Intervista di Rebecca Mais a Sabrina Falanga e al suo coraggioso “Oltre la superficie delle cose”

“Certi mali sono quasi necessari: non vengono per ucciderti, ma per farti riprendere dal torpore in cui la tua vita è finita. Certi mali sono gabbie dorate in cui decidiamo inconsciamente di rinchiuderci, perché ci danno l’impressione di controllo. Ma, soprattutto, ci danno modo di giustificare i nostri stessi limiti: mi comporto così perché sono una persona sofferente, non posso fare quella cosa perché ho un trauma infantile, se sto così male è a causa di quel fatto o di quella persona. Bugie che ci raccontiamo pur di non affrontare ciò che più ci fa paura. Bugie che ci raccontiamo pur di continuare a crederci vittime e, per questo, giustificati a fare capricci con la vita.”

Sabrina Falanga

Oltre centocinquanta persone alla prima presentazione presso il Mondadori Bookstore di Vercelli; una storia che sta girando l’Italia intera; il libro più venduto del catalogo “Undici” a livello nazionale.

Questo è Oltre la superficie delle cose (Undici Edizioni, 2017), il romanzo d’esordio di Sabrina Falanga, scrittrice, giornalista pubblicista e web content editor vercellese.

La protagonista è Leonia, una donna in balia di una vita che le richiede un coraggio ed una sincerità alla quale non è abituata, dedita come è alla vigliaccheria.

Non resta perciò che scegliere se proseguire così, e continuare ad indossare una maschera, o provare a cambiare tutto. L’occasione arriva con quel trasferimento da Torino a Napoli.

Ma sarà sufficiente per dare una svolta alla vita di Leonia? Potrà finalmente decidere per sé senza dover subire le decisioni altrui?

Un libro, con una protagonista femminile contraddistinta dal coraggio che non passa inosservata, che sta avendo un successo davvero notevole, una scrittrice particolare la cui intervista sono certa sarà di ispirazione per tanti.

 

R.M.: Sabrina, benvenuta su Oubliette. Come e perché è nato “Oltre la superficie delle cose”?

Sabrina Falanga: Oltre la superficie delle cose” nasce nel cuore di un freddo pomeriggio di gennaio. Nel 2016. Durante una di quelle giornale di cui è difficile spiegare il grigiore e l’apatia. Forse è proprio in momenti come quelli, che nascono i pensieri migliori di uno scrittore: quando necessita di trovare della vita, se ciò che lo circonda pare momentaneamente morto. Non credo ci sia un pragmatico «perché» sulla nascita di un libro: nel cercarne uno, posso dire che pubblicare romanzi è sempre stato l’obiettivo professionale e personale della mia vita, da qualche parte avrei pur dovuto iniziare. Il vero «perché», però, risiede in una dimensione molto più profonda: non puoi sfuggire al tuo destino, di questo ne sono certa da sempre. E credo, a proposito di destino, che questo libro fosse nel mio percorso da molto tempo: doveva solo arrivare il momento giusto per dargli vita, come ogni cosa d’altronde. Il mio momento giusto è stato l’inizio di un nuovo capitolo della mia esistenza, poiché in quel momento ne stavo chiudendo uno molto grande.

 

R.M.: Protagonista del romanzo è Leonia, una donna molto coraggiosa. Per quale motivo hai scelto di mettere al centro della storia una donna?

Oltre la superficie delle cose

Sabrina Falanga: Leonia è una donna coraggiosa, ma non lo sa. Come tante persone, infondo. Ognuno di noi contiene, dentro di sé, tutte le possibilità di realizzare ciò che è, però non sempre ne siamo consapevoli. È necessario, a volte, riuscire a superare le convinzioni e le convenzioni che abbiamo assorbito durante la crescita: dalla famiglia, dagli amici, dalla società. In base alla cultura in cui viviamo, facciamo nostre delle regole non scritte alle quali sentiamo di dover appartenere: per una donna questo concetto è ancora più forte. È stata questa la motivazione per cui ho scelto di parlare di coraggio attraverso una figura femminile. Perché per una donna è spesso molto più difficile, a differenza di un uomo, slegarsi da luoghi comuni, aspettative altrui. E così finisce per adattarsi e, di conseguenza, perdere la sua reale natura individuale e i suoi reali bisogni. È un principio che vale anche per gli uomini, ovviamente: ma credo che anche nelle società più sviluppate siano, in qualche modo, moralmente avvantaggiati.

