Donne contro il Femminicidio #24: le parole che cambiano il mondo con Vilma De Sario Tabano

Le parole cambiano il mondo. Attraversano spazio e tempo, sedimentandosi e divenendo cemento sterile o campo arato e fertile.

 

Contro il Femminicidio

Per dare loro il massimo della potenza espressiva e comunicativa, ho scelto di contattare, per una serie di interviste, varie Donne che si sono distinte nella lotta contro la discriminazione e la violenza di genere e nella promozione della parità fra i sessi.

Ho chiesto loro, semplicemente, di commentare poche parole, che qui seguono, nel modo in cui, liberamente, ritenevano opportuno farlo. Non sono intervenuta chiedendo ulteriori specificazioni né offrendo un canovaccio. Alcune hanno scritto molto, raccontando e raccontandosi; altre sono state sintetiche e precise; altre hanno cavalcato la pagina con piglio narrativo, creando un discorso senza soluzione di continuità.

Non tutte hanno espresso opinioni univoche, contribuendo, così, in modo personale alla “ricerca sul campo”, ma tutti si sono dimostrati concordi nell’esigenza di un’educazione sentimentale e di una presa di coscienza in merito a un fenomeno orribile contro le donne, che necessita di un impegno collettivo.

Oggi è il turno, per “Donne contro il Femminicidio” di Vilma De Sario Tabano, nata a Corato, in provincia di Bari, e trasferitasi poi a Napoli, dove lavora nella Direzione Generale della Società Tirrenia di Navigazione, nel settore “Stampa e propaganda”. Si laurea in Filosofia alla Federico II di Napoli. Vinto il concorso nella scuola, si trasferisce a Salerno, dove insegnerà Filosofia e Storia nei licei statali. Mai indifferente “alle cose della polis”, è sempre stata impegnata in attività politiche e sindacali, ricoprendo anche incarichi istituzionali. Consigliera comunale e componente del comitato di gestione della USL di Salerno. Femminista convinta, nel 1978 fonda con altre donne l’Associazione “Spaziodonna” di cui attualmente è Presidente.

 

Femmina

È un concetto idealtipico opposto all’altro: maschio. Per la definizione femmina-maschio si è ricorsi soltanto alla logica binaria utilizzando unicamente i dati biologici. La logica binaria “dell’aut aut” è sinceramente troppo semplice, anzi rozza, e, soprattutto, non rispecchia la realtà. La femmina e il maschio in assoluto non esistono. Come non esistono il bianco e il nero, il buono e il cattivo in assoluto. Esiste, invece, fra la femmina e il maschio una serie infinita di personalità, donne e uomini, l’una diversa dall’altra, nessuna uguale all’altra. Ogni personalità è unica come i fiocchi di neve. La femminilità e la mascolinità si articolano in percentuali diverse in ogni individuo e contribuiscono a determinare il profilo di ciascuno, sempre originale. Una semplificazione schematica e limitata della sessualità è molto più rassicurante di una molteplicità di vissuti. E molte persone si sentono minacciate da tutte le forme di diversità. “Io siamo due”: l’una e l’altro. La logica assai più aderente alla realtà è quella dialettica “dell’et et”. Nel nostro caso significa riconoscere il femminile e il maschile, che sono in ciascuno di noi. Non esistono due sessualità e neppure tre. Esistono infinite sessualità e infinite sensibilità che, combinandosi a due a due in maniera originale creano il miracolo dell’amore.

 

Femminismo

Vilma De Sario Tabano

È il movimento culturale nato per opporsi al maschilismo che, basandosi sulla forza fisica e l’assoluta divisione dei ruoli a partire dalle originarie caverne, ha determinato il dominio del maschio. All’inizio il femminismo fu una battaglia, che mirava a vedere riconosciuti alle donne gli stessi diritti degli uomini. Nel tempo, però, ha posto una questione cruciale: non si trattava soltanto di ottenere il riconoscimento dei diritti, esigenza imprescindibile, ma occorreva prendere coscienza e opporsi al maschilismo, che aveva permeato tutta la cultura, rendendo le donne subalterne e sottomesse. Il pericolo del femminismo separatista, che poneva l’accento sull’antagonismo donna uomo, rischiava di creare una nuova supremazia, una diversa gerarchia uguale e contraria. Il femminismo di matrice psicologica, sociale e politica si propone invece di diffondere una cultura, che abbia una visione armonica della vita, amorevole fra donne e uomini. Un sogno, una visione possibile, realizzabile.

 

Femminicidio

Di recente, per la diffusione dei delitti di genere si è posta l’esigenza di promulgare una legge che considerasse reato l’uccisione di una donna in quanto donna. Parliamo di donne che aspirano a essere se stesse senza sottomettersi, senza dipendere, senza appartenere come una proprietà al maschio di turno: padre, marito, amante compagno.

 

Educazione sentimentale

Per superare la tragica emergenza sociale occorrerebbe una vera e propria rivoluzione culturale. Il dovere che una società civile dovrebbe sentire è quello di educare ciascuna persona a riconoscere le proprie e autentiche sensibilità, ritrovando in sé le diverse caratteristiche, che dagli stereotipi culturali sono state assegnate solo alla femmina o solo al maschio. La famiglia, la scuola, il sistema mediatico dovrebbero operare, per superare l’antagonismo inutile, l’insensata arroganza maschile, l’aggressività. Sarebbe importante riuscire a convincere gli uomini a liberarsi della violenza, della paura, dell’insicurezza che li spinge a distruggere l’oggetto del loro amore e qualche volta se stessi. Andrebbe promossa un’educazione all’amore e al rispetto dell’altro, sempre diverso.

 

Written by Emma Fenu

 

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