“Matilda e il Capitano ovvero il Moby Dick perduto” di Vittorio Bocchi: la storia di una gatta
Matilda è una gattina di quelle forti. Non teme cani ringhiosi e sorci giganti, né la scopa di Romilde, che al mattino la scova ovunque si trovi, pur di ricacciarla sulla strada, da dov’è venuta.
Capitan Filippo ha l’abitudine di prendersela in casa per la notte.
Con una premessa del genere si può immaginare che la vita di Matilda sia dura, come lo è quella delle gatte randage, specialmente nei porti di metà ‘800, così pieni di pericoli per ogni essere vivente.
In realtà come tutte le gatte, i maschi di ogni specie quindi anche i felini sono un po’ meno smaliziati, sa usare benissimo quelle arti che seducono gli umani, rendendola ben accetta ai suoi futuri “padroni”.
La storia inizia così, in questo divertente ma anche avvincente libro da leggere tutto d’un fiato.
Una gatta che cerca riparo e protezione, le notti in cui gli amori dei maschi della sua specie diventano troppo ruvidi e che i cani vagano con più insistenza a caccia del loro nemico naturale.
E che ne sa lei, che ragiona solo come una gatta, opportunista, curiosa, prudente, che la sua ricerca di un umano che la protegga cambierà la sorte di due uomini e impedirà la nascita di un romanzo che ha accompagnato il passaggio dell’infanzia alla pubertà di tanti di noi?
Lei è solo una gatta, e si disinteressa alle beghe politiche, l’avidità, le trame, i tradimenti, le tempeste e l’esotismo di luoghi lontani, i viaggi avventurosi che forniscono l’altra trama di questo bel libro.
Lei annusa l’aria, si lascia accarezzare, accetta il cibo degli uomini, arriva anche ad apprezzare il suo secondo “padrone” promuovendolo a “felino umano”, ma guarda gli avvenimenti, pur guidandoli, in qualche modo, casuale, forse, con lo sguardo distaccato dei felini. Certo, anche la sua storia ha emozioni, pericoli e scoperte stupefacenti ed emozionanti, per un gatto. Ma per lei c’è sempre il riparo della sacca o della cabina del Capitano, mani umane che la terranno al sicuro.
Edito da MnM print edizioni, il libro “Matilda e il Capitano. Ovvero il Moby Dick perduto” di Vittorio Bocchi, è ottimamente impaginato e stampato con cura che si legge con grande piacere.
La gatta segue il suo Capitano per ogni porto, Santiago di Cuba, Cartagena de Indias, in Colombia, Nuova York e via, verso l’epilogo a Nuova Bredford e la mitica, almeno per la mia generazione, Nantucket, patria di ogni baleniera che si rispetti.
In ogni porto, parallelamente agli umani, ha le sue avventure, le sue esperienze, e di ogni luogo ha un giudizio, severo come solo quello degli animali, onesti per natura, può essere.
Matilda, quando Chan la toglie dalla sacca, dove è stata sballottata per delle ore nelle vie di Nuova York, quasi non si capacita che ora è libera di sgranchirsi le zampe sul territorio amico della cabina del Capitano.
Se fosse un umano, ne avrebbe fin sopra i capelli di questa America piena di nuovi odori, ma così snervante.
Ci sono due storie, in questo libro. Un animale, la storia di un normalissimo gatto, anzi, gatta, e poi quella degli esseri umani che entrano in contatto con lei, due storie talmente intrecciate, anche se ben differenti, da diventare una sola, ma con la gatta a fare da regista.
Il finale svela il titolo del libro, lasciandoci orfani di Moby Dick ma aprendo la strada a chissà quale altro capolavoro.
La mano dello scrittore è sicura e muove la storia con perizia, fantasia e ironia. Molto piacevole la forma e la scelta dei termini, in un italiano stilisticamente piacevole e corretto
Assolutamente imperdibile.
Written by Salvatore Barrocu