“Nessuno sa di noi”, romanzo di Simona Sparaco: la sfera affettiva in maniera viscerale

“Ci sono desideri che nascono come piccole scintille. Quando si accendono, sono focolari, che per un po’ ti tengono al caldo, ti avvolgono in una promessa di tepore. Se non vengono soddisfatti, però, rischiano di divampare in fiamme alte e pericolose. In un attimo, possono bruciarti, sfigurarti, incenerirti…”

Nessuno sa di noi

È un dilemma fra i più crudeli quello che i due protagonisti del romanzo Nessuno sa di noi di Simona Sparaco, edito da Giunti Editore nel 2013, devono affrontare.

“Ho seguito il flusso del traffico cittadino, mentre la luce del giorno si affievoliva lasciando il posto a quella dei fari delle macchine…”

Pietro e Luce sono una coppia prossima a diventare genitori.

Entusiasti, con il cuore che gli schizza nel petto dalla felicità per la nascita del loro primo figlio, si accingono a interpretare uno dei ruoli più impegnativi da svolgere.

Con la consapevolezza di essere all’altezza della situazione, i due fanno mille progetti.

Ma la loro felicità va scemando nello spazio di pochi minuti, gettandoli in uno stato di prostrazione in cui rimarranno a lungo intrappolati, quando, in prossimità del parto, vengono a conoscere una realtà devastante di cui non immaginavano l’ampiezza.

Quello che dovranno intraprendere sarà un viaggio in un universo sconosciuto, oltre che nella loro interiorità ferita, un’esperienza che li toccherà nel profondo mettendo in discussione tutto ciò in cui hanno creduto fino a quel momento.

È una situazione dai contorni fumosi quella che viene prospettata ai due, è l’aspetto più crudele contemplato dall’essere genitori. Situazione che in un primo momento non permette loro di fare una scelta razionale, che sia indirizzata al loro immediato benessere o a quello del piccolo che deve nascere.

Perché il loro bimbo, su cui hanno vagheggiato a lungo con una visione prospettica tutta intrisa d’amore, e di cui hanno immaginato fin nei minimi dettagli forme e colori, non sembra avere un futuro: una grave malattia genetica ne mina il minuscolo corpo.

Ma, stabilire l’entità della patologia del feto non è semplice, e questa è la punizione più grande che un destino maligno assegna alla giovane coppia.

Incapaci di far fronte a una decisione che richiederebbe un’opportuna freddezza d’animo, ma che i due non possiedono, è fra ipotesi, congetture e dolorose riflessioni, che Pietro e Luce ascoltano una sentenza che grava come un peso troppo grande da sostenere sulle loro giovani spalle. Un dolore di difficile accettazione, ma a cui non possono opporsi.

Il loro disagio esistenziale occupa uno spazio troppo ampio nelle loro vite, tanto che gli sembra impossibile uscire dal tunnel in cui sono intrappolati. E ciò, nonostante Pietro si dimostri un compagno amorevole che fa di tutto per risollevare la sua donna dallo stato di sconforto in cui si trova. Perché l’amore non sempre è sufficiente ad arginare un dolore causato da un evento tanto tragico quanto inaspettato.

“Dio e la scienza medica hanno entrambi il potere di determinare le sorti di una vita. Ma senza dubbio, nel bene e nel male, le intenzioni della scienza sono più chiare, il potere di Dio infinitamente più grande…”

Soprattutto è Luce a manifestare una grande vulnerabilità, motivo per cui entra in conflitto con il mondo intero, oltre che con se stessa; il suo strazio interiore è un calvario che la porta a imputarsi il fallimento della sua maternità. Ed è in nome di ciò che si infligge una punizione psicologica che non le dà tregua, colpevolizzandosi per non aver saputo gestire correttamente la sua gravidanza.

La professione di giornalista free lance che esercitava prima del drammatico responso non la appaga più come un tempo, e senza pensarci troppo abbandona quella che era un’occupazione gratificante.

“Fuori dalla finestra, il sole divampava sopra i tetti della città. Ho congiunto le mani in un gesto di preghiera, e per la prima e unica volta sono riuscita a immaginare la faccia di Dio. Al tempo stesso ieratica e paciosa. Come quella del mio padre ideale…”

Troppo affaccendata a cercare su Internet risposte che sciolgano i numerosi dubbi che le affollano la mente, Luce trascorre le sue giornate in uno stato di profonda abulia.

