Intervista di Alessia Mocci ad Andrea Laszlo De Simone: l’uscita del nuovo album “Uomo Donna”
“A che scopo/ mi dovrei conservare/ mi sento viaggiatore/ mi sento di passaggio/ sparite tutti/ vi prego/ scusate tanto/ ma sparite tutti/ o non si salva nessuno// Scusa/ lo so che ho esagerato/ le mie romantiche idee/ il mio passato// Io sono il mio egoismo/ la mia rabbia/ la mia indole/ Io sono la mia bocca/ le mie labbra/ e chi le tocca/ E quando sono te/ la tua voce/ il tuo respiro/ io sono innamorato// […]” – “Sparite tutti”

“Uomo Donna” uscirà oggi 9 giugno per 42Records. Siamo tutti in trepida attesa, beh non proprio tutti perché io ho avuto il piacere di sentire l’album in anteprima: è una bomba. Una bomba d’amore, una bomba di tribolazione interiore che ha portato la stesura di testi che mettono a nudo l’essere, i suoi tormenti e le sue rivelazioni.
Andrea Laszlo De Simone è presente nella scena indipendente musicale sin dai primi anni 2000 come batterista dei Nadar Solo. Conosciuto per il duo torinese Anthony Laszlo, insieme al suo grande amico Anthony Sasso, ex chitarrista e cantante dei “Milena Lovesick”, inizia solo nel 2012 il progetto da solista con il primo album rivelazione “Ecce Homo”.
Il 2014 è l’anno in cui Andrea plasma la band che tutt’oggi lo accompagna: Damir Nefat (chitarra e cori), Daniele C (basso e cori), Filippo Cornaglia (batteria e cori), Zevi Bordovach (tastiere e cori) e l’immancabile Anthony Sasso (cori e synth). E nello stesso anno, in collaborazione con il fonico bolognese Giuseppe Lo Bue, autoproduce e registra “Uomo Donna”, che sarà poi masterizzato da Andrea Suriani.
Dodici tracce in cui tecniche sperimentali si amalgamano alla musica italiana anni ’70, percorrendo interrogazioni, di respiro filosofico, comuni ad ogni essere umano: cos’è l’amore? Cos’è la vita? Cos’è la morte? Cos’è l’uomo? Cos’è la donna? Cos’è la cultura? Cos’è la felicità?
“[…] chi sa vivere nel giusto/ senza fare degli errori?// dimenticate i lividi di ogni grande fatica/ se vi ha reso deboli o se non l’avete amata/ ridate alla coscienza ciò che avete perso/ ma non vi preoccupate di non aver lottato./ gli uomini hanno fame” – “Gli uomini hanno fame”
A.M.: Il titolo del tuo nuovo album “Uomo Donna” contrappone od unisce l’uomo e la donna?
Andrea Laszlo De Simone: Li accosta, li presenta e li distingue. È un modo di dichiarare genericamente il tema di fondo. Quello fra uomo e donna è uno degli accostamenti più fruttiferi in assoluto, anzi per l’esattezza uomo e donna sono i due sottoinsiemi dell’umanità in grado di generare l’umanità stessa nel vero senso della parola.
A.M.: In “Vieni a salvarmi” i versi iniziali “non mi aspetto che sia vero tutto quanto ciò che vivo e mi possiede/ sempre incluso in illusioni ereditarie che dovremmo esaminare”. Come si gestisce l’esser posseduti da informazioni e/o ricerca del sé?

Andrea Laszlo De Simone: C’è poco da fare… nel senso che è così e non c’è scampo. Non voglio dire che sia necessariamente un dramma, ma è sicuramente un punto di partenza da considerare. Le nostre scelte, la nostra morale e la nostra stessa realtà sono enormemente filtrate dalla formazione che abbiamo ricevuto e dal contesto culturale che abitiamo. Diciamo che anche ammettendo che un’oggettività sulla realtà possa esistere sarebbe comunque improbabile averne accesso.
A.M.: Prosegui con “E se smetterò di pensare vienimi a salvare”. A chi rivolgi questa invocazione di aiuto? Chi è che parla?
Andrea Laszlo De Simone: La canzone in generale è da intendersi come un soliloquio. È una resa, un delirio lucido. Come spesso accade quando si parla da soli si dice qualcosa che si vuol dire a se stessi e che forse infondo si vorrebbe dire a tutti. La richiesta d’aiuto non è rivolta ad un dio, ma ha la stessa forma di una preghiera e questo è per sottolineare quanto siano implicite in noi le radici culturali e quanto dalle nostre parti anche un ateo preghi. Comunque il senso è: va bene tutto, va bene avere le idee confuse, va bene vivere in una realtà fittizia, va bene capirlo e pensare che niente abbia senso, ma smettere di pensare, di ragionare e di immaginare, questo no. Mai. Anche quando non ci si fida nemmeno di se stessi. L’habitat naturale dell’essere umano oramai è la società e questa è composta da tutto quello che siamo in grado di generare, dai nostri umori e dalle nostre idee. E ognuno fa la sua parte. E se è vero che tutta la realtà è delirante immaginazione allora è meglio continuare a immaginare, sennò è finita.
A.M.: In “Sogno l’amore” i versi “non c’è nessuno/ ho amato un’ombra/ non c’è nessuno/ un bacio all’aria/ non c’è nessuno” mi riportano alla mente l’ombra di Carl Gustav Jung ed il bacio di Giuda. Quanto sono fuori strada?
Andrea Laszlo De Simone: Onestamente? Non lo so. Difficile essere fuori strada quando si tratta di interpretazione, perché è giusto che ognuno dia la sua. Io posso darti la mia. La canzone in generale parla (probabilmente ermeticamente) della necessità di amare, ma non si riferisce esclusivamente all’amore fra due individui. Si riferisce alla passione, alla devozione religiosa e più in generale a quella pulsione apparentemente ingiustificata in grado di lasciarci profondi segni anche sul corpo. Quando dico “non c’è nessuno/ ho amato un’ombra/ non c’è nessuno” concludo poi con “un bacio all’aria regalerò” e con questo intendo che non c’è bisogno che all’altro vertice della corda ci sia qualcuno, perché l’amore non tira qualcuno o qualcosa a noi, ma siamo noi che siamo disposti ad andare fin dove abbiamo eretto il nostro simbolo. Dovessimo pure aspettare una vita intera. Costi quel che costi.
A.M.: In “Solo un uomo” troviamo “la mente ha verdi foglie/ che cadono come niente/ l’istinto è un vento forte/ un lupo combattente/ che lotta invano sempre/ per togliersi di dosso/ la stretta della morte”, sarei curiosa di comprendere cos’è l’istinto per te, visto e considerato che io non ritengo sia presente l’istinto nell’essere umano ma solo una geniale follia che viene annientata dalla Ragione intesa come codificazione del mondo ad opera esterna.

