Intervista di Irene Gianeselli al regista Paolo Rollo: “Ed è subito notte”
Paolo Rollo, nato a Campi Salentina (LE) il 28 marzo 1987 si è interessato agli studi di Filosofia, conseguendo la Laurea Triennale e Magistrale in Filosofia presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e poi un Master in Studi Avanzati in Filosofia presso l’Universidad de Salamanca (Spagna). In seguito ha ottenuto il Diploma in Regia cinematografica e televisiva a Madrid (Spagna) e una Laurea in Teologia a Lecce.

Successivamente ha lavorato come assistente di produzione presso la casa di produzione e distribuzione cinematografica americana Troma Entertainment di New York (USA). Autore di vari cortometraggi e video, si occupa anche di critica cinematografica e letteraria scrivendo per diversi magazine online.
In concorso nella sezione Puglia Show del Festival del Cinema di Lecce 2017 il suo cortometraggio Ed è subito notte ha vinto il Premio Centro Nazionale del Cortometraggio, il Premio Augustus Color e il Premio di 1000 euro offerto dalla Contessa Maria Josè Pietroforte di Petruzzi “per la capacità di rappresentare l’imprevisto attraverso una drammaturgia non scontata, con sospensioni surreali, una mise-en-scène studiata ed espressiva ed un’ottima caratterizzazione del protagonista e dei personaggi secondari”.
I.G.: Come e perché hai cominciato a fare cinema?
Paolo Rollo: In realtà non c’è stato un giorno ben preciso nel quale ho pensato di iniziare a fare cinema. È stato un crescendo di interesse e passione. Una cosa è certa: il passaggio è stato teorico-pratico, nel vero senso della parola: dalla teoria alla pratica. Come un po’ tutti i ragazzini ho iniziato ad appassionarmi al cinema nel periodo universitario: la questione era semplice e banale: “è impossibile che a quest’età non abbia ancora visto film come “Quarto Potere”, “Casablanca”, “Via col vento” e via dicendo”. Dopotutto si trattava di film che hanno segnato la storia della cultura popolare mondiale. Perciò ho scaricato varie classifiche di film più importanti del secolo e ho iniziato a vedere cinema, organizzandoli per regista, per decadi, ecc. Insomma, arrivavo a vedere 4-5 film al giorno. La passione ovviamente aumentava quanto più vedevo film. Ho iniziato anche a scrivere critica cinematografica per diversi webmagazine fino anche ad una tesi di master in filosofia sul cinema spagnolo degli Anni Cinquanta. Ecco, in quel momento ho sentito l’esigenza di passare dalla teoria alla pratica. Le idee c’erano, la passione cresceva, perciò ho deciso di iniziare questo cammino studiando regia cinematografica a Madrid.
I.G.: Puoi parlarci del tuo percorso di formazione?
Paolo Rollo: Fortunatamente il mio percorso formativo è stato molto denso, il che mi ha molto aiutato anche nello scrivere cinema. Inizialmente ho studiato Filosofia a “La Sapienza” a Roma con una tesi su Beckett e Kafka. Dopo la Magistrale mi sono trasferito in Spagna dove ho seguito dapprima un Master in Filosofia a Salamanca per poi passare a studiare regia cinematografica a Madrid. Successivamente, dopo un’esperienza lavorativa come assistente di produzione a New York, ho preso la Laurea in Teologia a Lecce. Insomma, un bel cammino ma che ha avuto un suo filo rosso.
I.G.: Quali sono i tuoi punti di riferimento artistici?

