Selfie & Told: la band Novalisi racconta il nuovo EP “Quando mi chiedono dove sei”

“È solo lunedì, mi vengono già i brividi, pensandoci/ Cos’altro vuoi, mi hai preso per un taxi, ti lascio a piedi/ Non passo a prenderti, te lo ripeto illuditi, e spostati/ Ritornerai, ed io non sarò qui, per i tuoi comodi/ In questa casa no, non ci sono più pareti che sostengono/ […]” – “Taxi

Novalisi

Il progetto Novalisi nasce a Meduna di Livenza (TV) nel giugno 2009 e fino al 2013 è stato un trio alt/rock. Nel 2014 diventa un quartetto e le sonorità crescono di spessore e dinamica, il sound si affaccia ad atmosfere alt/post rock e un po’ shoegaze.

Scrivono “Enne” demo autoprodotto (2010); “Parolelettriche” reading musicale originale autoprodotto (2011); “Per Versi Soli” primo disco ufficiale (Face like a frog – Matteite records, 2012); “Animali” secondo disco ufficiale (Irma Records – Indiemood, 2015); Quando mi chiedono dove sei” ep e terzo disco ufficiale (Indiemood, 2017).

Novalisi sono Davide Lisotto, Enrico Lisotto, Michele Catto, Alberto Piccini.

Ed ora beccatevi questa Selfie & Told!

 

N.: Cosa significa Novalisi?

Novalisi: Domanda che molto spesso ci viene fatta e alla quale ogni volta rispondiamo “nuova scissione”. Ci piaceva il connubio delle due parole “nova” e “lisi” ed è nato dopo lo scioglimento di un progetto musicale nell’anno 2009. Da lì siamo partiti con l’idea che qualcosa di nuovo volevamo fare, che poi niente è niente di nuovo.

 

N.: Chi sono i Novalisi?

Quando mi chiedono dove sei

Novalisi: Sono i fratelli Davide e Enrico, poi c’è Michele ed infine Alberto, che si è unito alla band dopo 5 anni di trio. Nella vita parallela siamo un operaio, un infermiere, un commesso di supermercato (che sta diventando dirigente di settore per mettergliela in culo a tutti) ed un informatico.

 

N.: C’è qualche filo logico nella vostra discografia?

Novalisi: Sostanzialmente no, anche se l’idea di fare dei concept album ci è sempre piaciuta, e 2/3 dei nostri dischi infatti sono dei concept.

 

N.: Che differenza c’è tra i due album precedenti e “Quando mi chiedono dove sei”?

Novalisi: La differenza sostanziale sta nel metodo di registrazione.  Volevamo fare tutto noi, nella tranquillità della nostra sala prove sperimentando i suoni con un Ipad collegato al mixer. Poi ci abbiamo preso la mano ed abbiamo integrato un Iphone per mixare il tutto ed il risultato ci ha entusiasmato. Non è un discone con suoni da paura, ma poco importa, quello che ci ha trasmesso era imparagonabile rispetto agli altri dischi fatti in studio.

 

N.: Di cosa parla il vostro ultimo lavoro?

Novalisi: Sintetizzando parla di una storia di separazione coniugale vissuta in prima persona, con i risvolti positivi della presa di coscienza nel guardare in faccia una nuova realtà.

 

N.: Qual è il pezzo che meglio rappresenta l’ep?

Novalisi: “Torno da me” è il pezzo chiave, racconta di un trasloco e delle sensazioni che riaffiorano dopo il ritorno all’ovile.

 

N.: Che ricerca del suono c’è stata per la registrazione?

Novalisi: Volevamo riproporre esattamente il nostro sound, che abbiamo in sala prove e quindi dal vivo, senza l’ausilio di plug-in o di altre minchiate per rendere il disco diverso da ciò che siamo. Abbiamo sperimentato vari suoni, dalle pedaliere, dagli amplificatori, dalla tensione delle pelli della batteria, dalla posizione dei microfoni e dall’ambiente della stanza, ed alla fine ci siamo convinti che le poche cose che avevamo erano le più efficaci nella resa.

 

N.: Il video del singolo “Taxi” com’è stato girato?

Novalisi

Novalisi: Nell’era dei video mega prodotti e di qualità, ci piaceva l’idea di farne uno esattamente all’opposto, che avesse un non so che di 90’s; quindi Enrico aveva una videocamera del cazzo, è andato un po’ in giro tra il nord Italia e Parigi (non apposta per il video eh?) ed ha deciso di riprendere tutto a mano, con l’idea di rispecchiare un po’ il mood del pezzo.

 

N.: Quali sono i progetti per il futuro?

Novalisi: Sicuramente continuare a scrivere dischi e continuare a credere in ciò che facciamo nella nostra umiltà, poi ci piacerebbe suonare sempre di più dal vivo e non mollare un cazzo, perché la musica molte volte ci para il culo o addirittura ci salva la vita.

 

[…] Sembra semplice, tornare a vivere una vita intera senza te/ non mi sento bene, come quando da bambino cadi e ti fai male/ poi ti rialzi e tutto torna sempre uguale/ Sono le tre, tra poco prendo tutte le mie cose, tu resti immobile/ le valigie me le porto giù da solo, potevi almeno girarti e salutare/ lo so che fai finta di dormire, ma forse è meglio così/ […]” – “Torno da me

 

Written by Novalisi

 

 

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Sito Novalisi

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