 

R.M.: La storia è ambientata a Napoli: cosa ti lega a questa città e per quale motivo l’hai scelta?

Sabrina Falanga: A Napoli ci sono, innanzitutto, le radici del mio albero genealogico: tutta la generazione a me precedente è nata in Campania, dove ho passato felici periodi della mia infanzia e della mia adolescenza. Nel libro, però, l’ho scelta non per quello che significa per me ma per il messaggio che avevo necessità di mandare attraverso il testo. Avevo infatti bisogno di parlare di concetti quali la spontaneità, l’essenzialità, la verità. Napoli è esattamente questo. Tutto quello che ti aspetti di trovare in lei, lo trovi. Nel bene e nel male. Napoli non indossa maschere ed è capace di darti le sue parti peggiori mescolate alle sue parti migliori: non nasconde né una né l’altra. I luoghi comuni su Napoli sono veri. Così come lo sono i racconti sui meravigliosi paesaggi e sulla magnanimità di chi la vive. Napoli è quella che è. E anche le persone dovrebbero essere così: non nascondersi mai, mostrarsi nel bene e nel male.

 

R.M.: “Oltre la superficie delle cose” ha riscosso un grande successo fin dall’inizio e le presentazioni sono sempre seguitissime. A cosa pensi sia dovuto?

Sabrina Falanga: Uno scrittore deve essere anche un buon comunicatore. E comunicare significa anche saper costruire e mantenere relazioni, rapporti più o meno profondi: curare i legami fa in modo che tutto avvenga poi da sé. C’è un detto a cui sono molto affezionata, l’ho anche citato nel libro. Dice: “Non rincorrere le farfalle ma cura il giardino e le farfalle arriveranno da sé”. Le persone riconoscono se sai prenderti cura di loro: e, se hanno piacere, te ne sono riconoscenti. Penso sia semplicemente questo. Al giorno d’oggi, poi, a differenza di quanto pensano in tanti, è ancora più facile avere premura dei propri rapporti: non è mai stato così comodo avere contatti in tempo reale anche con chi si trova dall’altra parte del mondo. Nessuno di noi può negare la potenza di una bella parola che sa arrivare nel momento giusto, tramite un messaggio. Anche questi piccoli gesti si rivelano importanti se vogliamo avere la certezza di essere apprezzati. Inoltre ci sono i Social: lo strumento più importante per chi desidera conoscere persone sempre nuove, anche in altre città.

 

R.M.: Chi vorresti leggesse il tuo libro?

Sabrina Falanga: Un giorno una lettrice mi ha scritto un messaggio su Facebook. Recitava: “Dopo aver letto il tuo libro, ho deciso che lo regalerò a un’amica che sta soffrendo. Credo ne abbia bisogno, le farà bene”. Vorrei, dunque, che il mio libro capitasse nelle mani di chi ha bisogno di una motivazione esterna per uscire dalle sue paure, dai suoi blocchi. E, dicendo questo, so di parlare di chiunque. Me compresa. Nessun individuo è esente da limiti che si auto impone, senza rendersi conto di auto sabotarsi e non permettersi di raggiungere la realizzazione personale. Se proprio dovessi scegliere un target di persone a cui riferirmi, vorrei avere tanti lettori giovani: giovani donne e giovani uomini. Adolescenti, soprattutto. Perché è proprio durante l’adolescenza che si cerca di capire chi si è, dove si vuole andare, cosa si vuole costruire. Spesso gli adolescenti non sono ascoltati e gli adulti pretendono di decidere al loro posto: è così che si nascono i contrasti tra quello che si desidera e quello che ci sentiamo invece obbligati a fare. E questo libro parla esattamente di questo.

