“6×0”, album di Alberto Nemo: un mistero tra estasi e tormento

Misterioso come un personaggio di altri tempi Alberto Nemo, si muove in bilico tra classicismo, modernità e futuro.

 

6×0 Alberto Nemo

Accorda a 432 hertz, frequenza di riferimento per il “la” centrale nella musica classica, soppiantata nei primi anni del novecento dal 440 hertz, ma ciò non fa di lui un tradizionalista.

Si trova poco in internet sul suo conto, se non i siti ufficiali, le recensioni, le interviste e il profilo della sua casa discografica, Dimora Records, attiva dal 2017 ma non sappiamo come il musicista veneto sia arrivato a questa consapevolezza artistica, come produttore, songwriter ed interprete.

Rispetto al precedente “6×0 Live” questo lavoro è più ostico, meno diretto, costruito su più strati e livelli, in cui a parti registrate e risuonate al contrario, se ne aggiungono altre, su cui questo processo è stato ripetuto, creando una sorta di spirale, “palindroma” come l’autore stesso la definisce.

I classicismi qui lasciano spazio all’elettronica pulsante e viva, accostabile alle migliori produzioni ambient contemporanee così come i lavori di etichette quali la Warp o, alle colonne sonore di horror movie hollywoodiani.

L’impressione è quella di trovarsi in mezzo a un rituale magico, iniziatico... ma quello che sorprende è la voce di Alberto Nemo: drammatica, evocativa, intensa, difficilmente descrivibile.

Proverò con una metafora dal mondo della pittura, come la luce squarcia il buio in una tela del Caravaggio, la colonna sonora per una deposizione di Cristo o per anime tormentate dell’inferno dantesco.

Da questa viene quasi spontanea l’associazione con la musica dei mai dimenticati Coil, tra i pochi al mondo capaci di rendere con pathos certe pieghe dell’anima, che non chiamerei atmosfere, perché renderebbe il tutto più calcolato, meno autentico.

Alberto Nemo

L’ascolto dei brani del disco lascia una sensazione affine a quella che può lasciare Diamanda Galas, ma con una differenza: mentre la cantante di origini greche aggredisce l’ascoltatore quasi tormentandolo, Nemo è meno brutale, più angelico.

Le sue melodie hanno l’andamento dei lied classici, aperture e sonorità dilatate che riprendono anche dal post rock, dai Sigur Rós (e, la voce di Nemo sembra utilizzare una lingua di fantasia, al pari degli islandesi) o ancora da Jeff Buckley.

In “6×0” l’elemento testuale è nascosto grazie alla tecnica del tape reverse, ma fin dall’iniziale “Avon Repus” tutto è maestoso, come in un teatro d’opera.

Ma Alberto Nemo non rivela, lasciandoci con un eterno dubbio e nell’incapacità di capire se i suoi sono lamenti, invocazioni o momenti estatici o, più probabilmente una combinazione di tutto questo.

 

Written by Luca Dainese 

 

 

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