Le donne di Fëdor Dostoevskij: l’amore vissuto, l’amore nei romanzi

“L’Europa […] non venne mai a sapere (neppure dopo che la Russia era arrivata da noi) fino a che a che punto i romanzieri francesi – i più conservatori del mondo – e i lettori sentimentali di Dostoevskij avessero contraffatto l’uomo russo in una figura grottesca, in un miscuglio di bestialità e di filosofia, di atmosfera da samovar ed esotismo asiatico. Per non parlare della donna russa! – Ne avevano fatto una specie di bestia umana, […] dissipatrice e ribelle, moglie di letterati e fabbricante di bombe.” – Joseph Roth

Fëdor Dostoevskij

L’universo letterario di Fëdor Dostoevskij ha un peso nella cultura occidentale che pochissimi altri scrittori possono eguagliare. Ha appassionato lettori di ogni latitudine, ha turbato filosofi.

«Dostoevskij è la sola persona che mi abbia insegnato un po’ di psicologia» scrive Friedrich Nietzsche.

Non si può di certo pretendere di esaurire in poche righe i meccanismi, i misteri, gli abissi dei suoi personaggi. È tuttavia interessante proporre qualche suggestione riguardo la capacità dello scrittore moscovita di ritrarre le donne.

I suoi personaggi femminili sono tanti, diversissimi tra loro, affascinanti e memorabili. Il suo rapporto con il mondo femminile è molto complesso.

C’è un’opera in particolare che ci permette di dare uno sguardo oltre la letteratura alle donne di Dostoevskij, essendo questa un intensissimo intreccio di vita privata e letteratura: Il giocatore. Pubblicato nel 1867, il romanzo è ambientato in Germania, a Roulettenburg, nome di fantasia per la celebre Baden Baden, città tedesca nota in tutto il mondo e rimasta nell’immaginario collettivo per il suo storico casinò.

Il gioco è il filo rosso di quest’opera, un’opera fortemente autobiografica scritta in meno di un mese. Lo scrittore ha conti e debiti da pagare, gli editori premono per una nuova pubblicazione. Non è solo però, c’è la stenografa Anna Grigorievna Snitkina al suo fianco.

Lavorano notte e giorno, tanta è la comunione che dopo un paio di giorni dalla conclusione del romanzo non riescono a immaginarsi l’uno senza l’altro. Così, nel 1867 Anna diviene la seconda moglie di Dostoevskij, da poco rimasto vedovo di sua moglie Maria Dmitrievna Isaeva.

Baden Baden

Lo scrittore aveva conosciuto Maria uscito dalla siberiana “Casa dei morti” e l’aveva sposata dopo anni, appena era rimasta vedova. Era innamorato di una creatura debole, agitata, piena di sussulti emotivi, che probabilmente ha ispirato le figure centrali di Delitto e castigo, degli Umiliati e offesi, perfino dell’Idiota e dei Karamazov. Maria se ne andrà tragicamente, minata mortalmente dalla tubercolosi.

Ora Dostoevskij ha la presenza costante, salda e rassicurante di Anna. Resteranno insieme tutta la vita, nonostante i momenti di grandissima difficoltà che vivranno. Nel romanzo che lo scrittore detta a sua moglie, tuttavia c’è un personaggio femminile molto particolare.

Ne Il giocatore il protagonista Alekseij, alter-ego dell’autore, ama disperatamente Polina, una figura letteraria ispirata da un incontro reale.

Dostoevskij aveva incontrato la giovane universitaria Apollinaria Prokofyevna Suslova nel corso di una delle letture pubbliche che teneva abitualmente. Lui aveva 42 anni, lei 22, ma l’attrazione è subito fortissima.

Erano uniti dall’amore per la letteratura e da una trascinante passione, nessuna altra donna era riuscita ad accendere in lui tale fiamma. Lei è seducente e volitiva, al punto da risultare temibile, d’intelletto acuto e di gran fascino.

Apollinaria Prokofyevna Suslova

Si amano, ma Appolinaria non vuole legarsi a lui. Per Dostoevskij il dolore è lancinante, continua a scriverle, a rappresentarla nei suoi scritti, a sognarla durante la notte. Appolinaria lascia un segno profondo nella vita dell’autore e praticamente in ognuna delle sue opere si trovano alcune caratteristiche di questo inestinguibile e disperato amore.

Caratteri di Appolinaria Suslova li ritroviamo infatti in Delitto e castigo in un’eroina come Dunya, nell’orgogliosa Lisa de I demoni, come nell’appassionata, eccentrica ed impavida Nastasja Filippovna de L’idiota. Tanta passione per certi personaggi così finemente cesellati forse può tentare di riassumerla proprio una battuta del romanzo L’idiota.

Se il principe Myskin afferma che “la bellezza salverà il mondo”, senza rispondere a chi gli domanda quale questa bellezza sia, in altro contesto Adelaìda, la figlia del generale Epančin, osservando ritratto di Natasja Filippovna commenta:Con una simile bellezza si può rovesciare il mondo!

 

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