“Finding Myself” primo EP di Tosches: quando età e tempo sono dalla tua parte
Un giovanissimo cantautore piemontese che debutta con un Ep, “Finding Myself”, dal sapore classico e di West Coast, una scelta artistica molto classica che difficilmente ci saremmo aspettati da un artista della sua età.
“Here I Am”, la title track ci mostra Nicolò Vignolo alle prese con un brano che sa di Animal e Dire Straits e ne troviamo un’interessante pasta vocale e una buona pronuncia dell’inglese.
Forse non ancora formalmente perfetto e sicuramente migliorabile dal punto di vista del controllo vocale ma allo stesso tempo riusciamo a cogliere che qualcosa c’è e merita di essere sviluppato ed approfondito.
Sono analogiche e vintage le sonorità del disco, bello il tremolo nella successiva “Rain” e pregevoli anche le armonizzazioni vocali che richiamano alla mente i migliori Calexico così come qualche richiamo dylaniano, paragoni importanti per un esordiente.
Non resta quindi che acquisire maggiore esperienza e probabilmente registrare con un budget maggiore, magari con musicisti di esperienza e con una vera backing band come si possono trovare a Nashville ma anche nel nostro paese.
“A Dream” è invece introdotta da un bel suono di organo elettrico ma qui, la voce non si trova troppo a proprio agio. Con tutta probabilità, in una differente tonalità avrebbe reso al meglio proprio perché il songwriting di Tosches stava esplorando strade particolari, ancora una volta gli Animals e la voce di Eric Burdon come riferimento.
In questo caso un brano del genere con una ritmica più moderna ed un arrangiamento differente non stonerebbe in un disco dei Massive Attack.
A vedere la figura del giovane Tosches viene in mente un altro artista molto interessante che ha riscosso notevoli consensi negli ultimi anni: Archy Ivan Marshall, meglio noto come King Krule, che potrebbe essere un interessante modello da prendere come riferimento.
“Rosemary” è una ballad che a livello di songwriting ha diverse potenzialità, ma risente un po’ della produzione lo-fi dell’intero EP, anche questa migliorabile, e che potrebbe assumere una veste differente, soprattutto con un approccio più moderno alla produzione.
Chiude il lavoro una versione di “Wish You Were Here” in chiave acustica e da spiaggia su cui sospendiamo ogni giudizio rinviandolo ad una produzione futura e maggiormente organica.
Le premesse ci sono soprattutto nei primi tre brani, il livello è molto buono e non resta che farlo con il giusto stile e la giusta attenzione.
Il tempo e l’età sono dalla sua parte.
Written by Luca Dainese
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Ascolta su Soundcloud Here I Am