Intervista di Irene Gianeselli al regista Alessandro Grande: il corto “Bismillah” vince il David di Donatello

Alessandro Grande nasce a Catanzaro nel 1983, è un regista e sceneggiatore da sempre vicino a tematiche sociali.

 

Alessandro Grande

Tra i cortometraggi realizzati, In My Prison, presentato al Roma Fiction Fest e vincitore del Premio del pubblico a Corto Tokyo (Giappone), Premio Amnesty International e Premio Fandango Film. Selezionato al Thess Short Film Festival (Grecia) presieduto da Clint Eastwood.

Nel 2013 realizza Margerita, con la partecipazione di Moni Ovadia. Il cortometraggio presentato al Giffoni Film Festival ed entrato in cinquina ai Nastri d’argento, ha vinto 78 premi nel mondo, tra i quali: Miglior film all’Ischia International Film Festival, Miglior regia al Cyprus International Film Festival, Premio Federico Fellini.

Distribuito all’estero dalla società tedesca Interfilm di Berlino e in Italia dalla FICE (Federazione italiana cinema d’essai). Dal 2014, Alessandro Grande, lavora come autore per programmi televisivi Rai, Mediaset e Sky.

Nel 2018 con il nuovo cortometraggio dal titolo Bismillah vince il David di Donatello.

Bismillah è una storia di amore e fratellanzarivela Alessandro Grandeche ho cercato di raccontare attraverso la ricerca dei piccoli gesti quotidiani fondamentali per riuscire a convivere con il ricordo della sofferenza e tenere viva la fiamma della speranza”.

 

I.G.: Come è nato il progetto?

Bismillah

Alessandro Grande: La storia di Bismillah è nata durante un pomeriggio d’estate, dopo aver letto che l’Italia nel 2011, a causa della primavera araba, ha registrato il maggior numero di immigrati tunisini e di questi, circa 12 mila vennero considerati fantasmi nel nostro Paese. Allora mi sono chiesto: ma per coloro che ce l’hanno fatta superando la paura e il viaggio in mare, i problemi sono finiti? Sono partito da questa domanda. Sia Linda che Bel (i due protagonisti), hanno partecipato ai provini organizzati in collaborazione con il centro socio-culturale tunisino di Roma. Da subito entrambi mi hanno convinto, hanno un grande talento e riescono ad esprimersi con naturalezza. Poi, insieme, attraverso due mesi di prove, abbiamo messo a punto le sfaccettature caratteriali dei personaggi. A questo lavoro sono legato particolarmente, perché per la prima volta sono riuscito a girare nella mia terra, grazie ad una coproduzione, la Indaco film e al sostegno della Calabria Film Commission e Comune di Catanzaro.

 

I.G.: Perché hai voluto raccontare questa storia attraverso gli occhi di una bambina?

Alessandro Grande: Mi piaceva l’idea che un messaggio di amore e di fratellanza potesse venire proprio da una bambina. Spesso infatti sono i più giovani a dare grandi insegnamenti. Il ruolo è interpretato dalla talentuosa Linda Mresy, alla sua prima esperienza cinematografica.

 

I.G.:  Spesso i protagonisti dei tuoi lavori sono i bambini. Perché?

Alessandro Grande: Non credo di riuscire a dare una spiegazione, anche perché mi faccio guidare dall’ispirazione e porto avanti una storia in cui credo senza pormi troppe domande. Evidentemente è un mondo che sento più mio e mi viene naturale esternarlo.

 

I.G.: La scelta del cortometraggio è programmatica? Cosa apprezzi della narrazione breve?

Alessandro Grande – David di Donatello

Alessandro Grande: La possibilità di riuscire ad arrivare in pochi minuti al cuore dello spettatore. E poi, è una grande prova con se stessi per misurare di volta in volta il dono della sintesi.

 

I.G.: Progetti futuri?

Alessandro Grande: In cantiere c’è sempre l’idea di fare un lungometraggio e sto lavorando affinché questo sogno possa essere finalmente realizzato.

 

Written by Irene Gianeselli

 

 

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