Intervista di Alessia Mocci a Mauro Scardovelli: essere totalmente noi stessi al di là delle nostre paure, difese, pretese
“Mantenete nei confronti degli altri ciò che avete promesso a voi stessi da soli.” – René Char
Mauro Scardovelli è nato a Genova nel 1948. Ha studiato al conservatorio di Genova ottenendo il diploma di violoncello, si è laureato in Giurisprudenza, nel 1980 è stato confermato come ricercatore presso l’Università del capoluogo ligure e nel 1984 si specializza in Psicologia presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Pavia.
Senza elencare il variegato ed interessantissimo curriculum, a cui potete accedere nel sito personale, posso riassumere le professioni di Mauro Scardovelli con “giurista, psicoterapeuta, musicoterapeuta e fondatore della scuola di pensiero, di trasformazione e crescita personale Aleph – Umanistica Biodinamica“.
Mauro Scardovelli è anche scrittore. In attivo svariate pubblicazioni, il primo libro è del 1998 con le Edizioni Borla “Feedback e cambiamento”, segue un anno dopo “Musica e Trasformazione”, nel 2000 “Subpersonalità e crescita dell’Io”, nel 2003 “La musica nel passaggio luminoso” scritto a quattro mani con Roberto Ghiozzi.
Nel 2002 con Liberodiscrivere Editore pubblica “Democrazia potere e narcisismo”, seguono nel 2007 “Io-Governo”, “Propaganda”, “Narcisisti con le ali”, “Barriere”, “Simboli Aleph”; nel 2008 “Karma ideologico ed economia”, “Qualità e inquinanti”, “La naturale capacità di amare”, “Conoscenza e libertà”. Nel 2013 invece pubblica “ConPassione e Leggerezza” con Ugo Mursia Editore.
Titoli parlanti che illustrano le argomentazioni trattate negli anni, tematiche che ancora si affrontano grazie ad Alpeh ed agli eventi che promuove quali corsi, seminari e conferenze.
L’ente di formazione e ricerca Aleph nasce 19 anni fa e sin dalle origini ha promosso lo studio e la diffusione di comunicazione efficace ed accrescitiva del proprio dialogo interno, e dunque di conseguenza con le altre persone. Percorsi di crescita e di evoluzione per entrare in contatto con il Sé profondo.
Non mi dilungo oltre e lascio la parola a Mauro.
A.M.: Salve Mauro, ti ringrazio per questa intervista ed inizio subito con una domandina stuzzicante sui vangeli e l’insegnamento di Gesù. Quanto la Chiesa ha mutilato la trasmissione diretta di questi importanti trattati psicologici?
Mauro Scardovelli: Beh, posso risponderti con le parole di Roberto Mancini, con uno dei suoi ultimi libri: “Il senso della misericordia”. A pagina 17 dice: “Il Vangelo ancora oggi resta poco conosciuto, non di rado anche per i credenti praticanti e di quanto se ne sa molto è travisato. Spesso ciò che viene ritenuto cristiano in realtà non lo è. Invece dalla parola evangelica pesano convenzioni, pregiudizi, fantasie, errate interpretazioni dei testi, fraintendimenti ingenui ed interessati, sedimentazioni e teorie inadeguate.” Queste sono le parole del filosofo Mancini, uno dei fondatori della filosofia di condivisione. Prosegue con: “Il Cristianesimo fu assorbito nel sistema di potere nell’Impero romano e più che l’esser l’imperatore a convertirsi alla fede cristiana, fu la fede che fu adattata al processo di rifondazione ideologica dell’impero con conseguenze che durano ancora oggi. Inoltre, la parola del Vangelo è difficile per un ostacolo interno e strutturale, infatti, questa parola deve aprire su una strada della completa contraddizione che consiste in una parola che invita a nascere chi non è ancora nato nella pienezza della sua umanità.” Cioè invita ad entrare in contatto con il vero sé, con le qualità dell’essere che sono tipiche dell’essere umano, l’essere nella vita e queste qualità sono: l’empatia, la gioia, l’amorevole gentilezza e tutte le qualità dell’amore. Però finché non si è nati a questo nuovo senso della vita si tende a restare sordi e chiusi all’invito. Quindi a questo invito può partecipare chi è già in gran parte aperto altrimenti il rischio è quello che il Vangelo venga rimosso o travisato. In sostanza Mancini dice che siccome era diventato di moda il Cristianesimo, tutti in qualche modo si dovevano definire “cristiani” e chi non era in grado di aprire il cuore a questo messaggio doveva fare finta, dunque introiettava dei precetti esteriori diventando una maschera del Cristianesimo mantenendo l’ego e tutti gli inquinanti della mente che sono usuali negli esseri umani che non hanno fatto determinati passaggi. Una sintesi che ho letto tempo fa riguardante il Cattolicesimo che mi ricordo ancora oggi dice: “A Gesù fu chiesto: ma qual è il comandamento più importante? Ed egli disse: Ama il prossimo tuo come te stesso.”