Intervista di Gloria Rubino a Daniele Barbiero, regista di “Mirror”: guardarsi allo specchio e non solo!

Per Mirror l’ispirazione più grande è stato lo stile di regia di David Fincher, rigoroso ed elegante, credo che fosse il più adatto per esprimere l’angoscia del protagonista in modo delicato.” ‒ Daniele Barbiero

 

Daniele Barbiero

Mirror è un cortometraggio del 2015 diretto magistralmente da Daniele Barbiero, giovane regista romano che vanta già molti premi e collaborazioni importanti.

Mirror in particolar modo ha riscosso consensi in più di trenta festival cinematografici e ultimo ma non ultimo ha ricevuto il primo posto nel Premio Oubliette in una giuria speciale composta per la Biennale MArteLive di Roma. Il premio è sicuramente meritatissimo, sia per la trama e l’argomento trattato che non può lasciare indifferenti, sia per la tecnica utilizzata per girarlo.

La storia può essere definita in poche righe da questa frase:I riflessi che vediamo negli specchi non siamo noi ma degli attori che ci interpretano. Cosa succederebbe se uno di loro si stancasse di essere qualcun altro?”.

Da qui è l’inizio per un cortometraggio breve, ma molto intenso. Sulle orme di un nuovo Nolan, il regista Barbiero indaga nella sfera personale di tutti noi, diverte l’originale punto di vista, dalla parte del riflesso al di là dello specchio e allo stesso tempo inquieta e ci riempie di domande sulla nostra esistenza in genere.

Non è facile in poche immagini riempire gli occhi e la mente come è stato capace di fare il bravo Daniele Barbiero, che si è mostrato molto disponibile nel rispondere a questa breve intervista. Buona lettura!

 

G.R.: Parlaci di Mirror, il tuo primo cortometraggio.

Daniele Barbiero: Mirror è un cortometraggio del 2015 ed è a tutti gli effetti il mio primo vero cortometraggio, dopo un’esperienza di web-series. Lessi la sceneggiatura di Luca Nicolai e insieme a lui, al direttore della fotografia Andrea Reitano e al montatore Gianluca Conca, decidemmo di produrlo con la nostra Convergent Clouds. A noi si aggiunse Vincenzo Alfieri che capì subito il potenziale del corto e decise di co-produrlo con la sua società Guinesia: lo scatto produttivo fu evidente e grazie al supporto di tutta la troupe siamo riusciti a chiudere il cortometraggio come avevamo immaginato.

 

G.B.: Ci sono stati dei cambiamenti rispetto allo script iniziale del corto oppure è stato tutto pianificato con una metodica ben precisa?

Mirror – Daniele Barbiero

Daniele Barbiero: È stata forse l’unica volta in cui ho deciso di rispettare fedelmente la sceneggiatura perché la sua forza era palese e non c’era bisogno di stravolgerla. Ovviamente molte idee visive sono state aggiunte dopo la lettura dello script ma il respiro è sempre rimasto quello!

 

G.R.: Quanto tempo è stato necessario per girare questo corto e quali sono stati i momenti più critici?

Daniele Barbiero: Il corto ha richiesto tre giorni di riprese e alcuni mesi di post-produzione. Ricordo che avevo in mente il protagonista, il bravissimo Flavio Aquilone, già quando lessi le prime righe e contattarlo è stato semplice. Le difficoltà ci sono state sul set perché il weekend scelto per le riprese ha portato la neve a Roma, un evento più unico che raro, e io mi ero messo in testa di girare le scene ambientate nel bagno… in terrazzo! Quindi il povero Flavio ha resistito stoicamente al gelo di quei giorni, regalandoci una performance “da brividi”.

 

G.R.: Riguardando il cortometraggio, hai qualcosa da recriminarti, avresti voluto fare qualcosa diversamente?

Daniele Barbiero: Considerando il budget a disposizione, rispondo fermamente con un no. Certo, con altri tre anni di esperienza sulle spalle, è logico che se lo rigirassi oggi forse cambierei alcune cose ma devo ammettere che tutte le componenti hanno lavorato in armonia e siamo completamente soddisfatti del prodotto, oltre che molto legati affettivamente.

