Cinema 2017: da Aki Kaurismäki a Olivier Assayas, ecco tutte le novità sui film in uscita nelle sale italiane #4

Aprile dolce dormire, ma non per la settima arte, né per il quarto appuntamento con la consueta panoramica sulle grandi e piccole produzioni che popoleranno le nostre sale nei prossimi 9 mesi: cari amici e amanti del cinema, preparatevi a riservare una buona dose di serate in nome di quest’intelligentissima attività culturale.

Cinema Aprile

Proponiamo la rosa completa (dichiarata al 31 marzo 2017, e come tale senza improbabilità suscettibile di rettifica) delle programmazioni che abiteranno le prime settimane a venire; segue quindi mensilmente un quartetto di titoli di spicco, selezionato fra gli oltre 150 resi noti ad oggi, giusto per stuzzicare la vostra cinefila curiosità.

Nel consigliarvi di tenere d’occhio gli aggiornamenti su questa e altre piattaforme, viste le numerose uscite pianificate senza largo preavviso fra un post e l’altro, vi introduciamo alla scoperta di ciò che potremo gustare a…

Aprile

3 aprile: “Raffaello – Il principe delle arti in 3D”, di Luca Viotto. Dopo “Firenze e gli Uffizi 3D/4K” (2015) e “San Pietro e le Basiliche Papali di Roma 3D” (2016), il documentarista italiano ricostruisce meticolosamente la vita del grande pittore urbinate, estrapolando da oltre 200 ore di girato un altro piccolo gioiello targato Nexo Digital. Solo il 3, il 4 e il 5 aprile; da vedere.

6 aprile: “L’altro volto della speranza”, di Aki Kaurismäki. Il maestro finlandese di “Miracolo a Le Havre” (2011), “Le luci della sera” (2006), “L’uomo senza passato” (2002) e “Vita da bohème” (1992) torna finalmente al cinema, appena incassato l’Orso d’argento a Berlino. Al centro della vicenda si pone un rifugiato siriano giunto a Helsinki, dove incontra il favore di un ex commesso viaggiatore messosi in affari nel mondo della ristorazione. Ma non tutti gli abitanti del quartiere dimostrano la stessa disposizione d’animo… Da non perdere.

6 aprile: “Libere disobbedienti innamorate – In Between”, di Maysaloun Hamoud. Riuscito esordio che ritrae la convivenza a Tel Aviv di tre donne israeliane, unite contro le diverse forme di discriminazione di cui sono vittime, chi per l’orientamento sessuale, chi per il protagonismo sociale, chi per il credo religioso.

6 aprile: “La meccanica delle ombre”, di Thomas Kruithof. Distinto esordio nel thriller, il plot narra di un contabile licenziato senza troppi riguardi, in breve assunto da un individuo misterioso che gli affida, ben remunerato, un compito apparentemente lineare e senza complicazioni di sorta. Il protagonista però non resiste alla tentazione di scoprire cosa c’è sotto…

6 aprile: “MMA Love Never Dies”, di Riccardo Ferrero. Un poliziotto uscito dal giro si sente costretto a tornare sul ring MMA (dove si praticano ovvero le arti marziali miste) per riscattare il pestaggio subito dal fratello, lottatore un tempo apprezzato, adesso schiacciato dalla malavita per averne infranto i codici.

Ovunque tu sarai

6 aprile: “Ovunque tu sarai”, di Roberto Capucci. Commedia d’esordio per il regista italiano, dove quattro amici (Ricky Memphis, Primo Reggiani, Francesco Apolloni e Francesco Montanari) partono alla volta della Spagna a bordo di un macinino, in tasca il desiderio di trascorrere goliardicamente una vacanza, festeggiare un addio al celibato…

6 aprile: “La parrucchiera”, di Stefano Incerti. Ricordato principalmente per “Gorbaciof” (2010) e “L’uomo di vetro” (2007), il cineasta italiano si approccia al genere della commedia dopo una serie di racconti drammatici. Da un parrucchiere dove si sentiva minacciata dalle avances del padrone, l’intraprendente Rosa, con l’aiuto di due amiche del cuore, si trasferisce in un negozio tutto suo.

