“Lost Souls” album di Ellen River: la passione per il rock americano
Arriva come una sorpresa, senza preavviso, in un mondo come quello del roots rock americano in cui in Italia si conoscono praticamente tutti e, gli artisti in tour, sono spesso e volentieri gli stessi così come i circuiti e i club.
Ellen River, o meglio, Elena Ortalli, da Modena, arriva al suo primo album distribuito ufficialmente dopo un lavoro autoprodotto e si trovano in rete ben pochi articoli sulla sua attività passata.
Ma quando inizia a cantare ogni dubbio viene fugato da subito, sin dall’iniziale a cappella gospel di “Walking By The River” che ci rivela una voce intensa e di altissimo livello.
Le sorprese poi proseguono quando entra in gioco la band nella successiva “An Ocean Away”, un groove preciso e clinico, e sonorità calde e analogiche registrate al Bombanella Studio.
Tutto assume un senso quando si leggono i credit perché al basso c’è Antonio Rigo Righetti, alle chitarre Mel Previte e Robby Pellati alla batteria e il loro nome dirà sicuramente qualcosa a molti, visto che per 15 anni sono stati La Banda, il gruppo di Luciano Ligabue, in studio e dal vivo, Campovolo compreso.
La passione per il rock americano, da Springsteen a nomi minori e di culto, si ritrova lungo tutto il disco, in particolare in “Lost Souls”, preziosa e oscura nella strofa, aggressiva e rock nel ritornello dove la voce di Ellen assume caratteristiche più vicine a quelle di una Alanis Morissette o Sheryl Crow.
“Seahorses” è un brano “tarantiniano”, ci porta su strade desertiche, accompagnati dalla chitarra di Mel Previte e da un uso attento e molto classico della leva del Bigsby.
“Someone Else’s Memories”è invece un brano più tradizionale, potrebbe richiamare alla mente Lucinda Williams come qualche produzione degli studi di Nashville, visto che troviamo lo stesso tocco live dei dischi americani.
Un passo verso la trazione condito da un tocco teatrale da musical in “Sha La La La”, un altro dei brani più riusciti del disco che, ancora una volta, ci ricorda come certi musicisti non siano arrivati a un livello altissimo per caso.
C’è spazio per un brano dal potenziale pop, “Love Won’t Go Anywhere”, anche se il termine pop è inteso in senso più classico, quello delle stazioni FM americane o di quando MTV aveva una programmazione musicale ben differente dal pop italiano di oggi.
Chiude il disco “Starting All Over Again” e torniamo di nuovo a un gospel contemporaneo, come nella traccia di apertura, e gli oltre sette minuti di durata scivolano via senza mai annoiare.
“Lost Souls” è un disco interessante che metterà attenzione su Ellen River ma forse non è il suo disco della maturità artistica perché le potenzialità sono molte e forse, con queste doti, è giusto osare di più, sia che si voglia prendere una direzione più classica e tradizionale, sia che la si voglia giocare sulla carta della contaminazione e della modernità riuscendo così ad imporre un proprio stile personale.
Written by Luca Dainese
Info