 

G.R.: A quali registi ti ispiri o ti sei ispirato per girare Mirror?

Daniele Barbiero: Per Mirror l’ispirazione più grande è stato lo stile di regia di David Fincher, rigoroso ed elegante, credo che fosse il più adatto per esprimere l’angoscia del protagonista in modo delicato. Per il resto i miei registi di riferimento sono appunto Fincher, Scorsese, Spielberg, Chazelle, Refn, Nolan e Villenueve ma ogni anno amo lasciarmi catturare da nuovi autori, anche se solo per un film. Negli ultimi anni ho amato alla follia film come Whiplash, Mommy, Captain Fantastic, Her e La vita di Adele oltre film più sperimentali come quelli di Lanthimos o Wheatley. Nel recente panorama italiano le pellicole che più delle altre hanno incontrato il mio gusto sono state Indivisibili e Veloce come il vento. Per quanto riguarda la serialità televisiva i prodotti che più hanno attirato la mia attenzione sono stati Mr. Robot, con la sua regia innovativa e ben definita, e House of Cards, per la sua eleganza nella messa in scena.

 

G.R.: Ami di più le webseries oppure lavorerai ancora per cortometraggi come questo? Quali sono i tuoi progetti futuri?

Daniele Barbiero: Prima di Mirror avevo girato un pilota di una web-series, F*ck The Zombies!, che mi ha permesso di sperimentare nella forma e nel contenuto, ma poi mi sono dedicato esclusivamente ai cortometraggi. Dopo Mirror ho diretto Radice di 9, un corto monolocation focalizzato sulla recitazione degli attori, e The Colorful Life of Jenny P., un corto sperimentale che si stacca dalla classica narrazione e si sviluppa per accumulazione di immagini. Di recente sono stato a Londra per le riprese di The Essence of Everything, un progetto girato in lingua inglese e con un cast internazionale, attualmente in fase di post-produzione. In questi giorni invece sto preparando il mio prossimo e ultimo cortometraggio: genere fantascientifico, un po’ alla “Black Mirror” e ancora senza titolo. Quindi, per rispondere alla domanda, credo che l’importante sia il contenuto ma il cortometraggio è una forma di narrazione che preferisco alla serialità web perché più vicina al cinema, da sempre la mia più grande passione.

 

G.R.: Cosa ne pensi del cinema italiano? Hai in cantiere un’opera prima?

Daniele Barbiero

Daniele Barbiero: Lo stato di salute del cinema italiano non è ai massimi livelli, soprattutto per quanto riguarda gli incassi, ormai sempre più bassi. La gente va al cinema solo per gli “eventi” e si è persa la fruizione della sala come fattore di aggregazione; credo che ci sia bisogno di un rinnovamento del settore cinema (negli autori e soprattutto nelle tipologie di film prodotti) come industria: il pubblico ha bisogno di nuove storie, fresche, al passo coi tempi e realizzate con qualità (dalla scrittura alla messa in scena). La pigrizia degli ultimi anni non porta da nessuna parte, bisogna tornare a rischiare qualcosa in più e forse analizzare le scene europee. Persino la Spagna ha un cinema in forte ascesa negli ultimi anni, deve farci riflettere. Al rinnovo generazionale, o almeno di tematiche, credo che vada affiancata una politica intensiva di istruzione cinematografica. Gli studenti delle medie e del liceo sono la fascia di pubblico più ghiotta per il mercato cinematografico, dobbiamo fargli riassaporare il gusto di andare al cinema e fargli capire che fare cinema è un mestiere vero e tangibile e, chissà, magari tra di loro potrebbe esserci il prossimo Fellini… Per quanto riguarda l’opera prima, sì, sto scrivendo un film insieme a Flaminia Gressi, Luca Nicolai e Giulio Rizzo. È qualcosa di completamente diverso da tutto ciò che ho girato finora ma credo che questa sia un po’ la linea guida della mia carriera, difficilmente mi piace ripetermi. Attualmente siamo ancora in fase di soggetto ma sono molto soddisfatto del team e della forza dei due personaggi principali. Speriamo di riuscire a portarlo infellin sala, sarebbe una grande conquista.

 

Written by Gloria Rubino

 

 

Info

Premio Oubliette 2018 MArteLive

 

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