Intervista di Katia Debora Melis al pittore Beppe Mascia: Nature Morte e Surreali Paesaggi
Ho conosciuto l’opera di Beppe Mascia qualche anno fa, per caso, grazie al compianto amico poesipittore Giorgio Melis, che mi mostrò alcune sue realizzazioni. Fu così che, apprezzandole, mi incuriosii e decisi di seguire sui Social le realizzazioni del Mascia.

Reputandolo artista di valore e di non comune passione, ancorché troppo poco conosciuto, ho voluto riservargli il breve spazio di questa intervista, augurandogli il meglio in campo artistico e personale.
Giuseppe Mascia, in arte Beppe Mascia, è nato nel 1963 a Selargius, nell’Hinterland di Cagliari. Ha dimostrato fin dall’infanzia una stupefacente predisposizione nell’uso della matita, prediligendo il chiaroscuro e realizzando Nature Morte e Surreali Paesaggi, per iniziare poi a utilizzare gessetti, pastelli a cera e colori a olio.
Avrebbe dovuto frequentare il Liceo Artistico cagliaritano, ma le esigenze di una famiglia numerosa tra fratelli e sorelle, lo ha portato a studiare termoidraulica e informatica e a iniziare presto a lavorare nel settore.
Nel 1985 inizia a usare l’olio su tela realizzando alcune interessanti opere tra le quali un bellissimo veliero, “La Santa Maria”, giungendo, nel 1992, a vincere un concorso con “Cavallo al tramonto”, opera olio su tela 40×30, poi il blocco quasi per circa 20 anni, in seguito a problemi familiari, sino al 2007 quando riprende a realizzare le sue opere, stavolta a secco, utilizzando una tecnica mista con grafite morbida del gruppo B, carboncini grassi e penne gel o acrilico bianco.
Il 22 giugno 2016 vince il concorso Paesaggi su Facebook, su “L’Arte delle Meraviglie”, con l’opera “La Vecchia Baita” ritrovando di nuovo forza per la sua Arte. Poi arriva l’importante incontro col bravissimo Artista e Poespittore Giorgio Melis, scomparso recentemente.
Il Melis, riconoscendo il talento di Beppe Mascia decide di farlo esporre presso la Galleria D’Arte di Quartu Sant’Elena (CA) dove ha occasione, poi, di conoscere il Critico d’Arte Pasquale Solano che parla positivamente della sua opera “una fine quanto calibrata tecnica di chiaroscuro spesso in un apprettato connubio di tecnica mista tra matite del gruppo B, carboncino e acrilico. Il Mascia eccelle nella ritrattistica conferendo ai suoi elaborati un’ottima qualità di immagine in parallelo con l’arte fotografica espandendosi in un fertile manierismo artistico che lascia una traccia ad una promettente fantasia pittorica (Pasquale Solano)”.
K.D.M.: Se ti dovessi presentare, brevemente, ma contemporaneamente sia come persona che come artista, come lo faresti?
Beppe Mascia: Sono una persona semplice e sensibile, amo la natura e tutto quello che l’uomo ha creato con le sue mani, perciò amo l’arte tutta e chi crea arte.
K.D.M.: Quanto ritieni importante la formazione, scolastica e accademica, e lo studio in generale, e quanto, invece, la pratica, anche e soprattutto da autodidatta, per la nascita e la creazione di un percorso artistico?

Beppe Mascia: Ritengo che sia molto importante sia la formazione scolastica e accademica che la pratica, anche se secondo me la predisposizione devi averla dentro: l’arte è un dono che non tutti hanno.
K.D.M.: Puoi raccontarci la tua esperienza al riguardo?
Beppe Mascia: Io fin da piccolo ho sempre saputo cosa potevo fare con una matita o con un pennello; a scuola pochi compagni potevano competere con me, specialmente alle scuole medie, quando già avevo acquisito una certa dimestichezza col disegno.
K.D.M.: Quali sono i soggetti che per primi hanno attirato la tua attenzione, spingendoti a ritrarli?
Beppe Mascia: Tra i soggetti principali vi sono mari, monti, paesaggi innevati, cascate, gli uccelli in volo e i colori del tramonto. Poi ci sono i visi dai tratti e dalle espressioni particolari.
K.D.M.: Tra le tecniche che utilizzi, mi pare che prevalga il disegno e l’uso della grafite. Come ti sei avvicinato a questa tecnica?
Beppe Mascia: Per me il disegno è la base di tutto. Amo le matite e i carboncini morbidi e tutto quello che dà oscurità per poi arrivare a ricreare la luce con il bianco, che sia acrilico o penna Gel. Utilizzo anche altre tecniche e materiali, naturalmente. Dipingo sia a olio che in acrilico.
K.D.M.: Nel predominare del bianco e nero, con una grande sensibilità nel rendere i contrasti luminosi e volumetrici, spaziali, sai creare atmosfere sospese e trasmettere emozioni profonde. E il colore. Che spazio gli riservi?
Beppe Mascia: Io nella mia vita ho sofferto tanto e si vede dalle mie povere opere, talvota scure, dove cerco di ricreare luce. Il colore è per me solo un’opzione che poco uso, ma quando lo uso lo chiamo di nuovo, veramente, colore!
K.D.M.: Ci parleresti delle tue esperienze espositive, sia relativamente al rapporto col pubblico sia in relazione a ciò che rappresenta per te il momento dell’incontro con altri occhi?

Beppe Mascia: Io non sono uno che espone tanto, ma quando l’ho fatto ho ricevuto consensi e commenti positivi, il che, naturalmente non può che fare molto piacere. Però credo che l’Arte abbia bisogno di grandi spazi che specialmente in Sardegna non abbiamo o non destiniamo a questi scopi.
K.D.M.: Quali sono i tuoi sogni e i tuoi progetti d’artista?
Beppe Mascia: Ho smesso di sognare da tanto. Adesso disegno e dipingo per me e per chi ama quello che faccio. Nella mia vita ho realizzato più di 2000 opere e ne vado molto fiero. Ti ringrazio per questa intervista. Un saluto Gentilissima e carissima Katia, a te e ai lettori di Oubliette Magazine!
Written by Katia Debora Melis