“Immagine” di Stella Gallello: un tortuoso percorso di crescita tra i chiaroscuri dell’amore
Stella Gallello è una giovane autrice calabrese, ma nata a Winterthur (CH). Dopo avere conseguito la laurea in Filologia moderna cum laude all’Università della Calabria, ha inseguito e coronato il suo sogno: pubblicare una raccolta poetica che potesse restituire un’Immagine (questo è appunto il titolo del libro) di sé che non fosse inautentica o mediata.
La silloge d’esordio della Gallello, Immagine. Raccolta di poesie, con prefazione di Giovanna Vecchio, pubblicata a maggio 2018 da Mario Vallone Editore, già dall’esergo Solo chi ama conosce. Povero chi non ama! tratto da Alibi, v.1, di Elsa Morante, dichiara apertamente il tenore e il senso di quest’opera.
I 54 componimenti che Stella Gallello ha qui presentato al lettore sono una limpida ‘narrazione’ di un tormentato e ricchissimo percorso di crescita, maturazione e chiarificazione di sé dell’Autrice, in quanto giovane donna, e del suo Io lirico in quanto giovane poetessa.
Di pari passo camminano le istanze umane e poetiche, suscitate da un’urgenza comunicativa che sia capace di esternare emozioni e pensieri fin troppo spesso repressi, che renda ragione, attraverso le parole, della coesistenza di fragilità e dolore, delusione e inquietudine, di ribellione e anelito alla libertà, di ricerca spasmodica dell’altro, di un Altro che possa dare evidenza a un senso di sicurezza e completezza a lungo anelato e che pare sempre fuggire in avanti nel tempo, come meta di Vita.
Compagno di questo percorso è l’Amore, onnipresente, che tutto pervade, tutto determina, tutto svia. Amore come Destino cui non si sfugge. E da cui nemmeno si vuole fuggire ché la vita senza non avrebbe senso né pienezza.
È una poesia giovane questa di Stella Gallello, piena di quelle insicurezze e contraddizioni che l’età giovanile porta ampiamente seco, ma è anche una poesia di grande forza e nitore, di estrema sincerità, di gusto e forma curati e apprezzabilissimi. Una poesia capace di raccontare un’anima e i suoi tormenti. Capace di innescare meccanismi di empatia e immedesimazione, di coinvolgere il lettore che mai viene disturbato nel ritornare ritmico, puntuale dei temi più cari all’Autrice.
Dialoga con sé e con l’Altro la Gallello, con un amore talora non corrisposto, forse, il più delle volte, nemmeno mai notificato al destinatario, un sentimento fortissimo, una vertigine vissuta tutta nell’intimo e consumata nell’akmé di un istante ormai passato.
Tutto ruota attorno alla brevità dei momenti belli e felici, sempre più spesso accompagnati da vuoti e solitudine, nell’impossibilità di una fusione completa, totale, duratura con l’altro. Differenze insormontabili finiscono per separare chi si ama, senza dolo, senza premeditazione: sono le stesse difficoltà del vivere.
Di fronte a un abbraccio-nido che ogni volta si svuota, risponde sempre più forte il bisogno di stabilità, sicurezza, perennemente accompagnato dal timore che ogni nuovo sogno svanisca, che tutto finisca: Paura di volare,/ volare in due.
Ogni accelerazione, ogni nuovo slancio rischia una brusca frenata così ti poni limiti e non voli.
Ma la Gallello è consapevole che un impaccio non può fermare il domani e, se talora è pervasa da un senso di inadeguatezza nella difficoltà di conoscersi a fondo e in questa immagine di sé riconoscersi, sfiorando quasi una volontà di annichilimento, conscia della propria contraddittorietà, con la scrittura valorizza al meglio il suo ego segnato.
La vita coi segni che lascia diviene materia e spirito di tante parole scritte. Una sorta di daimon dall’interno fa vivere vita e poesia. E l’amore? Per Stella Gallello è come il sole,/ calato in mare dimentica,/ lascia gli animi/ e muore.
L’Autrice lo sa bene ormai, nel suo quotidiano farsi donna e poetessa continua a percorrere la via alla ricerca di un discorso, di un dialogo, di risposte a quelle domande sempre inevase che trovano dinanzi solo muri di silenzio, mentre Come bambini aspettiamo/ la parola dell’altro per fare un discorso,/ basta poco per raggiungersi…
Written by Katia Debora Melis