6 aprile: “Piccoli crimini coniugali”, di Alex Infascelli. Il regista dello splendido documentario “S is for Stanley” (2015) affida a Sergio Castellitto e Margherita Buy i ruoli di un marito appena rilasciato dall’ospedale con gravi lesioni alla memoria e di una moglie che tenta, circospettamente, di riportarlo alla vita di coppia. Nonostante le buone intenzioni di lei, che nutre la speranza di avere al suo fianco un compagno migliore dopo l’incidente, qualcosa non torna…

6 aprile: “Power Rangers”, di Dean Israelite. A 22 anni dal primo live-action “Power Rangers – Il film” (1995), la Lionsgate propone in tutto il mondo un reboot aggiornato ai canoni tecnologici contemporanei. Lo squadrone non muta obiettivo: salvare il pianeta da minacce globali. Per gli appassionati del franchise.

6 aprile: “I puffi – Viaggio nella foresta segreta”, di Kelly Asbury. Se “I Puffi” (2011) e “I Puffi 2” (2013) univano animazione 3D e live action, questo nuovo avventuroso capitolo prodotto dalla Sony Animation (“Piovono polpette”, “Hotel Transylvania”) coinvolgerà gli umani solo in qualità di doppiatori. I noti esserini blu saranno spinti a raggiungere, prima dell’acerrimo nemico Gargamella, un misterioso villaggio in cui si nasconde il segreto della loro origine.

6 aprile: “Il segreto”, di Jim Sheridan. La divina Vanessa Redgrave è, per l’autore di “The Boxer” (1997), “Nel nome del padre” (1993) e “Il mio piede sinistro” (1989), una donna internata in manicomio da ormai quattro decadi con l’accusa di aver ucciso il proprio neonato, avuto, così si dice, dal prete Theo James. Il dottor Eric Bana è interessato a scoprire la verità celata dietro il passato di lei, quando era ancora una Rooney Mara fiorente e leggiadra.

6 aprile: “The Startup – Accendi il tuo futuro”, di Alessandro D’Alatri. Il giovane Andrea Arcangeli, volto apprezzato nella fiction “Fuoriclasse”, è il protagonista ambizioso di un ambizioso film, ispirato a una storia vera: inventata un’applicazione che permette di inserire gli iscritti in una graduatoria atta a trovare lavoro in rapidità e rispettando le capacità reali di ognuno, Matteo ascende dalle stalle alle stelle, attirando ben presto l’attenzione di rapaci concorrenti.

6 aprile: “Underworld: Blood Wars”, di Anna Foerster. Posticipato di altri 5 mesi, il quinto capitolo della saga su vampiri e licantropi avviata nel 2003 coll’“Underworld” capostipite fiorisce ancora una volta grazie alla presenza di una Kate Beckinsale sempre fresca e seducente, abbandonate le vesti aristocratiche di “Amore e inganni” (2016) e diretta da una regista esordiente sul grande schermo. Anche in questo caso, solo per gli appassionati del genere.

Virgin Mountain

6 aprile: “Virgin Mountain”, di Dagur Kári. Con circa un anno e mezzo di ritardo arriva anche in territorio italiano il quarto film del regista islandese (suo “Nói Albinói”, 2003), dove l’opulento protagonista Fúsi, tutto glutine con la routine, è costretto a fare i conti con l’irruenza di una giovane madre e del suo bimbo ottenne. Miglior film, attore protagonista e sceneggiatura al Tribeca Film Festival di New York; da vedere, anche solo per curiosità verso un Paese dalla tradizione mediale tutta da scoprire.

7 aprile: “Piani paralleli”, di Gianni Di Capua. Un nuovo documentario musicale (o film concerto, se si preferisce) per il talentuoso regista nostrano, che omaggia il compositore siciliano Giovanni Mazzarino partendo dalla sua Suite per quartetto jazz e orchestra d’archi, filmandone le prove alla Fazioli Concert Hall, testimoniandone ispirazioni e contaminazioni che coinvolgono personaggi di tutto rispetto come Steve Swallow, Adam Nussbaum, Fabrizio Bosso, Paolo Silvestri. Da vedere.

