“Nick Cave ‒ Mercy on me”, graphic novel di Reinhard Kleist: una vita da artista al limite della follia
“I stood in the water/ In the middle month of winter/ My camel skin was torture/ I was in a state of nature/ The wind, sir, it was wicked/ I was so alone/ Just as I predicted/ My followers were gone // And I cried ‘Mercy’/ Have mercy upon me/ And I got down on my knees// […]” – “Mercy“
Dire di Nick Cave che sia soltanto un cantante è riduttivo: lui è un cantante, un frontman, un narratore, un romanziere, un poeta, una rockstar, un imbonitore delle masse, un visionario, un attore, un artista.
Ridurre la sua vita ad una mera successione di fatti e incontri, non avrebbe reso il carattere del personaggio e lo avrebbe banalizzato: il solito ragazzo di provincia che arriva a Londra da lontano e poi incontra la droga, l’alcool e il successo inaspettato. Questa non sarebbe stata una vera storia degna di nota.
Chi si aspetta una biografia dettagliata della vita di Nick Cave si sbaglia di grosso, questa è una storia, al di là del realismo, dove si affacciano nella narrazione visioni cupe, desideri del protagonista, angosce e visioni tra realtà e finzione in cui il limite è soltanto quello delle pagine e non dell’immaginazione.
Un segno forte, marcato e decisamente nero investe le pagine bianche di questa graphic novel “Nick Cave: Mercy on me” targata Reinhard Kleist, edita il 19 settembre 2017 da BAO Publishing. L’autore decide di proseguire nelle sue biografie a fumetti con stile deciso e riconoscibile, le atmosfere cupe ritornano anche in questo caso.
È una visione ricca di suggestioni visive, rabbia, malinconie e soprattutto storie che si mescolano a quella vera dell’artista.
Chi come me non conosce a fondo la carriera di Nick Cave, riesce lo stesso ad entrare in quella dimensione tra il fantastico e il reale dove i componenti del primo gruppo musicale e quelli delle sue canzoni o romanzi si mescolano in ogni capitolo: il primo ragazzo a fare la sua comparsa è un giovane pistolero, poi c’è Elisa, la giovane che morirà a causa del suo amore e il condannato a morte e altri che non cito per non tagliare il gusto di ritrovarli durante la lettura.
La sua vita inizia fuggendo dalla noia, dall’Australia in cui ogni cosa sembra essere borghese, dove predomina il buonsenso e la giustizia.
Nick è un giovane che vuole distinguersi dalle masse, in varie vignette viene ripetuto il concetto di voler essere qualcosa in più di un cantante: essere una icona, trasmettere emozioni, dare al pubblico quello che non si aspetta.
L’originalità della sua carriera è quella di non accontentarsi e anche di fronte ai numerosi insuccessi iniziali e alle incomprensioni con i suoi stessi amici, lui non si ferma e decide di essere quello che è: arrivare all’orlo della pazzia fino al ricovero, gettarsi a capofitto nella sua immaginazione piuttosto che affrontare la realtà.
Il punto su cui ruota tutto è proprio la contrapposizione tra la vita reale (la mancanza di ingaggi, i soldi spesi per droghe, una difficile relazione affettiva) e quello che lui produce nella sua mente e attraverso la scrittura delle canzoni e dei romanzi.
L’arte serve ad astrarlo dalle preoccupazioni del mondo che gli sta intorno e grazie a questa sua condizione di fuga continua dal reale, riesce a creare intorno a lui un mito.
Le sue canzoni sono espressione della sua forte personalità e se agli inizi il punk sembra essere quello che più lo contraddistingue, sarà il country negli ultimi anni a renderlo un personaggio conosciuto dalle grandi masse.
Nick Cave riesce a reinventarsi rimanendo sempre se stesso, portando avanti la sua idea di non essere uguale a nessun altro, di immaginare mondi paralleli in cui esprimere forti sentimenti.
Ogni capitolo ha il titolo di una canzone e viene citato il testo durante lo svolgimento della storia: colonna sonora a tutto volume da tenere durante la lettura è d’obbligo.
Quello che mi ha sorpreso è il punto di vista narrativo inconsueto per una biografia: a parlare sono i protagonisti delle canzoni e si rivolgono direttamente al loro creatore.
Molti sono delusi dal suo comportamento, per averli fatti morire (nella maggior parte dei casi) o soffrire, ma Nick Cave sembra ricordarci che la vita è un’altalena tra forti emozioni e quando sembra essere alla fine in realtà è solo un altro inizio.
Quando ho chiuso il fumetto, ho cominciato a riascoltare le canzoni e non ho potuto fare a meno di vedere le immagini in bianco e nero e quei personaggi quasi reali di fronte a me.
“[…] Thrown into a dungeon/ Bread and water was my portion/ Faith – my only weapon/ To rest the devil’s legion/ The speak-hole would slide open/ A viper’s voice would plead/ Thick with innuendo/ Syphilis and Greed// And she cried ‘Mercy’/ Have mercy upon me/ And I told her to get down on her knees// […]” – “Mercy”
Written by Gloria Rubino
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