Selfie & Told: Juel racconta il nuovo singolo “Cattiva”

“Tu puoi dirmi che non ho mai amato/ Che ho il cuore di pietra ghiacciato/ E mi accusi di ciò che non ho mai dato/ Del mio amore che ti è stato negato// Mentre non ti accorgevi che/ Quello che volevi era davanti a te/ Troppo preso a scavare nel fondo/ Per sentirti il migliore del mondo// […]” ‒ “Cattiva

Juel – photo by Lumina Sense art lab

Ciao ragazzi, sono Juel, una guerriera nella vita con una penna come arma! Scrivere è sempre stato per me un modo per scavare a fondo nella mia più nascosta intimità e trasformare un momento difficile e negativo in qualcosa di positivo e tangibile. E cosa più della musica può avere questo potere?!

Lei è il mio confessionale, lei è il mio specchio e la mia droga eccitante!

Lei aiuta a trasmettere un messaggio a più persone anche senza dover necessariamente parlare.

Ho iniziato questo rapporto d’amore con la musica e la scrittura prima per colmare una mia necessità personale e successivamente ho pensato che sarebbe stato bello condividere le mie esperienze e comunicare attraverso essa!

Vedere che i miei singoli hanno avuto un buon riscontro mediatico è di gratifica per la mia mission: creare musica originale che trasmetta un messaggio positivo e che stimoli le persone a dare il meglio di sé… oltre naturalmente.

Ed ora beccatevi questa Selfie & Told!

 

J.: Che ruolo ha avuto la famiglia nelle tue scelte artistiche?

Juel: Sin da piccola ho manifestato una predisposizione particolare alla musica attraverso la danza. Ero una bambina movimentata e vivace, i miei genitori hanno sempre alimentato la mia passione e assecondato la mia natura caratteriale. In realtà in casa si è sempre respirata aria di allegria musicale e sia mio padre che mia madre hanno contribuito attivamente a trasmettermi uno dei primi messaggi positivi della musica che ora sono vivi dentro di me come ricordi indissolubili. Ricordo, rientrando a casa da scuola, una musica ad alto volume provenire dalla camera da pranzo. Affacciatami ho visto mio padre di fronte al giradischi (eh sì, il malinconico e amato giradischi c’era ancora) con la copertina di “Sex Machine” di James Brown che ancheggiava a tempo con un sorriso contagioso sul volto… come riuscire a non seguirlo in quella danza? Mi sono lasciata andare piacevolmente. Oppure ricordo gli spettacoli che organizzava mia madre: “ora tutti seduti sul divano che ballo la canzone di Michael Jackson” … e noi (mio padre, mio fratello ed io) assistevamo a questo ballo tarantolato di mia madre che imitava i passi di M.J. o almeno ci provava.

 

J.: Cosa volevi diventare quando eri bambina?

Cattiva – Juel

Juel: Amavo tanto le materie letterarie e alle elementari ho iniziato a scrivere un romanzo. Volevo fare la scrittrice. Ero combattuta perché amavo molto gli animali, tutt’ora ovviamente, quindi alternavo al mio progetto romanzesco la voglia di salvare tutti gli animali del mondo… Solo crescendo ho deciso che avrei fatto la ballerina!

 

J.: 3 aggettivi positivi e 3 negativi per farti conoscere più da vicino dai nostri lettori.

Juel: Sono una donna molto sensibile, al limite della sopportazione: vivo molto le sofferenze altrui, mi ci immedesimo e la mia impotenza su larga scala mi avvilisce molto. Sono riconoscente nei confronti della vita, per quello che ho e alle persone che mi trasmettono il loro amore. Sono spontanea. Tra i miei difetti ci metterei la permalosità, il mio disordine “ordinato” e a volte la mia aggressività (non fisica) verbale in caso di minaccia.

 

J.: Sin dal primo singolo “Dormi Bene” si nota una scelta stilistica e di linguaggio musicale distanti dai canoni del rap italiano, con contaminazioni elettro, dance, hip hop e reggaeton. Non pensi che ciò possa creare confusione?

Juel: Non penso che creare musica fuori dagli standard dettati dalla moda sia un male e che crei confusione, bensì credo sia una nuova forma di espressione e magari un nuovo genere musicale. Perché limitarmi a dire una cosa usando un solo linguaggio quando posso farlo in diversi modi creandone uno mio? L’importante è arrivare alle persone in modo semplice e musicale. A me piacciono molti generi ed ognuno di esso è entrato nel mio modo di essere e fare: dal rap alla disco, dall’hip-hop ai generi latini, tutto può essere d’aiuto e utilizzato per creare musica e comunicare.

 

J.: Cosa pensi della musica di oggi?

Juel: Sarò diretta: tanti fenomeni pochi concetti. Con la libertà di espressione del web e la presenza soffocante dei talent è possibile che nascano dei personaggi dal contenuto artistico opinabile ma che diventino comunque dei fenomeni e influencer. Un seguito dettato spesso dalla forza economica che vi è alle spalle. Noto che c’è una grande pigrizia musicale da parte dei giovani che ascoltano il rapper di turno che parla in prevalenza di canne e “figa” oltre ad una certa pigrizia imprenditoriale/musicale da parte delle grandi case discografiche, che hanno il monopolio sui mezzi mediatici e radiofonici di massa. Non trovo stimoli ed esempi positivi in questa nuova generazione ma tutt’altro, vedo ragazzi che a 18 anni si mettono i denti d’oro finti e si atteggiano a grandi divi e boss della periferia di Los Angeles, arroganti, senza un minimo di umiltà e gratitudine a Dio e a mamma che gli ha dato più di quanto possono ambire.

 

J.: Da dove prendi spunto per scrivere le tue canzoni?

Juel – photo by Lumina Sense art lab

Juel: La maggior parte delle volte scrivo di me e di ciò che mi succede esternamente e interiormente. Altre volte racconto storie di chi ho incrociato lungo la mia strada. Scrivo comunque di cose in cui credo fermamente.

 

J.: “Cattiva” è il tuo nuovo singolo. Affronti un tema sfortunatamente molto comune oggi giorno, quello della violenza sulle donne. Parlaci della scelta musicale e della ricerca sonora, a cosa ti sei ispirata?

Juel: Ascoltavo a ripetizione l’album di Eminem “Recovery” in cui c’è un featuring con Pink, un’artista che mi piace particolarmente per la sua ecletticità e forza comunicativa. In quello stesso periodo stavo chiudendo questa “relazione malata” e ho attribuito un suono simile a una marcia funebre nella versione embrionale di “Cattiva” proprio per sottolineare la morte di un amore. Il tono accusatorio che uso nelle strofe è una risposta forte all’aggressione verbale alla quale ero sottoposta tutti i giorni e che contribuiva a rendermi insicura e infelice.

 

J.: Dopo “Cattiva” cosa succederà?

Juel: Dopo Cattiva uscirà un album. Penso in primavera, accompagnato da un altro videoclip. Ci saranno diversi brani ognuno con una diversa contaminazione musicale. Ne vedrete delle belle… Grazie per avermi letto. Ci musichiamo presto. Juel!

 

“[…] Mi sento male e intanto sale/ È questa rabbia che non riesco più ad urlare/ E mi fa male ma tanto male/ Io questa rabbia te la voglio rinfacciare// Bum è la bomba che esplode cattiva/ Sono crudele di nero vestita/ Di colpo il mio strazio ti morde alla gola/ E il mio veleno spietato ti divora// […]” ‒ “Cattiva

 

Written by Juel

 

 

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