Selfie & Told: Łukasz Mrozinski racconta l’uscita del terzo album “Mrozinski”

“Samotny dom/ czekam na list/ ale nie wiem z kont/ Samotny znam/ drogę którą/ zgubiłem sam// Tutaj nic/ nie zostanie/ Tutaj nic/ nigdy nie było// Lo sai cos’è che mi disarma?/ È pensare che ogni parola/ inganna quando/ smarrita cerca la verità// Non c’è poi molto da interpretare/ se poi puoi sempre immaginare/ che non sia solo quello che sai// […]” Nigdy Nic

Łukasz Mrozinski

Sono Łukasz Mrozinski, all’inizio degli anni 90 mi sono trasferito sotto il cielo di Torino abbandonando la mia città natale Elblag al nord della Polonia.

Il mio approccio alla musica è iniziato con una chitarra barattata con una tromba regalatami da mio nonno quando avevo 16 anni.

Dal 1999 ad oggi ho registrato, prodotto e composto 10 album, pubblicati da cordate di etichette indipendenti e distribuiti ovunque.

Ho avuto il piacere e la possibilità di suonare in tutta l’Italia e sui palchi di Parigi, New York, Austria, Germania, Polonia, incontrando numerosi artisti e collaborando con arti di ogni forma.

Nel 2013 di seguito ad un ricovero psichiatrico ho abbandonato i progetti in cui ero coinvolto (Merçe Vivo, Seminole, aSzEs0) e ho iniziato il mio personale percorso di ricerca musicale.  Sono stato definito dalla stampa “poeta postfolk nell’abisso dell’anima più oscura” (Rumore), per la mia ricerca fatta di sperimentazioni rumoriste e avanguardiste unite al cantautorato.

MROZINSKI è la mia terza produzione solista ed uscirà il 22 giugno 2018 per l’etichetta I Dischi del Minollo in collaborazione con altre realtà musicali.

Ed ora beccatevi questa Selfie & Told!

 

L.M.: Domanda difficile per iniziare… quando ti guardi allo specchio, chi vedi?

Łukasz Mrozinski: Mi vedo spesso combattere con i centomila pirandelliani me. Forse per questa ragione spesso tendo a creare/crearmi l’effetto del treno in corsa, senza focalizzarmi su un’immagine precisa ma piuttosto sulla continua evoluzione. Credo che in ciò che faccio, musicalmente parlando, ci sia molto di me, molti contrasti e molti altri particolari che emergono solo se si presta molta attenzione. Parlare del mio nuovo album può essere un punto di partenza.

 

L.M.: Il tuo nuovo album: cosa racconta?

Łukasz Mrozinski: Tempo fa mi colpì una definizione di “canzone” che s’addice molto alla visione che ho della mia scrittura: sintesi di stati d’animo. La composizione dei brani raccolti negli ultimi tre anni è stata molto condizionata dalla ricerca del suono e delle immagini che esso evoca. Per me le parole sono sintesi di particolari momenti, pensieri, suggestioni che prendono forma casualmente e che cerco di unire in funzione dell’atmosfera evocata dalla melodia. Nel precedente album Mad Pride (2014 I Dischi del Minollo, Edisonbox, VittekRecords, Audioglobe) l’urgenza era quella di raccontare un periodo ben definito della mia vita, il ricovero psichiatrico e l’incontro con la realtà del movimento Torino Mad Pride, fu per certi versi un concept album che si trasformò in un album collettivo, mentre in questa occasione con “MROZINSKI” ho scelto di lavorare da solo, di mettere alla prova le esperienze “tecniche” acquisite in ormai 20 anni di avventure musicali. Per certi versi è il tempo l’argomento più frequente nei testi del nuovo disco: la mia lettura del tempo che inevitabilmente scorre e trascina con sé il passato verso un futuro sconosciuto. In alcuni testi, come quello di “Nigdy Nic” che chiude il disco, ho cercato di esporre maggiormente me stesso ma preferisco sempre lasciare spazio alla libera interpretazione dei miei testi.

 

L.M.: Porta il tuo nome: è una conclusione autobiografica o un punto di inizio di qualcosa di nuovo?

Mrozinski

Łukasz Mrozinski: Direi che si tratta sicuramente di un punto di inizio di qualcosa di nuovo, anche se ogni album è qualcosa di nuovo per me. La scelta di intitolare questo disco “MROZINSKI” è anche dovuta al fatto che si tratta di un album che sento particolarmente “mio”, in quanto per la prima volta ho scritto, composto e registrato tutto da solo, ad eccezione ovviamente degli interventi di Eros Giuggia (mulbö, I Fasti, Merçe Vivo), che ha registrato i suoi interventi in separata sede basandosi sullo scheletro delle canzoni in lavorazione e lasciandomi poi la libertà di lavorarci nel modo che ritenevo più congeniale alla mia idea finale, e di Elisa Lacicerchia, che canta con me nel brano “Cado”. Solo nella fase finale del missaggio e del mastering ho scelto di rivolgermi all’esperienza e alla professionalità di Carlo Barbagallo. Desideravo da tempo avere la piena libertà di azione sulle mie canzoni, probabilmente per mostrare e mostrarmi le mie reali intenzioni nella ricerca musicale, infatti credo che questo disco rispecchi fedelmente il mio approccio alla musica. In questi tre anni ho potuto cambiare le carte in tavola numerose volte, cambiando anche radicalmente l’intenzione di un brano fino a quando non ero pienamente soddisfatto del risultato finale. Credo di aver iniziato a mostrarmi musicalmente per ciò che sono veramente, probabilmente il risultato può sembrare confuso in quanto non segue dei canoni fissi e non ha dei riferimenti precisi, ma ritengo che sia un ottimo inizio di esplorazione musicale.