10 aprile: “Rolling Stones Olé Olé Olé!”, di Paul Dugdale. Approda il secondo documentario (assieme al già sdoganato “The Rolling Stones – Havana Moon in Cuba”, 2016) che segue il tour latinoamericano della celeberrima band: quanto è accaduto prima e dopo il sensazionale concerto gratuito tenuto nella capitale liberata. Evento imperdibile per i fan del genere.

11 aprile: “Oltre le nuvole: Il luogo promessoci”, di Makoto Shinkai. Trascorsi appena due mesi dall’uscita di “your name.” (2016), tutti gli italiani appassionati di anime potranno avere la possibilità e il piacere di (ri)scoprire il primo lungo del maestro giapponese, datato 2004. Già allora i protagonisti erano adolescenti, un trio intenzionato a costruire un velivolo in grado di portarli a scoprire cosa si nascondesse dietro una grossa torre, in realtà un’arma di distruzione di massa sotto mentite spoglie. Le loro strade si dividevano per poi ri-incrociarsi nuovamente, anni dopo: ancora in tempo od ormai troppo tardi per portare a termine il piano ordito di comune accordo? Da vedere.

12 aprile: “Moglie e marito”, di Simone Godano. In questa commedia esordiale dalle tinte fantasy, Pierfrancesco Favino e Kasia Smutniak si scambiano i corpi per effetto imprevisto di un esperimento scientifico, costretti di punto in bianco a vivere l’uno l’esistenza dell’altra, esperienza destabilizzante tanto più che si trovavano sul punto di divorziare dopo 10 anni di vita coniugale.

13 aprile: “Un altro me”, di Claudio Casazza. Intrigante documentario che ritrae da vicino il primo tentativo, avvenuto in una casa di reclusione in provincia di Milano, di “trattamento intensificato” per curare chi ha compiuto molestie sessuali. Si tratta forse di un “metodo Ludovico” debitamente ripensato?

13 aprile: “Fast & Furious 8”, di F. Gary Gray. Sulla scia del successo incontenibile dell’episodio precedente (2015, oltre il miliardo e mezzo di dollari d’incasso), la celeberrima saga nata nel 2001 osa, sotto la direzione del regista de “Il negoziatore” (1998), “The Italian Job” (2003), “Giustizia privata” (2009) e “Straight Outta Compton” (2015), il suo capitolo più lungo (2 ore e 40 minuti), avvalendosi come sempre di un cast di spicco comprendente i volti ben noti di Vin Diesel, Dwayne Johnson, Ludacris, Michelle Rodriguez e Jason Statham, cui si affiancano Helen Mirren, Kurt Russell e Charlize Theron. Da vedere, anche solo per tenersi aggiornati su un fenomeno culturale divenuto incontestabilmente di massa.

13 aprile: “Lasciati andare”, di Francesco Amato. Il regista di “Cosimo e Nicole” (2012) affida a Servillo la parte di un impietoso psicanalista che man mano si lascia andare ad una superiore indifferenza, mentre s’abbuffa di dolci al punto da trovarsi costretto ad una dieta che prevede appuntamenti settimanali in palestra. Lì conosce una personal trainer (Verónica Echegui) che muterà il suo modo di relazionarsi col mondo. Nel cast anche Carla Signoris e Luca Marinelli; da vedere.

13 aprile: “Mal di pietre”, di Nicole Garcia. La cineasta francese di “Quello che gli uomini non dicono” (2006) racconta la storia d’amore proibito nato in una casa di cura, le Alpi da sfondo, fra Marion Cotillard, costretta a sposare l’agricoltore Alex Brendemühl, e Louis Garrel, affascinante ufficiale con cui la donna decide di fuggire. 8 nomination ai César, in concorso a Cannes.

Mothers di Liana Marabini

13 aprile: “Mothers”, di Liana Marabini. Una delle registe contemporanee più segrete, che produce i propri film in Italia scrivendoli però in lingua inglese, decide di raccontare l’amicizia fra due madri molto distanti per usi e costumi, nata dalla comune scelta dei rispettivi figli di aderire alla Jihad.

