Selfie & Told: Massimiliano Mari racconta il mestiere del cantautore

“[…] Chi controlla è controllato controllando il controllore/ E c’è pure chi sostiene che d’inchiostro non si muore/ Quante anime perdute, però catalogate…/ Apologia d’assurdo, nell’angolo del mondo,/ dentro questo maelstrom è un osceno girotondo/ ci tiene per la mano, il nostro leviatano// siamo marinai perduti/ Obbligati a canticchiare/ Come fragili sirene/ Uno jodel sopra il mare!// […]” – “Il Diavolo gioca coi timbri

Massimiliano Mari

Massimiliano Mari. Dunque, dunque:

intro (andante con moto).

Sono nato nella bassa, in quel di Mantova, nei ruggenti anni sessanta, e non andiamo oltre. (Chissà poi perché erano ruggenti: mah). Prima di approdare a Milano (che son milanès di adozione) ho fatto diverse cosette: il militare, allora andava di moda, l’attore di teatro, il giornalista, lo chef e altra roba sparsa e mista.

Adoro i libri, ne ho letti davvero tanti, il cinema, la musica, la gastronomia e da buon sommelier anche il vino. Quindi tra i vizi Bacco ci sta: Tabacco per nulla, non ho mai fumato alcunché in vita mia. Per quanto riguarda Venere, sorvoliamo, please, perché altrimenti mia moglie s’incazza.

Ah, quasi dimenticavo: sono un cantautore. Di quelli che scrivono la musica e ci mettono pure le parole. Così c’è sempre il destro per la fatidica domanda: ma scrivi prima quella o queste? E meno male che qui l’intervista me la faccio da solo…

A questo proposito, mi sa che ci siamo: quindi (musica solenne di sottofondo) mettetevi comodi.

Ed ora beccatevi questa Selfie & Told!

 

Primo Movimento (allegro, và…)

M.M.: Allora, oltre ad essere bello e simpatico sei anche un cantautore: c’è ancora spazio per uno che si definisce cantautore, oggi?

Massimiliano Mari: Scoprirai che sono anche molto modesto. Cavolo, sì: anzi, credo che oggi più che mai ci sia bisogno dei cantautori, soprattutto con un panorama musicale asfittico come quello che ci circonda. Il cantautore è necessario, per usare una felice definizione del mio illustre collega Edoardo de Angelis.

 

M.M.: Eppure molti sostengono che i cantautori siano ormai dei dinosauri quasi estinti, un fenomeno da libri di storia musicale.

Pino Rizzi – Massimiliano Mari

Massimiliano Mari: Non sono d’accordo, lo sai: chiaro che non sono più gli anni settanta e il mondo va avanti, Deo gratias. Ma in realtà i cantautori non sono omologabili: ce ne sono stati tanti, e in fondo tutti differenti, almeno i grandi. Anzi, il segno distintivo e comune forse è questa individualità, questo essere originali perché se stessi. Chiaro che riproporre oggi gli stilemi dei grandi degli anni passati non ha senso: è solo una minestra riscaldata. Occorre essere se stessi per essere nuovi. Insomma, essere artisti.

 

M.M.: Ma ci sono, questi artisti, in giro? Li vedi?

Massimiliano Mari: Sono certo che ci siano, nel sottobosco. Molto bosco e soprattutto molto sotto. Ma penso che siti come questo possano aiutare a scoprirli.

 

M.M.: E tu, ti senti artista?

Massimiliano Mari: Che cavolo di domande mi fai? Non lo so, non sono mica io a doverlo stabilire, per fortuna. Io scrivo per passione, per piacere e in parte in fondo per necessità. Il farlo mi ha permesso di lavorare con ottimi musicisti, comunque; ne cito alcuni: il Pino Rizzi, con il quale mi esibisco a Milano, e poi Filippo Lui, Eddie Lamacchia, il “Fuso” Fusari.  L’elenco continuerebbe: li trovati tutti alla fine dei miei filmati, in ogni caso.

 

M.M.: E a chi ti ispiri?

Massimiliano Mari: Non lo so. Ho ascoltato tanto e continuo a farlo, e di tutto. Se vuoi che citi qualcuno a caso tra i cantautori (ma non sono gli unici) mi piacciono tanto Branduardi, De Andrè, Ivan Graziani, Fossati e Leòn Gieco.

 

M.M.: Leòn chi??

Massimiliano Mari: Vabbè, ho capito, qui non lo conosce quasi nessuno. Ma è forse il più grande cantautore argentino, e citarlo magari solletica la curiosità di andarselo ad ascoltare.

 

M.M.: Ok. Quanti dischi hai fatto?

Massimiliano Mari

Massimiliano Mari: Sai che sei irritante? Nessuno ufficiale, per ora. Solo concerti. Magari aspetto di vincere Sanremo, così faccio il botto.

 

M.M.: Per te è più importante in una canzone l’aspetto musicale o quello che dice il testo?

Massimiliano Mari: Entrambi allo stesso modo, assolutamente. Penso che la canzone sia una forma artistica a se stante, non una semplice unione di altre cose. E poi le mie canzoni nascono prima come idea, un nucleo che poi si concretizza.

 

M.M.: Ultima domanda. Tu scrivi prima la musica o le parole?

Massimiliano Mari: … Ok. A questo punto diciamo che per ora abbiamo finito, eh?

Secondo Movimento: beh, per questo ci vediamo dal vivo!!!

 

Written by Massimiliano Mari

 

 

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