Molestate ed asservite: donne vittime del potere e del volere degli uomini?

“A me lo disse vent’anni fa ma era piccola e aveva paura. E io non sapevo che fare. Mi sembrava una cosa troppo lontana da me. Ma avrei dovuto denunciare io”. Asia Argento va difesa e basta. Non c’è nessun dibattito. Nessun dubbio”. – Giovanni Veronesi

Asia Argento

È quasi certo che a ogni donna è capitato di essere molestata.

Fisicamente o verbalmente con proposte indecenti non fa la differenza.

Ed è una ferita che rimane sempre aperta nel cuore di chi subisce questo tipo di sopruso.

Non c’è dunque da stracciarsi le vesti se Asia Argento ha denunciato il suo persecutore, leader della Miramax, soltanto dopo un consistente numero di anni.

Tv e giornali in questi giorni ci raccontano di una storia alquanto squallida, storia di una quotidianità disarmante per l’uso indiscriminato che molti uomini fanno del loro potere, tutto al maschile.

Potere e volere sono due parole che spesso vanno a braccetto fra loro.

E così è stato anche nelle molte occasioni in cui un uomo potente, come il produttore Harvey Weinstein, ha esercitato pressioni su attrici più o meno famose, affinché cedessero al suo volere sessuale. Durante le quali, le numerose “prede” sono state prese di mira da un individuo che avrebbe potuto togliersi qualsiasi capriccio sessuale.

Perché dunque abbordare delle giovani star?

Ma per fare esercizio di potere, ovvio! Per dimostrare la propria virilità, oltre che alimentare il proprio smisurato e malato Ego.

Ribellarsi? Difendersi?

Non sempre è facile. Anzi, direi che addirittura è molto difficile.

Anche se alcune ci hanno provato. Ma, scoraggiate, nonostante siano tutte dotate di un’importante dose di autostima, le protagoniste di questa squallida vicenda hanno desistito.

Perchè Weinstein è un uomo di potere, e intrecciato col potere.

Ecco, dunque, il riaffermarsi della triste dicotomia potere-volere.

Occorre ricordare che, d’abitudine, le donne sono state educate, fin da piccole, a incamerare l’idea che il predatore non è il solo responsabile dei fatti. Preconcetto che si perde nella notte dei tempi, ma chi sia stato il primo ad aver coniato questa disgraziata idea non è dato sapere.

Quello che è certo, come viene suggerito da più parti, è che molte volte le donne “se la sono cercata”.

E, noi appartenenti al “sesso debole”, intimorite da tanta sfrontatezza, siamo pronte a indietreggiare come timide scolarette. Perché, a questo punto, è la vergogna a prendere il sopravvento su rabbia, amarezza, delusione e su tutte le altre emozioni, sentendosi, in qualche misura complici della situazione.

Ma il “metodo” Weinstein non è prerogativa soltanto del mondo hollywoodiano.

È un fenomeno che si estende anche al “vicino della porta accanto”, l’insospettabile marito dell’amica, con cui si condividono confidenze e chiacchiere sincere.

E allora, come comportarsi quando una donna viene molestata dal compagno dell’amica?

Denunciare la malefatta? No, mai.

Asia Argento – Harvey Weinstein

Perché la prima a scagliarsi contro la vittima sarebbe la moglie del molestatore, e insieme a lei un esercito di donne. Proprio così! Perché molte volte le peggiori nemiche delle donne sono proprie le donne, soprattutto quando la malcapitata di turno è una donna in carriera, che ricopre un ruolo professionale di un certo livello, ruolo professionale che a una casalinga, in questo caso moglie del molestatore, può essere precluso.

Ma per tonare a Weinstein e al suo triste operato, quando le sue “cattive azioni” sono state portate alla ribalta dei media, si è aperta una cataratta di ampie dimensioni, mettendo in luce un fenomeno vecchio e conosciuto come il mondo: il sopruso, considerato da alcuni legittimo, esercitato da un uomo nei confronti di una donna.

Ma, a parer mio, si può dare un’ulteriore interpretazione dello squallido fenomeno.

Non solo è questione di esercitare il potere su ragazze la cui professione dipende dallo sporcaccione di turno, in questo caso Weinstein, ma è un anche modo per trarre piacere dalla mortificazione che l’uomo mette in atto verso una donna nel momento in cui afferma: “Se non ti va bene, lì c’è la porta, prendila e togliti dai piedi, un’altra che prende il tuo posto la trovo in qualsiasi momento.

Che dire infine del bistrattato giornalismo d’inchiesta?

Ha una funzione più che lodevole.

Tutto è partito infatti da un’indagine del New York Times, ripresa poi dal New Yorker.

Da sottolineare quindi, l’importanza del giornalismo d’inchiesta, che ricopre un ruolo socialmente importante in questi nostri giorni difficili. E ciò soprattutto nei paesi anglosassoni, dove la stampa non è così imbavagliata come da noi.

“Quale sarà la condizione della società e della politica di questa Repubblica di qui a settant’anni, quando saranno ancora vivi alcuni dei bambini che adesso vanno a scuola? Sapremo salvaguardare il primato della Costituzione, l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge e l’incorruttibilità della giustizia, oppure avremo un governo del denaro e dei disonesti?” – Joseph Pulitzer 

 

Written by Carolina Colombi

 

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