13 aprile: “Personal Shopper”, di Olivier Assayas. Dopo “Sils Maria” (2014), il maestro parigino ritrova Kristen Stewart (in costante ascesa, si noti, da “Still Alice” a “Billy Lynn – Un giorno da eroe”, da “Certain Women” a “Café Society”), affidandole il ruolo di Maureen, per l’appunto incaricata di mantenere sempre pingue il guardaroba di una celebrità, ma anche medium da poco abbandonata dal fratello, morto per una disfunzione cardiaca. Con la sua arte tenta di mettersi in contatto con quest’ultimo, le pare anche di riuscirci, ma poi… Da vedere.

13 aprile: “Planetarium”, di Rebecca Zlotowki. Posticipato di oltre quattro mesi, finalmente perviene l’ultimo lungo della 37enne regista parigina, che ritrae due sorelle spiritiste americane (Natalie Portman e Lily-Rose Depp, figlia del più conosciuto Johnny al suo terzo ruolo di rilievo ingaggiato nel 2016), le quali durante una tournée mondiale vengono avvicinate da un importante produttore (Emmanuel Salinger), fiutato l’affare adatto a risollevare le sorti della propria casa cinematografica: propone loro di catturare su pellicola uno degli spiriti evocati.

13 aprile: “Savva”, di Maxim Fadeev. Un cantautore russo prova l’esperienza registica nel campo dell’animazione, donando al piccolo protagonista da cui il titolo l’opportunità di salvare da uno spietato manipolo di iene se stesso e il branco di lupi in cui è cresciuto, partendo alla ricerca di un misterioso mago che vive in cima a una montagna solitaria. Adatto a chi ha potuto in qualche maniera apprezzare “Bianca & Grey e la pozione magica”, altra produzione russa per i più piccoli da noi lo scorso novembre.

18 aprile: “Aldabra – C’era una volta un’isola”, di Steve Lichtag. Il sesto lungo del documentarista ceco ci porta alla scoperta di una delle ultime terre incontaminate della Terra, l’atollo corallino di Aldabra, al largo delle coste nordiche del Madagascar, territorio protetto dall’UNESCO e raramente visitato dall’uomo. Solo il 18 e il 19 aprile.

19 aprile: “The Bye Bye Man”, di Stacy Title. Al quarto film per il cinema, la regista si cimenta in nuovo horror di basso profilo, in cui tre studenti del college fanno loro malgrado la conoscenza con un essere che si impossessa delle menti delle proprie vittime per indurle a compiere atti efferati. Evitabile.

20 aprile: “Baby Boss”, di Tom McGrath. Il 34esimo film per il grande schermo della Dreamworks Animation ha al suo centro una coppia di fratellini, uno dei quali inviato speciale impegnato in una missione di controspionaggio atta a smascherare i genitori che, in realtà, hanno rapito entrambi con l’intenzione un giorno di soppiantarli con dei cuccioli. Da vedere fondamentalmente perché… Dremworks.

20 aprile: “Boston – Caccia all’uomo”, di Peter Berg. Dal regista di “Deepwater – Inferno sull’Oceano” (2016), “Lone Survivor” (2013) e “Hancock” (2008), il caso di cronaca che vide il 15 aprile 2013 l’esplosione di due ordigni piazzati in prossimità del traguardo della maratona bostoniana. Nel cast spiccano Mark Wahlberg, John Goodman e J. K. Simmons; da vedere.

Le cose che verranno -L’Avenir

20 aprile: “Le cose che verranno – L’Avenir”, di Mia Hansen-Løve. Il giovane volto femminile del cinema francese alla sua quinta prova acquista niente meno che Isabelle Huppert, la quale impersona un’insegnante di filosofia appesantita improvvisamente dalla morte della madre malata e dalla separazione dal marito. Orso d’argento al Festival di Berlino del 2016; da vedere.