 

R.M.: Un aggettivo per descrivere “Oltre la superficie delle cose”?

Michela Trada, Celestino Giuseppe, Sabrina Falanga, Maurizio Roccato, Annalisa Canetto

Sabrina Falanga: Banale. So che può sembrare strano, specialmente da parte mia, ma c’è un motivo se ho scelto proprio questo termine: oggi il concetto di libertà è talmente inflazionato che è diventato banale, così come lo sono diventati tutti i discorsi spirituali e introspettivi. Eppure, nonostante sentiamo continuamente parlare di rivoluzioni interiori, non ci sleghiamo veramente dalle paure superficiali e materiali, fingiamo solo di farlo. E, per giustificare questa nostra incapacità, definiamo “banale” tutto quell’insieme di concetti che non comprendiamo. Quindi, felice di aver scritto un libro banale: non ci rendiamo conto che le banalità sono proprio quello che ci salvano.

 

 R.M.: Come è avvenuto l’incontro con Giuseppe Celestino e Maurizio Roccato della Undici Edizioni?

Sabrina Falanga: Ho conosciuto Celestino e Maurizio quando ancora non sapevano che stavo scrivendo un libro. Ero a metà della stesura della mia storia e non mi era ancora passato per la mente di cercare una casa editrice poiché ero troppo concentrata sul terminare il testo. “Undici” l’ho conosciuta per un discorso di collaborazioni lavorative che sarebbe potuto partire poiché sono giornalista e consulente di comunicazione per l’editoria: mi è bastato poco per capire che la casa editrice che avevo davanti era seria, affidabile e soprattutto con tanta voglia di espandersi. Ho sempre avuto una naturale predisposizione verso tutto ciò che ha voglia di crescere. È stato quindi per me spontaneo parlare loro del libro che stavo scrivendo: la fiducia probabilmente è stata reciproca, motivo per cui hanno accettato di pubblicare “Oltre la superficie delle cose”.

 

R.M.: Quando e come hai cominciato a scrivere?

Sabrina Falanga: Credo di poter dire che ho iniziato a scrivere quando ho imparato a scrivere. Fin dai primi anni delle elementari riempivo pagine intere di quaderni, sulle quali inventavo storie e componevo poesie. È un amore che è nato insieme a me, non sono stata spronata da nessuno: per chi, come me, crede nella reincarnazione può capire cosa intendo quando dico che probabilmente è una predisposizione che mi porto dietro, come un tramite, dalle mie vite precedenti. E, ne sono sicura, arriverà anche nelle prossime.

 

R.M.: Quali sono i tuoi generi e autori preferiti?

Sabrina Falanga

Sabrina Falanga: Ad aver ispirato il mio libro è stata la semplicità dei testi di Massimo Bisotti. Amo particolarmente la sensazione malinconica che mi lascia addosso Margaret Mazzantini, della quale sono particolarmente ammiratrice. L’autore per eccellenza, invece, che riesce a darmi la pulsione creativa anche quando sembra essere svanita è il portoghese Pedro Chagas Freitas. In generale, comunque, leggo narrativa e in particolar modo il romanzo. Accanto, molti libri di saggistica spirituale e psicologica.

 

R.M.: Si terranno altre presentazioni in questo 2018? Stai forse già scrivendo qualcosa di nuovo?

Sabrina Falanga: Il 2018 sarà l’anno in cui farò la maggior parte delle presentazioni di “Oltre la superficie delle cose”: rifarò Vercelli, con tipologie di pubblico più specifiche, e paesi limitrofi; poi Bologna, Roma e tornerò nuovamente in Campania e a MilanoNel frattempo, sì, scrivo il mio secondo libro. Sarà una storia totalmente diversa dalla prima, verranno toccati altri argomenti ma sarà accomunato al primo dallo stesso obiettivo: far emozionare.

 

R.M.: Grazie Sabrina per la disponibilità, in bocca al lupo per i tuoi progetti e alla prossima!

 

Written by Rebecca Mais

 

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