 

L.M.: Sei tu il bambino sulla copertina?

Łukasz Mrozinski: Sì, è una foto a cui tengo molto. Fu scattata e poi sviluppata da mio nonno nel 1983 nel cortile della casa in campagna in Polonia dove eravamo soliti passare le stagioni calde. Questa foto, forse più del nome nel titolo, mostra quanto questo disco mi rappresenti.

 

L.M.: In alcuni pezzi alterni l’italiano al polacco… perché?

Łukasz Mrozinski: Iniziai a scrivere i miei primi testi durante l’adolescenza, quando iniziai a studiare ed usare principalmente la lingua italiana. Per molto tempo ho messo da parte la mia lingua madre poiché l’ambiente in cui sono cresciuto era quello italiano. Durante la stesura dei testi di questo album ho raccolto diversi appunti di pensieri e ho cercato di unire il tutto nel modo più congeniale alla musicalità dei brani. Spesso mi sono ritrovato senza parole italiane e quasi per gioco ho iniziato a segnare appunti di espressioni in inglese e polacco. Andando avanti queste parole, scelte inizialmente per il loro suono, hanno iniziato ad assumere anche un significato coerente al testo scritto in italiano. Il risultato mi ha convinto, così alla fine ho deciso di mantenere questo mix linguistico. Riflettendoci ora sono felice di questa scelta, credo che possa essere uno spunto molto interessante per il futuro e anche un modo per non dimenticare le mie origini.

 

L.M.: Ti senti più italiano o più polacco, o forse nessuno dei due?

Łukasz Mrozinski: Non sento un particolare legame di appartenenza a nessuna delle due culture ma inevitabilmente so che entrambe fanno parte della mia persona. È strano rendermi conto che per i miei conoscenti polacchi io sia considerato un italiano per i miei modi, per alcune espressioni tipiche e il singolare modo di gesticolare. Al contrario gli italiani riconoscono in me le caratteristiche fredde e ciniche che sono lo stereotipo del polacco venuto dal nord. Personalmente non ho attaccamento per alcuna bandiera, non amo i tradizionalismi e mi ritengo semplicemente un essere umano come altri, diverso ed unico come chiunque.

 

L.M.: Quanto pensi che il tuo essere “straniero” influisca e confluisca nella tua musica, nei tuoi contenuti?

Łukasz Mrozinski: Mi sento estraneo alla musica contemporanea, seguo una direzione personale che spesso mi fa sentire straniero in quanto diverso dal contesto che mi circonda. Credo che nei contenuti della mia musica tutto ciò sia abbastanza evidente, ma non credo che dipenda dalle mie origini natali, piuttosto dalle origini delle mie varie influenze musicali e culturali. Sono una persona di indole curiosa e ho avuto la fortuna di conoscere persone differenti che mi hanno influenzato e fatto conoscere mondi molto lontani tra loro. Ho avuto la possibilità di viaggiare in diverse nazioni e di sentirmi straniero molte volte e ritengo questa libertà la cosa più preziosa che si possa ricevere. La mescolanza di culture, idiomi, suoni è come un’orchestra sinfonica e in un certo senso ogni elemento è straniero, proprio come me.

 

L.M.: Fare musica è il filo rosso della tua vita, della tua ricerca?

Łukasz Mrozinski

Łukasz Mrozinski: Direi più un filo trasparente che assume diverse tinte a seconda del contesto e del momento. Alla mia vita, come a quella di chiunque altro, partecipano numerosi elementi. Fare musica per me è come canticchiare sotto la doccia per altri, un gioco, ma come ha già detto qualcuno il gioco è una cosa seria. La mia ricerca, qualunque essa sia e qualunque sia la sua direzione, necessita di una colonna sonora, io ho scelto di crearla personalmente e di condividerla.

 

L.M.: Per concludere: prospettive per il futuro?

Łukasz Mrozinski: In questo momento sono concentrato sulla promozione del nuovo album, vorrei che venisse conosciuto e condiviso. Sto iniziando a preparare i brani per poterli eseguire dal vivo, sarà un lavoro impegnativo che richiederà molte attenzioni. Non sono solito fare programmi per un futuro troppo lontano, quindi aspetto il 22 giugno per vedere il disco nei negozi. Poi si vedrà, qualche nuova idea mi ronza già in testa ma non voglio mettere troppa carne al fuoco.

 

Avrei dovuto concedermi un momento/ ma per quanto tempo e dov’era il resto della realtà?/ Ora quale certezza mi consola di più/ Troppe parole, troppo profumo/ per nascondere il bluff/ nothing is real// Conosco una parte di te/ qualcuno che ormai non torna/ un odore che nell’aria evapora/ nothing is real// […]‒ “Umana Lacan”

 

Written by Łukasz Mrozinski

 

 

Info

Sito Minollo Records

 

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