Andrea Laszlo De Simone: AHAHAHA. Ok, qui la vediamo all’opposto oppure nominiamo diversamente le stesse cose. Io sono convinto che l’essere umano sia puro istinto. Nella canzone (di cui il testo per altro è scritto a quattro mani con Anthony Sasso) intendo l’istinto come la causa mal celata delle intenzioni. Per spiegarmi meglio ritengo che sia quella spinta atavica che viene ancora prima di decidere se fare una cosa oppure un’altra, è l’anticamera delle direzioni in cui ci volgiamo. Sono le nostre emozioni. La frase che citi tu in particolare si riferisce al fatto che la nostra mente è dominata sommessamente da una forza che è in grado di soffiare via ogni riflessione, ogni ragione ed è l’istinto animale. In particolar modo l’istinto di sopravvivenza. Non è un caso che tendiamo a riconoscere il valore straordinario di quelle persone che in nome di un’ideale sono in grado di rinunciare alla loro stessa vita. Lottare contro gli istinti primordiali è sicuramente più complicato che conviverci, ma siamo solo uomini.
A.M.: “Come si afferra la tranquillità/ senza ferirsi il palmo delle mani?”
Andrea Laszlo De Simone: Ecco appunto, non si può. È una condizione che si conquista.
A.M.: Che cosa sono gli “astri metallici e bianchi” di “Fiore mio”?
Andrea Laszlo De Simone: Sono gli astri, appunto, le stelle. Nell’immaginario collettivo è guardando le stelle che si sogna, che si esprimono i desideri, che si spera.
A.M.: Se ho ben capito (e potrei non aver capito nulla) l’album gira attorno al significato di “Amore”. Considerando che so che alcune – se non tutte – canzoni sono state scritte anni fa, qual è oggi il significato che dai ad “Amore”?
Andrea Laszlo De Simone: L’amore per me era ed è una fortissima motivazione. Un istinto, appunto, imprescindibile. Probabilmente più forte anche dell’istinto di sopravvivenza. Che sia fra individui o che sia nei confronti di un ipotetico dio o che sia nei confronti della propria passione regala alla vita un’altissima percentuale di senso.
A.M.: In “Sparite tutti” troviamo “si salvi chi può/ ora/ o non si salva nessuno”. Pensi di essere salvo?
Andrea Laszlo De Simone: Beh, rispetto al senso della canzone la domanda giusta potrebbe essere: “alla fine si sono salvate le persone che cercavi di allontanare?” e la risposta sarebbe: lo spero tanto.
A.M.: Questa domanda non è mia, ma mi è stata rivolta qualche giorno fa e non ho saputo rispondere: perché Laszlo?

Andrea Laszlo De Simone: Ahaahahah questa è semplice. È il mio nome e come per quasi tutti mi è stato dato dai miei genitori. Immagino che derivi dalla stima che mio padre e mia madre provano nei confronti di Laszlo Kovacs fotografo e direttore della fotografia di un’infinità di film fra cui anche Easy Rider. Immagino anche che gli piacesse il suono. La leggenda narra che alla mia nascita mia madre e mio padre si guardarono dicendo: “ha la faccia da Laszlo!”. Comunque il mio nome completo in realtà è: Andrea Oliviero Laszlo De Simone Saccà.
A.M.: Se vuoi ti faccio pure quella domanda che tanto piace ai magazine specializzati di/in “musica”: che influenze musicali hai? Ma tieni presente che non me ne frega poi molto, e che come ti ho già detto in privato a me hai ricordato Jesus Christ Superstar… dunque…
Andrea Laszlo De Simone: Ahahahahah! Allora, premetto che non sono un grande ascoltatore, nel senso che ascolto poca musica. Ma ti posso dire le cose che ho amato di più: Battisti, Modugno, Battiato, i Radiohead, ma ovviamente non solo! Sono moltissimi e onestamente facessi un elenco più dettagliato mi dimenticherei qualcuno…
A.M.: Salutaci con una citazione…
Andrea Laszlo De Simone: “Il derubato che sorride/ ruba qualcosa al ladro/ ma il derubato che piange/ ruba qualcosa a se stesso” – “Che cosa sono le nuvole” Domenico Modugno/ Pier Paolo Pasolini
Tour estivo
01 luglio Milano Il Chiostro d’Estate
20 luglio Cassano Magnago (Varese) Woodoo Fest con The Zen Circus, Ex Otago e altri
28 luglio Vasto (CH) Siren Festival con Apparat, Baustelle, Arab Strap e tanti altri
27 agosto Torino TOdays Festival con Band Of Horses, Shins, Timber Timbre
Written by Alessia Mocci
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