. Questa era una trappola ma Gesù rispose abilmente perché “Ama il prossimo tuo come te stesso” non può essere un comandamento ma un invito a cambiare il proprio carattere, cioè non rimanere con un carattere chiuso, bloccato, collegato a tutte le ferite infantili ma il dovere dell’uomo nel mondo (nel mondo orientale si chiamerebbe “dovere darmico”) è quello, rispetto a Dio e rispetto agli altri uomini, di trasformare il proprio carattere per diventare persone che portano in giro la buona novella, cioè che si è in grado di amare e quindi di diffondere l’amore e relazioni armoniche intorno a sé. Questo è il vero Vangelo. Tutto il resto sono cose inutili e complicate che a mio avviso non servono un granché, anzi rallentano la trasmissione del vero messaggio perché poi probabilmente la Chiesa è anche responsabile di un’ondata di ateismo e di un senso di rifiuto della religione perché se i preti per primi non sono coerenti con il mestiere del trasmettere il messaggio non fanno una buona pubblicità alla religione. È certo che la psicologia occidentale possa aiutare con la cura delle nevrosi e se non si limita a questo ma si estende al lavoro sul sé superiore allora questo lavoro psicologico sfocia in un lavoro spirituale altrimenti il lavoro psicologico, e questo è il problema centrale della psicologia di oggi, si limita ad un adattamento leggermente migliore dell’individuo nella società. Una società che in sé è malata perché non è fondata sui principi di Gesù come “Ama il prossimo tuo come te stesso” ma “competi con il prossimo così da vincere più che puoi”. Dunque la ragione che oggi domina il pianeta non è il messaggio evangelico ma è un contro-messaggio, è l’anticristo.
A.M.: Edward Bernays e la colonizzazione mentale: quant’è la dose di psicologia usata per questo controllo organizzato delle masse partito dall’America?
Mauro Scardovelli: È immensa la quantità, nel senso che il controllo delle menti è uno degli obiettivi fondamentali del governo mondiale odierno. Oggi non sono più gli Stati a governare, non sono più sovrani, non ci sono più democrazie perché queste si sono piegate alla ragione dell’economia e della finanza. Quindi basta studiare i testi storici del neoliberismo a partire dalle prime formulazioni e soprattutto dal grande Convegno Lippmann che si è fatto a Parigi nel 1938 nell’ultima settimana di agosto. Lippmann è stato un autore americano che si occupava di questi temi e che, insieme a Bernays, ha lavorato su come condizionare le masse, sul condizionarle al consumo con una propaganda dal punto di vista scientifico. Bernays va ricordato era un nipote acquisito di Freud, che conoscendo la psicoanalisi di suo zio aveva intuito che si poteva fare del denaro sulle teorie riportate sui libri perché si era capito che a dominare la mente dell’essere umano non era la ragione ma la zona limbica e cioè la zona emotiva del cervello. Bisogna considerare che l’idea iniziale di Lippmann e Bernays era che la democrazia non poteva esistere, nel senso che le masse sono qualcosa di disarticolato ed inerme pronte a seguire i più bassi istinti per cui necessitano delle guide e queste guide devono avvenire attraverso il condizionamento mentale.
A.M.: Aleph Umanistica Biodinamica promuove l’etica umanistica e vie di ragionamento per la liberazione delle convinzioni mentali ed egoiche che ci rendono lontani dall’empatia, necessaria per combattere il grande nemico del nostro secolo: il neoliberismo. Potremo uscire da questo baratro con la trasformazione della psiche e con un moto di compassione?
Mauro Scardovelli: Beh dipende da quante persone fanno questa trasformazione, se la facciamo in tre probabilmente no. Se questo moto di trasformazione avviene in milioni di persone allora la risposta è certamente sì, possiamo farlo perché poi ci sarebbe un contagio in quanto chi fa questa trasformazione si accorge di vivere una vita ad un livello completamente diverso da prima, perché se ci si accontentava di felicità effimere successivamente ci si rende conto di poter accedere ad un livello di gioia e di piena vitalità. Il percorso è difficile ovviamente ma quando lo si percorre si fa una svolta critica che non potrà mai portare indietro perché la vita diventa piena, una vita che ha senso e che ha una direzione. La vita secondo l’etica neoliberista è la competizione del tutti contro tutti, compresa la competizione con se stessi, dunque è come se fosse il Buddha od i Vangeli al contrario. Con Marco Guzzi siamo convinti che bisogna selezionare gli strumenti che la psicologia occidentale e quella asiatica hanno sviluppato nel corso dei secoli.
A.M.: L’alchimia è una via di liberazione interiore?