20 aprile: “L’eccezione alla regola”, di Warren Beatty. Alden Ehrenreich uomo d’affari e Lily Collins aspirante attrice a Los Angeles (quest’ultima nominata al Golden Globe) si rivolgono al leggendario Warren Beatty in persona (recentemente pasticcione al Dolby Theatre), che nella realtà non recitava e non dirigeva per il cinema rispettivamente da 15 e 18 anni. Un film evento, nonostante sia risultato meno convincente di quanto si potesse sperare: nel cast anche Matthew Broderick, Martin Sheen, Annette Bening, Ed Harris e Alec Baldwin. Comunque da vedere.

20 aprile: “Famiglia all’improvviso – Istruzioni non incluse”, di Hugo Gélin. Frizzante commedia in cui Omar Sy e la debuttante Gloria Colston interpretano un padre e una figlia molto affezionati che un giorno si vedono piombare in casa la madre di lei, volatilizzatasi dopo aver consegnato la piccola ancora in fasce all’ex fidanzato, il quale al tempo era ancora inconsapevole della esistenza della creatura.

20 aprile: “Fortunata”, di Sergio Castellitto. Col sesto lungo da lui diretto (i precedenti erano “Nessuno si salva da solo”, “Venuto al mondo”, “La bellezza del somaro”, “Non ti muovere” e “Libero burro”), il celebre attore ritrova Jasmine Trinca, stavolta nei panni di una donna che sogna di lasciarsi alle spalle una vita deludente e aprire un negozio di parrucchiere tutto suo. Nel cast anche Stefano Accorsi e Alessandro Borghi; da vedere.

20 aprile: “Lasciami per sempre”, di Simona Izzo. Ritratto di gruppo per la cineasta romana, che si avvale di Barbora Bobulova nei panni di una giovane (?) madre divorziata, intenzionata con l’aiuto del nuovo compagno Max Gazzè a congedare per sempre il parentado, riunito per i vent’anni del figlio.

20 aprile: “Libere”, di Rossella Schillaci. Documentario sulle partigiane italiane, il cui racconto è scandito da testimonianze di prima mano e materiali d’archivio, nella ricostruzione del fronte militare quanto di quello sociologico.

20 aprile: “Richard the Stork”, di Toby Genkel e Reza Memari. Coproduzione animata fra Belgio, Germania, Lussemburgo e Norvegia, narra di un passero adottato da due cicogne, presto costrette a migrare lontano dal clima invernale; lui insiste nel seguirle, accompagnato nell’improbabile viaggio da un gufo e un pappagallino.

24 aprile: “La tenerezza”, di Gianni Amelio. Il maestro de “Il primo uomo” (2011), “Le chiavi di casa” (2004), “Così ridevano” (1997), “Lamerica” (1994), “Il ladro di bambini” (1992) e “Porte aperte” (1990) torna al cinema di finzione dopo 4 anni densi di documentari. Lo fa adattando “La tentazione di essere felice” di Lorenzo Marone e assoldando due astri come Elio Germano e Micaela Ramazzotti, protagonisti di una drammatica vicenda napoletana lontana dai disagi della periferia. Da non perdere.

Whitney di Nick Broomfield

24 aprile: “Whitney”, di Nick Broomfield. Documentario che ripercorre la vita e la carriera della celeberrima cantante, deceduta nel 2012, la cui voce ha semplicemente segnato un’epoca, restando apprezzatissima anche oggi. Dal 24 al 28 aprile.

25 aprile: “Guardiani della Galassia Vol. 2”, di James Gunn. Il regista americano torna a dirigere Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave Bautista, Vin Diesel e Bradley Cooper (questi ultimi solo in studio di doppiaggio) nella nuova attesissima avventura dei supereroi Marvel, che per affrontare la nuova minaccia di turno saranno costretti ad allearsi ai nemici d’un tempo. Nel cast anche Sylvester Stallone, Glenn Close e Kurt Russell; da vedere.

