Donne contro il Femminicidio #7: le parole che cambiano il mondo con Chiara Ragnini
Le parole cambiano il mondo. Attraversano spazio e tempo, sedimentandosi e divenendo cemento sterile o campo arato e fertile. Per dare loro il massimo della potenza espressiva e comunicativa, ho scelto di contattare, per una serie di interviste, vari Uomini che si sono distinte nella lotta contro la discriminazione e la violenza di genere e nella promozione della parità fra i sessi.
Ho chiesto loro, semplicemente, di commentare poche parole, che qui seguono, nel modo in cui, liberamente, ritenevano opportuno farlo. Non sono intervenuta chiedendo ulteriori specificazioni né offrendo un canovaccio.
Alcuni hanno scritto molto, raccontando e raccontandosi; altri sono stati sintetici e precisi; altri hanno cavalcato la pagina con piglio narrativo, creando un discorso senza soluzione di continuità.
Non tutti hanno espresso opinioni univoche, contribuendo, così, in modo personale alla “ricerca sul campo”, ma tutti si sono dimostrati concordi nell’esigenza di un’educazione sentimentale e di una presa di coscienza in merito a un fenomeno orribile contro le donne, che necessita di un impegno collettivo.
Oggi è il turno, per “Donne contro il Femminicidio“, di Chiara Ragnini, cantautrice genovese attiva nella scena musicale indipendente, vincitrice di molti riconoscimenti e con, all’attivo, varie partecipazioni a festival e rassegne. Il 17 marzo del 2017 ha pubblicato il primo singolo del nuovo album, Un colpo di pistola, dedicato alle vittime del Femmicidio, di cui un pezzo recita:
“Ricominciamo/ non sai più chi sono/ ti ho chiesto perdono/ ma non è bastato a fermare la tua mano/ a colpo sicuro/ un solco sul viso/ si perde nel bianco del muro/ ed io resto appiccicata con la faccia al pavimento/ il sangue è la benedizione al pentimento/ ma non mi pento io non mi pento/ neanche per un secondo/ nell’attesa del momento/ starò male so che tu sarai contento/ mi hai sparato dritto al cuore/ mi hai colpito senza fare alcun errore”.
Femmina
Madre, sorella, compagna, amante, bambina, ragazzina, donna, nonna, bocca, labbra, unghie, clitoride, utero, tette, ventre, tacchi, sensualità, dolcezza, purezza, durezza, caparbietà, genialità: sono tanti, tantissimi i termini che affiorano alla mente parlando di (una/la) femmina.
È colei senza la quale il maschio sarebbe perduto. È la guida al completamento dell’individuo di sesso maschile, la compensazione, la complementarietà, la chiusura del cerchio.
Femmina è una canzone. Femmina è musica.
Femminismo
Femminismo è giocare ad armi pari; è una donna lavoratrice, autonoma e indipendente; è una madre che guida in autostrada per portare i propri figli alla gita giù al lago; è una capo di stato; è far valere le proprie idee in ufficio di fronte a tutti i colleghi uomini; è una birra con le amiche; è diritto di voto; è convivenza con il proprio partner; è sposarsi in comune; è libertà di espressione; è emancipazione.
Oggi alcune di queste immagini ci sembrano quasi scontate ma abbiamo faticato molto per guadagnarci quella parificazione giuridica, economica e politica che viviamo quotidianamente e che, purtroppo, non è ancora abbastanza.
Esistono ancora tanti, troppi pregiudizi verso le donne, soprattutto in ambito lavorativo. È nostro dovere batterci, nel nostro piccolo, ogni giorno per continuare a superarli.
Femminicidio fa rima con violenza, perpetrata ai danni di una figura che si considera più debole, inferiore, come una donna.
Fa rima con mancanza di rispetto, con abuso di potere e annientamento dell’identità della persona in nome di un malato senso di superiorità del sesso maschile verso quello femminile.
La violenza va combattuta, sempre: lo si può fare solo insegnando il rispetto e il superamento di quelle barriere che, come dicevamo prima, abbiamo già in parte oltrepassato ma non, evidentemente, abbastanza.
Educazione sentimentale
Educare al sentimento è educare al rispetto, verso gli altri e verso se stessi. Solo amandosi si potrà essere in grado di amare l’altro, il diverso da sé.
Si sta facendo ancora troppo poco da questo punto di vista e non si dovrebbe mai smettere di insistere nel portare avanti progetti legati all’educazione sentimentale, dalle scuole elementari fino ai licei e alle università.
Non è mai troppo presto né troppo tardi per insegnarla.
Written by Emma Fenu
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