Mauro Scardovelli: Non saprei, non mi occupo di alchimia.
A.M.: Perché si ha così tanta paura di conoscere le parti interne che risiedono nella nostra psiche?
Mauro Scardovelli: Perché siamo ancora preda del giudizio, che è una forma di violenza. Come noi giudichiamo gli altri così giudichiamo anche parti interne nostre che non ci piacciono. E giudicando queste parti, ovviamente peggiorano diventando i nostri nemici interni proprio perché sono perseguitate. Tra queste ci sono parti deboli che si ritirano ma ci sono anche parti violente che ce la fanno pagare. Quindi parafrasandomi in un linguaggio più semplice possibile: quando abbiamo a che fare con le parti interne dobbiamo fare comparti di età diverse perché c’è una parte della psiche che segue la via della depressione, del ritiro dell’energia vitale ed un’altra parte che si scinde e segue la via narcisistica. Noi non siamo violenti di natura però mettiamo fuori ciò che abbiamo ricevuto, chi è stato abusato tenderà ad abusare anche se in modi diversi. E siccome tutti abbiamo ricevuto violenza, una parte della nostra psiche è violenta. Dunque ci troviamo di fronte alla parte depressiva che ripete “è colpa mia” e la parte narcisistica che ripete “è colpa tua”. Quando arriviamo ad aver un minimo di coscienza di queste parti è come se fossero delle persone esterne che ce l’hanno continuamente con noi, e fondamentalmente è per questo che abbiamo paura, noi non abbiamo le capacità di entrare in relazione con questi organismi viventi che abitano il nostro interno perché non abbiamo ricevuto l’educazione per saperlo fare. Quindi l’educazione al counseling serve proprio per trattare con queste parti interne per poter crescere ed evolvere assieme come alleati del nostro processo vitale. Se rinneghiamo queste parti interne si produrranno una serie di sintomi nella vita che non ci sarà facile collegare all’origine che sono quelle parti che teniamo imprigionate e dunque ce l’hanno a morte con noi producendo ad esempio sintomi somatici come malattie.
A.M.: Quando hai conosciuto Marco Guzzi e sotto quali aspetti la vostra “ribellione” è la medesima?
Mauro Scardovelli: Ho conosciuto Marco su internet in uno splendido video in cui si parlava di nichilismo, lui parlava dieci minuti e rispondeva Umberto Galimberti per altri dieci minuti, era come una partita a tennis. Stavo guardando questo video con un amico e ci siamo appassionati a “questa partita” a tal punto da iniziare a seguire Marco per cercar di vedere un po’ tutti i suoi video ed ognuno di questi era per me una scoperta di un mondo perché davano prospettiva futura. Ho avuto poi l’opportunità di sentirlo per telefono ed è stato per me impressionante sentire che una persona di quella cultura fosse stato disponibile a parlarmi, poi successivamente siamo diventati amici, ma la mia prima impressione è stata di sorpresa perché Marco Guzzi è una vera autorità. Dopo esser diventati amici abbiamo deciso di fare delle conferenze assieme, ne abbiamo fatte due a Milano. L’evento di Trevi dell’anno scorso che è stato un vero successo perché son giunte 270 persone e quest’anno si è deciso di ripetere questo evento e ho potuto notare che l’adesione è ancora più numerosa. Fondamentalmente, per rispondere alla tua domanda, ci unisce la passione per la verità. Marco è un vero ricercatore, tutti i giorni dedica tempo alla ricerca, alla meditazione, alla riflessione, lui è un vero poeta e come dice Gandhi: i veri poeti sono quelli che rivelano gli aspetti della nostra anima che altrimenti ci rimangono sconosciuti. Guzzi è un ricercatore dello spirito, cioè di ciò che è più profondamente umano. Ho una stima immensa per Marco perché non solo è una persona di cultura straordinaria ma è anche disponibile a confrontarsi ad una cultura radicata nel pensiero dialettico. Qualunque problema si affronti con lui si estende il contesto. Marco ha anche alle spalle tredici anni di lavoro alla radio in cui tutti i giorni aveva contatto con un grosso pubblico. Un’altra cosa che ci accomuna è che entrambi siamo laureati in giurisprudenza, poi lui è specializzato in filosofia ed io in psicologia terapeutica, rami che si integrano benissimo dunque il nostro incontro è come una formula magica e tra l’altro abbiamo anche due organizzazioni simili che mirano alla trasformazione personale, Aleph e Darsi pace.
A.M.: C’era una volta il depresso e lo schizoide. Quale dei due ha maggiori possibilità di salvezza tramite tecniche di meditazione?
