Selfie & Told: il duo The Cat and the Fishbowl racconta l’EP “Feels Like Home”
“It’s Sunday morning and I go upstairs,/ can’t wait to wake you up,/ the sun is shining for the very first time and I have got a plan// I bought cheese and a case of beer and I cleaned up the bikes/ plumkaces are ready I put them in my bag, it’s time to go for a ride// […]” – “Can I kiss your Cheek”
Ciao, noi siamo i The Cat and The Fishbowl, un duo folk formato dopo un incontro fra sconosciuti in un’umida sera di novembre del 2014 nel mezzo della Pianura Padana.
Sì fra sconosciuti, perché come nelle chat di incontri, avevamo solo il numero, uno dell’altro, e un punto di ritrovo.
Così un ragazzo di Lodi, e un marchigiano, che era appena arrivato nelle lande padane, si sono trovati davanti a una pinta, a parlare di artisti, musica e storie e a decidere che da lì noi due avremmo iniziato a suonare per raccontarne di nostre.
Il nostro progetto, vuole proprio trasmettere questo, un incontro fra persone che non si conoscono che si raccontano in maniera sincera e spontanea le loro storie. L’Ep che è stato da poco pubblicato, “Feels Like Home” per Costello’s Records, racconta di storie e posti dove incontrarsi, ritrovarsi e raccontarsi.
Però entriamo più nel vivo del progetto e delle persone, noi come detto siamo solo due, Filippo Gaudenzi e Matteo Bonavitacola.
Ed ora beccatevi questa Selfie & Told!
F.G.: Allora Teo, vuoi raccontarci un po’ come è nato questo progetto?
Matteo Bonavitacola: Certo, mi piace sempre raccontare la storia di come due musicisti si sono conosciuti su Tinder ed è stato amore a prima vista. Filippo era appena tornato dalla Francia, dove aveva lavorato per qualche anno e aveva molta voglia di suonare e quindi ha pubblicato un annuncio per la formazione di un duo. Io ho risposto subito perché c’era un certo match fra i nostri gusti e soprattutto perché sentivo il bisogno di iniziare a fare qualcosa di mio, che adesso è nostro. Al primo incontro penso abbiamo sballato qualsiasi metrica di matching e ci siamo trovati immediatamente sulla stessa linea e da lì a poco abbiamo iniziato a suonare e scrivere.
M.B.: Certamente la velocità nello scegliere di suonare insieme non corrisponde alla velocità con cui abbiamo prodotto il nostro primo lavoro, tu Filippo sai il perché?
Filippo Gaudenzi: Siamo lenti, basta come scusa? In verità, abbiamo impiegato tempo per conoscerci musicalmente e umanamente, ho sempre avuto la sensazione di conoscerci da sempre, ma più passa il tempo più si ha la consapevolezza e questo è importante. Il secondo fattore è che effettivamente abbiamo impiegato molto tempo in studio, eravamo indecisi su come affrontare la registrazione, essendo noi un duo, abbiamo dovuto combattere con l’eterno dilemma se riportare sul disco le stesse dinamiche del live o se arricchirlo di altri strumenti.
M.B.: E alla fine quale è stata la scelta?
Filippo Gaudenzi: La scelta è stata di cercare di essere più essenziali possibili. Ci dichiariamo una band naif, che crede nelle semplicità e nell’assenza di strutture complesse e questo speri si evinca dal nostro lavoro. Raccontiamo piccole storie, quadri in acquerello che fermano un momento, come il pic-nic fra due innamorati di “Can I Kiss your Cheek?”.
M.B.: Quindi quali strumenti troviamo nel disco e nei live?
Filippo Gaudenzi: Principalmente le nostre canzoni sono costruite su chitarra e violino, ma abbiamo una grande passione per gli strumenti piccoli e inutili. Quindi troverete, il guitalele (che non è un ukulele e nemmeno una chitarra), la diamonica (strumento delle medie associato al ricordo di Cielito Lindo), lo xilofono, l’armonica, e ogni possibile strumento a percussione. Nei live essendo noi solo in due, gli strumenti sono un po’ meno, ma Matteo è molto bravo a districarsi fa violino, pianoforte, stomp-box e diamonica… per fortuna lui!
F.G.: Visto che io sono lo smemorato e inaffidabile dei due, vorresti ricordarci quali sono i nostri piani per il futuro e dove possono seguirci?
Matteo Bonavitacola: Certo! Allora per seguirci basta metter un like sulla nostra pagina facebook e da lì potete avere tutte le info su live e scemenze varie. Invece ciò che ci aspettiamo dal futuro è di suonare il più possibile, il nostro EP è solo la punta di un iceberg, abbiamo molte canzoni da suonare, e storie da raccontare. Non vediamo l’ora di risalire sul palco per condividerle insieme ad altre persone.
M.B.: Ringraziamo adesso?
Filippo Gaudenzi: Sì, grazie ad OUbliette Magazine per lo spazio.
“There is a dream I’ve done of a place with a heart/ where at night everybody can come/ there are no windows in the room and neither a floor as it should,/ but you can dance and fell the vibes all around.// The heart always beats and you don’t know / how it works but don’t ask for/ this place will save us all// […]” – “Le caveau”
Written by The Cat and the Fishbowl
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