?

Tre Terzi

Tre Terzi: La gavetta (i locali, le marchette, i successi e i fallimenti) restano oggi il percorso più importante per un artista. La storia di un artista è basata su questo. Non sulle visualizzazioni.

 

T.T.: Dove vi immaginate tra qualche anno?

Tre Terzi: Da qualche parte, insieme, alla continua ricerca di energia.

 

T.T.: Cosa ne pensate dei talent?

Tre Terzi: Pensiamo che sono costruiti intorno al pubblico e alle sue esigenze. Di certo non intorno agli artisti che si trovano a cantare sui palchi canzoni che non avrebbero mai immaginato di cantare, snaturati, eccessivamente truccati, indossando tutine ridicole catapultati nel paese delle finte meraviglie, per poi trovarsi dopo qualche anno a cantare in qualche centro commerciale, ben che ti vada per qualche pubblicità di compagnie telefoniche.

 

Dodici minuti tutto il giorno/ Mai sola andata ma andata e ritorno/ Dieci venti anche trenta volte al giorno/ Anche il mondo in fondo gira in un secondo/ Lo sai il mare è caldo e profondo/ E la tua vita è un sogno lontano quanto il mondo/ Ma guardami a fondo// […] ‒ “Andata e ritorno”

 

Written by Tre Terzi

 

 

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Sito Tre Terzi

 

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