Mauro Scardovelli: La meditazione non è una cura dei disagi della psiche, può funzionare ma può anche non funzionare. Ci sono persone che dopo un anno di meditazione fanno cambiamenti anche all’interno degli aspetti nevrotici della personalità e ci sono altre che dopo trent’anni non hanno fatto alcun cambiamento perché non è specifica, cioè la meditazione è un lavoro il cui scopo è l’elevazione della coscienza soprattutto attraverso tecnologie che sono state progettate per ampliare il sé superiore. Se ci sono grosse strutture patologiche all’interno queste interferiscono nel lavoro di meditazione quindi è opportuno far precedere la meditazione ad una pratica psicologica che tratti gli aspetti nevrotici e conflittuali della persona.
A.M.: Qual è il prossimo evento di Aleph? Dove potremo incontrarti?
Mauro Scardovelli: Il prossimo evento è tra pochissimi giorni a Trevi per la seconda edizione de “L’insurrezione della nuova umanità”, per una settimana con Marco Guzzi ed altri ospiti tratteremo gran parte di queste domande che mi hai fatto. Entreremo dunque più in profondità, per esempio con Giuliana Mieli, nello specifico di come nasce un essere umano e quale logica si vede in questa nascita. Il lavoro di Giuliana è formidabile perché lei da filosofa e psicoterapeuta ha messo assieme queste due dialettiche conoscenze per parlare di femminilità, di accoglienza ed empatia. Bisogna insegnare nuovamente che l’essere umano è predisposto alla socievolezza e diventa insocievole quando ha subito abusi.
A.M.: Salutaci con una citazione…
Mauro Scardovelli: “Qual è il concetto di verità per Gandhi? La verità è la conoscenza che si radica nella comunità e nelle relazioni vitali che la innervano. La conoscenza è quel modo di avvicinarsi alla realtà che favorisce il pieno sviluppo della persona umana all’interno di una comunità nella legge del dono reciproco.” – Roberto Mancini dal libro “Trasformare l’economia”
A.M.: Ti saluto anch’io con una citazione e ti ringrazio per la disponibilità, nel prossimo futuro avremo modo di continuare questa nostra conversazione (no, non è una minaccia):
“Avevo intravisto la conversione al bene e alla felicità, la salvezza. Come posso descrivere questa visione? L’aria dell’inferno non tollera inni! Erano miriadi di creature deliziose, un soave concerto spirituale, la forza e la pace, le nobili azioni, che so?” – Arthur Rimbaud
Written by Alessia Mocci
Info
Evento L’Insurrezione della nuova umanità
PECCATO CHE MARCO GUZZI NON CONVINCE È UN CATTOLICO NON C’ENTRA CON SCARDOVELLI DEVIA IL SENTIERO DELL’INSURREZIONE DELLA NUOVA UMANITÀ. CHE SEMPRE INCITO TUTTI A SEGUIRE !!!
Aleria hai letto la prima domanda?
Impressionante descrizione storiografica del cristianesimo e delle relative forzature operate al messaggio di Cristo; descrizione breve ma illuminante.
Credo che il numero di persone pronte a partecipare attivamente a contesti come “L’insurrezione della nuova umanità” siano ancora troppo poche per rivoluzionare quell’egoismo cosi radicato. Vero è, come dicevano nell’antico Egitto, che anche un lunghissimo cammino inizia con un solo passo; però purtroppo non riesco ad essere cosi positivo come evidentemente lo è Scardovelli. E probabilmente fa bene.
Hussein, io ora ti consiglio di farti un percorso su Youtube seguendo Scardovelli e Guzzi.
A me personalmente ha fatto un gran bene, non mi son sentita più sola.
Certo la mia bandiera nichilista è ancora bella alta, ed è bianca, infuocata di lealtà verso il sapere che mi ha preceduto ed a cui appartengo.
Verissimo che le persone sono ancora poche, ma non bisogna forzare, aumenteremo.
Aggiungo alla risposta di Scardovelli a proposito di Bernays e il controllo mentale delle masse. Bernays come Freud pensava che le masse fossero governate da istinti “animaleschi”, che fossero naturalmente portate a perpetrare azioni ingiuste ma un simile pensiero non può non avere una connessione con il vissuto storico di queste figure. Non dimentichiamo il caso Dreyfus e la risonanza che può aver avuto nella coscienza delle persone di cultura ebraica, quanto sfiducia possa essere cresciuta verso le istituzioni nazionali tradizionali: lo stato stesso si era reso rappresentante di una massa indistinta di menti colme di odio, invidia, crudeltà gratuita. Bernays era un’uomo vissuto nel suo tempo e probabilmente oltre al “voler far soldi” desiderava anche che questo tipo di massa sparisse dalla faccia della terra e ne ha così cercato una soluzione concreta. Anna Frank però ha detto che nel mondo c’è ancora tanto bene e per quanto poco e male abbia vissuto, non ha avuto vissuto una vita di incubi mostruosi come invece Bernays e Freud