“Le parole accanto” di Michela Zanarella: i fili d’erba dove ritornare bambina
“Basterebbe soltanto crederci/a questo cielo/ che si specchia nel mare/per sentirsi parte del mondo.// Abbiamo bisogno dell’onda/ come della vita/ e nell’acqua che segue il vento/ c’è il nostro andare incontro alle cose/ come la notte che cerca il giorno.// Allora proviamo ad incontrare l’azzurro/ che sia orizzonte o confine/ e lasciamo che sia l’alba a darci risposte/ dopo aver sorriso alle stelle.” – Basterebbe soltanto crederci –

Parole accanto, parole sussurrate, sentite, cercate, vissute.
Parole che lasciano un lembo di vita in chi le ascolta, le percepisce nel silenzio. Parole scritte nel tempo, creando attimi di nostalgia per sentirle vicine in noi.
Nostalgia di fili d’erba. Di quei fili d’erba che portano ricordi di un passato sempre vivo, mai assopito.
Fili d’erba dove ritornare bambina, per riassaporare i silenzi, le gioie, la musicalità della propria infanzia, della propria libertà. “Vengo a respirare/dai tuoi confini lontani/ e ci trovo tutto l’amore che non ho mai capito/ io che ti ho sentito madre troppo tardi/ terra impastata nella nebbia/ fatta di cielo mai limpido e in lotta con il tempo.// Poso lo sguardo dove si ferma anche il vento/ nella semina che sa di grano ormai maturo/ e chiudo nel cuore quel colore/che ha l’odore del pane e delle stanze di casa.// Ti sento radice che indossa le mie vene/meta che ho lasciato troppo presto/ sperando di trovare altrove/ il senso del mio canto.// E intanto/vado con la mente dove il fiume si sveglia/ in quel silenzio che cammina tra i campi/fino a sera.// E resto tra le distanze a cercare quel poco sole/ sempre incerto /che mi ricorda che un giorno farò ritorno/ tra i fili d’erba e le strade di polvere/ dove sono stata bambina.” – Vengo a respirare –
O anche fili d’erba che si nascondono nel verde dei campi in compagnia di alti arbusti, dove ci si incontra per rievocare la voce di chi ci chiama, di chi ascolta in silenzio. Come un desiderio di unirsi a quella voce dell’anima. A quel silenzio che ripercorriamo attraverso i ricordi che ci lascia il tempo.
Parole accanto che vorremo ascoltare più a fondo anche dentro di noi, ascoltando il dolore, la sofferenza del cuore. Di parole che non si è stati capaci di dire, di ascoltare. Di cogliere.
Parole accanto che esprimono il desiderio di far ritorno alla propria terra, alla propria casa forse abbandonata, forse temporaneamente lasciata per altre terre, altri lidi, ma sempre viva nel cuore della nostra poetessa, cui dedica queste rime variopinte di mille colori: “Ci pensa questo cielo/ a riflettere le mie radici/ nelle nocche nude della pianura.// Con lo sguardo ancorato/ ai tralci del destino/ non rinuncio alle ruvidità di polvere/ e al silenzio di una terra che muta/ sotto il passo scaltro del tempo.// Forse l’erba, le altezze di grano/ e la brezza/ sanno che li accomuno/ a purezze della sorte,/ al docile albeggiare/ che si compie nel mondo.// L’ho chiamata madre/ questa parte di campagna/ con le forme dolci ed oneste/di una periferia che tace.// Ed è amore oltre le vene/ oltre la pelle/ quello che ogni volta mi conduce/ con forza di memorie/ ad affollare la strada di casa/ senza abbandonare il gergo familiare/ dell’orizzonte.” – La strada di casa –
Parole accanto che donano un richiamo di amore da cui non ci vuole arrendere, e che porta sempre a continuare a credere in questo desiderio, come si legge nella poesia d’apertura a questo articolo: “Basterebbe soltanto crederci” e ascoltare il proprio cuore incantato dall’azzurro del cielo, per non arrendersi e continuare a sentire quell’emozione che tanto vive in noi.

“Le parole accanto” è il titolo della nuova silloge poetica di Michela Zanarella, edita dalla Casa Editrice Interno Poesia. La raccolta si presenta con numerose liriche metaforicamente sentite che la scrittrice dedica alla sua terra, al ricordo dei suoi cari, in particolar modo alla nostalgia dei ricordi paterni e materni. Sono poesie che esprimono sentimenti di nostalgia di momenti che furono, di momenti vissuti come un coacervo di parole che la poetessa avrebbe voluto sentire, cogliere, o anche dare, fare vivere a chi le stava accanto, a chi la ascoltava, accompagnava in un’altalena di immagini, di emozioni.
Sono poesie di alto prestigio, di alto valore, ma – è solo un mio modesto parere – mi è sembrato di sentire la mancanza di qualcosa. Quel qualcosa che non deve mai mancare in una poesia: il canto dell’anima che si lascia andare oltre l’infinito, oltre l’aurora del sogno in un abisso senza tempo, lontano dall’etere, come toccando un sentimento di forte empatia, o anche toccando le corde di un violino che oltrepassa il cuore e l’anima. Forse le ho sentite, solo io, un po’ lontane da questo mio desiderio di sentire e guardare la poesia, come se non riuscisse a trasportarmi oltre ogni cosa, oltre l’incanto. Ma, tutto sommato, la poetica della Zanarella, come già detto, è ricca di sfumature di vario colore, ben scritta e anche sentita, forse un po’ vicina alla lirica di alcuni poeti che ci hanno fatto conoscere e apprezzare la parola poetica. Penso a Pascoli, a D’Annunzio, ai decadentisti francesi e ad altri.
Nella raccolta sono, inoltre, presenti alcune liriche dedicate ad alcuni di questi poeti. Poeti, che la nostra poetessa ha amato e tuttora ama, a cui lascia una dedica, un pensiero. Poeti, come Pier Paolo Pasolini, Arthur Rimbaud, Mario Luzi, Dino Campana, Alda Merini, Elsa Morante, che hanno e tuttora rappresentano, anche se non sono presenti fisicamente tra noi, la più vera e alta vena poetica mai espressa. Poeti che vale sempre la pena (ri)scoprire.
“Mi accompagna la notte /nei vicoli vuoti di periferia/ ed è un andare ardente/ di silenzi/ come le tue barbare verità,/ strette in un vivere/troppo umano.// Le parole escono sfrontate/ dietro ombre abbandonate/ agli sfoghi del tempo.// Non è che buio/quello che resta/ come un vento che scotta/ e spaventa.// Ed io che sono partecipe/ di una tempesta ancora accesa// ico che non è giusto/quel dolore che ti hanno imposto/ nella sera più cupa/ cuore d’inverno/ tramando il tuo inferno/ all’idroscalo.” – Mi accompagna la notte, a Pier Paolo Pasolini –
Written by Daniela Schirru