Sola, si sente alienata e abbandonata anche dalla propria madre, da cui forse non è mai stata compresa, perché persona caratteriale e impegnata a gestire la sua vita complicata.

Mentre Pietro, rassegnato, almeno apparentemente, a subire il seguito degli eventi, vive quella triste realtà come una resa, come il fallimento di un progetto di vita in cui entrambi credevano ciecamente, e che adesso sembra sfaldarsi fra le loro fragili mani.

Perché tutte le loro certezze si sono spente con l’esito dell’ecografia; e disperati dubitano di tutto, della scienza in primis, che sa offrire loro soltanto una scelta obbligata.

Con l’aiuto di una terapista Luce tenterà di trovare quella parte di sé scomparsa nel momento stesso in cui ha ricevuto la notizia che l’ha fatta piombare in un incubo senza fine.

Attraverso gli incontri con l’analista cercherà di superare la sua ossessione di donna a cui è stata negato quel meraviglioso evento rappresentato dalla maternità, spartiacque che separa l’universo femminile da quello maschile. Ma le risposte che le vengono in aiuto dalle sedute con la psicologa saranno elusive, senz’altro non quelle che lei avrebbe voluto; perché, schiacciata dal senso di colpa, non vede alcuna luce a rischiarare il suo nebuloso orizzonte.

“Lo studio ha l’aria familiare di un salotto. La dottoressa siede su un divano fiorato e dieto di lei, sull’ampia parete vede salvia, spuntano cinque quadri raffiguranti soggetti bucolici. Le tende sono di una stoffa che non riconosco, leggere, quasi frivole. Ci sono fonti di luce calde. Non è uno studio arredato con gusto, ma nell’insieme risulta accogliente…”

Simona Sparaco

Anche questa volta Simona Sparaco non delude i suoi lettori.

La sua penna è felice, seppur intrisa di una tristezza tutta femminile, dovendo trattare una tematica difficile e complessa. Ed è attraverso parole forti, ma al contempo piene d’amore, che l’autrice esprime molto bene sentimenti ed emozioni che alloggiano nel cuore di una donna che vede sfumare il suo desiderio di diventare madre. Un desiderio non più realizzabile, che la rende insicura e sprovveduta, oltre che preda di una fragilità che da psicologica si trasforma in malessere fisico.

Nessuno sa di noi è romanzo che racconta della sfera affettiva in maniera viscerale, oltre che di un percorso interiore di estrema durezza, dove la vulnerabilità della condizione umana è messa a nudo in maniera crudele e verosimile.

È con forte realismo che viene raccontata l’esperienza della maternità, e la Sparaco lo fa con acuta sensibilità di donna che deve confrontarsi con una scelta estrema. Scelta che metterà in discussione il rapporto di coppia, su cui Luce e Pietro avevano puntato tutto. E che sembra andare in frantumi senza alcuna possibilità di recupero. Anzi, un rapporto promettente sembra risolversi in una dissoluzione di ampie dimensioni, anche a causa dell’incomunicabilità che sopraffà i due protagonisti.

A essere scandagliato con meticolosità non è soltanto il sentire della donna, anche i sentimenti del suo compagno vengono indagati fin nei minimi particolari, quasi sezionata è anche la percezione del suo di dolore, non minore di quello della sua donna.

Oltre a essere intervallato da segmenti di libro raccontati in forma epistolare, il romanzo è raccontato con una dovizia di dettagli anche clinici che mettono il lettore al corrente del percorso evolutivo che Luce deve affrontare.

Opera importante, Nessuno sa di noi è romanzo che partecipa il lettore a un’intensa storia d’amore.

Ma è anche libro che scuote le coscienze, perché ha il pregio di puntare il dito su una tematica dal contenuto ostico quanto delicato. Un argomento dal significato importante che sollecita una discussione vitale: quella sull’opportunità di portare a termine, oppure no, una difficile gravidanza.

Nessuno sa di noi è romanzo dal forte impatto emotivo, crudo, ma drammaticamente realistico anche per l’attento scavo dei personaggi che l’autrice elabora sapientemente.

Romanzo apprezzato dalla critica è arrivato in finale al Premio Strega 2013.

“Mi attira a sé. Il suo abbraccio è come un asilo politico. Penso che sia così che ci si sente, quando si assapora, dopo tanto tempo, un’altra porzione di felicità…”

 

Written by Carolina Colombi

 

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