Paolo Rollo: Come detto, ho avuto l’opportunità e la fortuna di relazionarmi con diverse aree culturali ed artistiche: dal teatro alla letteratura, al cinema, alla pittura. Le mie fonti di ispirazioni provengono da tutti questi campi. Posso dire che al di là dell’estetica mi hanno influenzato più teoricamente, il che mi aiuta a costruire i miei personaggi e le mie storie con uno stabile fondamento concettuale di base. La filosofia in questo mi ha dato tanto carburante. In concreto autori a cui mi ispiro sono tanti: Monicelli, Risi, Wes Anderson, Kaurismaki, giusto per citarne qualcuno nel campo cinematografico, ma per molti aspetti anche la commedia classica americana, quella francese. Poi c’è la letteratura, il teatro. In sostanza non penso di avere riferimenti ben determinati. Il segreto penso sia leggere molto, vedere e ascoltare molto, prendere spunto ma cercare di costruirsi il proprio stile.
I.G.: Come mai hai scelto di approfondire i tuoi studi in Spagna?
Paolo Rollo: Dopo gli studi a Roma volevo proseguire con un’esperienza all’estero. Una tappa in Spagna era doverosa. Inizialmente pensavo di fare un anno in Spagna seguendo il Master per poi spostarmi per continuare gli studi in una città di lingua inglese. Ma la Spagna è la Spagna. È qualcosa di straordinario, dalla gente al clima. Insomma già dopo una settimana avevo capito che ci sarei rimasto per molto tempo, e così è stato per tre lunghi e bellissimi anni, spostandomi da Salamanca a Madrid.
I.G.: Puoi parlarci di come è nato il progetto “Ed è subito notte“?
Paolo Rollo: In realtà da tempo avevo in mente di scrivere una commedia su un suicidio non riuscito. L’ho scritta di getto, in poco tempo. Ma per lungo tempo sono rimasto ancorato sul finale. Non svelo nulla, ma dapprima ero deciso per un finale, diciamo, abbastanza “aperto”, ma in realtà non ne ero mai del tutto convinto. Poi ho avuto l’idea dell’attuale finale che, oltre all’amaro in bocca, mi permette di lasciare “pensieroso” lo spettatore. La parte più divertente è stata la caratterizzazione dei personaggi. Lì mi sono davvero sbizzarrito.
I.G.: Questo umorismo nel finale dice molto dei tempi che viviamo e la morte è ancora uno dei temi più difficili da affrontare al cinema come in letteratura. Che riscontro sta avendo con il pubblico il tuo corto?

Paolo Rollo: Non per autoelogiarmi, ma la sceneggiatura è stata davvero dettagliatamente studiata. Volevo servirmi di un umorismo che fosse allo stesso tempo “intellettuale”, vale a dire che nascondesse dietro qualcosa di profondo. Un non-senso spiattellato ed accettato al punto da far esplodere epifanicamente il contenuto di senso. Sentito, ma non detto. E la morte rientrava in questo paradigma. La morte, così come la vita, non può essere teorizzata; qualsiasi affermazione negherebbe il suo stesso concetto. L’unico modo è parlarne con un linguaggio non-razionale: l’umorismo insensato, illogico di cui ho cercato di servirmi nel mio lavoro. Penso che il pubblico abbia percepito tutto questo. Abbia avuto l’esigenza di andare oltre il detto, avvertendo un qualcos’altro oltre il visto. Insomma, divertirsi nel guardarlo, ma tornando a casa pensando.
I.G.: I tuoi sono studi filosofici. Quale filosofo (o quali) tieni presente nel tuo lavoro?
Paolo Rollo: Io ho tentato (e già dire “tentare” è un concetto) di presentare (altro concetto) la zona grigia, il limbo, la zona “purgatoriale”, che non è né bianca né nera, né buona né cattiva. E il dramma sta nel non poterlo teorizzare, nel non poterlo dire, o per lo meno utilizzando un linguaggio logico-razionale. Perciò ho detto “presentare” e non “rappresentare”, proprio perché non potendolo dire senza cadere in giudizi di valore, in posizioni esterne rispetto all’oggetto, non rimane altro che mostrarlo, presentarlo attraverso una forma che essa stessa esprima il suo grigio. I miei personaggi infatti vivono, da dentro, il non-senso senza mai affermarlo. Tutto questo è Samuel Beckett e anche lo stesso titolo “Ed è subito notte” è una citazione di Aspettando Godot dello scrittore irlandese. Da sfondo, ovviamente, la “Teoria Estetica” di Adorno.
I.G.: Progetti futuri?
Paolo Rollo: Progetti ce ne sono e ne ho tanti. Bisognerebbe solo trovare qualcuno che sia disposto ad ascoltarli. Purtroppo il cinema è un mondo un po’ complicato, specialmente per noi giovani registi, ma la motivazione e la passione non mancano. L’importante è avere chiaro l’obiettivo e cercare la maniera migliore per portare a termine i propri progetti. Comunque in cantiere c’è un cortometraggio d’animazione, un cortometraggio fiction e la sceneggiatura di un lungo. Diciamo che siamo alla ricerca di produttori.
Written by Irene Gianeselli