Intervista di Emma Fenu ad Erri De Luca: la Giornata Mondiale della Poesia a Copenaghen
“Cercar risposte dagli altri è come calzarsi al piede una scarpa d’altri, che le risposte uno se le deve dare da sé, su misura. Quelle degli altri sono scarpe scomode.” – Erri De Luca

La primavera danese accoglie Erri De Luca imbiancando di neve i tetti spioventi, il capo della Sirenetta, i canali ghiacciati e le strade percorse da biciclette.
Narcisi chiusi nel proprio cappotto giallo, a simboleggiare l’arrivo della Pasqua, macchiano di sé il candore di una Copenhagen che si prepara a fiorire e a sciogliersi, mostrando, sotto il tiepido sole, quella bellezza fiabesca che proietta in un mondo senza tempo.
In occasione della Giornata Mondiale UNESCO della Poesia 2018, l’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen ha invitato, il 20 marzo, Erri De Luca, grande giornalista, scrittore di romanzi, saggi e sillogi poetiche.
Fra le sue opere più famose, ricordiamo: In alto a sinistra; Alzaia; Il contrario di uno; In nome della madre; Il giorno prima della felicità; Il peso della farfalla; Le sante dello scandalo; I pesci non chiudono gli occhi; Storia di Irene; La Natura Esposta; Diavoli custodi; L’ospite incallito; Bizzarrie della provvidenza.
A lui ho avuto l’onore di rivolgere, per conto di Oubliette Magazine, poche domande, aspettandomi poche parole in risposta. La mia ipotesi, nata in seguito alla lettura (appassionata!) di almeno metà delle sue pubblicazioni, ha trovato riscontro in frasi incisive, ironiche, taglienti eppur eleganti e affatto ciniche.
Non di poesia in senso stretto si è parlato, ma di temperie culturale in Italia, di letteratura e di progetti.
In fin dei conti, vivere è, poeticamente, la consapevolezza di esistere.
E.F.: Come definirebbe il panorama letterario contemporaneo in Italia? Quali sono gli elementi peculiari?
Erri De Luca: La domanda è alla persona sbagliata, non sono lettore di libri recenti. Nell’ambito dell’impegno civile dei letterati italiani, il panorama è desertico. Saviano e pochissimi altri danno segni di risposta alle urgenze del mondo circostante.
E.F.: Esiste, a suo avviso, una letteratura definibile “femminile”?

Erri De Luca: Se apro un libro senza sapere prima chi è l’autore non mi accorgo del suo sesso. Che Omero sia un uomo o una donna non mi riguarda come lettore. Piccole donne lo poteva scrivere una anche un reverendo sotto falso nome.
E.F.: Un libro è vivo ed è ponte di scambio. Noi lettori molto abbiamo imparato da lei e lei cosa ha imparato da noi, attraverso lo scambio e il confronto?
Erri De Luca: Imparo da lettore, che è la mia più vasta attività. Da scrittore incontro in luoghi pubblici le persone che hanno lette delle mie pagine e ricevo da loro lo scambio ravvicinato di una battuta, di una stretta di mano, che sono per me i veri premi letterari. A quelli con le giurie invece non partecipo.
E.F.: Quali sono i suoi progetti futuri?
Erri De Luca: Esistere ancora.
“Dialogo non è un interrogatorio.” – Erri De Luca
Written by Emma Fenu