27 aprile: “Altin in città”, di Fabio Del Greco. L’Altin del titolo è uno scrittore in erba immigrato dall’Albania che, quando scopre di poter vincere un reality televisivo salvando la speranza di sbarcare il lunario, non si fa ingannare dall’astuta conduttrice, intenzionata ad affidare l’inedito manoscritto a volti più adatti al piccolo schermo. Esperimento fallito, da evitare.

27 aprile: “L’amore criminale”, di Denise Di Novi. Esordio thriller nella regia cinematografica per una feconda produttrice, l’ex “Unforgettable” tratta del rapporto morboso che una donna comincia a tessere con l’ex compagno e la nuova fidanzata, presagio di nefaste conseguenze.

27 aprile: “Chez Nous – A casa nostra”, di Lucas Belvaux. Storia di una madre che nel Nord della Francia cresce da sola i propri figli, si prende cura del padre infermo, lavora come infermiera suscitando affetto e rispetto. Un giorno, tutto d’un tratto, viene proposta come candidata alle elezioni comunali… Da vedere.

27 aprile: “The Circle”, di James Ponsoldt. Thriller distopico in cui un monopolio online acquisisce, digitalizzandole, le personalità di tutti gli utenti registrati: inutile dire che il gioco non reggerà a lungo senza causare irreversibili violazioni di privacy. Accanto alle interpretazioni di Tom Hanks ed Emma Watson, da segnalare l’ultima apparizione di Bill Paxton, mancato lo scorso febbraio.

27 aprile: “Le donne e il desiderio”, di Tomasz Wasilewski. Mediocre ritratto femminile di quattro donne di diversa età in una Polonia degli anni ’90 che sta mutando pelle.

27 aprile: “Gifted – Il dono del talento”, di Marc Webb. Dal regista dei due “Amazing Spider-Man”, un dramma in cui Chris Evans padre putativo della graziosa e dotatissima nipotina McKenna Grace, rimasta orfana, tenta in ogni modo di favorirle il percorso di studi.

27 aprile: “La ragazza dei miei sogni”, di Saverio di Biagio. Un trentenne zavorrato dalla morte dei genitori, da un lavoro insoddisfacente, da un coinquilino superficiale e una fiamma cui non riesce a dichiararsi, non vive il benessere della sua età; finché un amico di vecchia data gli fa conoscere l’intrigante Sofia, una ragazza che gli farà cambiare il modo di approcciarsi al mondo.

27 aprile: “Le verità”, di Giuseppe Alessio Nuzzo. Dramma ad alta tensione in cui un imprenditore tornato da un viaggio in India scopre di avere la capacità di prevedere il futuro, manipolando così le ormai inappaganti persone attorno a sé.

Maggio

La storia dell’amore di Radu Mihaileanu

4 maggio: “La storia dell’amore”, di Radu Mihaileanu. Il noto autore di “Train de vie – Un treno per vivere” (1998), “Vai e vivrai” (2005) e “Il concerto” (2009) propone un nuovo racconto pregno di sentimento, in cui l’attempato Leo (Derek Jakobi) sogna di riavere la propria anima gemella, mentre l’adolescente Alma (la graziosa Sophie Nélisse protagonista di un’altra “Storia”, quella della “ladra di libri”, 2013) dall’altra parte della città è alla ricerca di un buon partito che spinga sua madre a risposarsi. Un manoscritto misterioso però finirà per avvicinare più Leo e Alma che i due adulti… Da vedere.

11 maggio: “Alien: Covenant”, di Ridley Scott. Il maestro riprende in mano la propria saga con l’intenzione di rimediare al per certi versi fallace prequel “Prometheus” (2012), lasciando così tuttavia mezzo mondo appeso all’amo in attesa di un quinto capitolo ufficiale che, affidato finora alle cure di Neill Blomkamp e con protagonista ancora una volta Sigourney Weaver, forse siamo destinati a non vedere mai sullo schermo, proprio a motivo di questo nuovo ingombrante capitolo. Per adesso ri-incontreremo Micheal Fassbender, Guy Pearce e Noomi Rapace, al fianco di James Franco e Katherine Waterston; da vedere.

18 maggio: “Scappa – Get Out”, di Jordan Peele. È il fenomeno horror dell’anno: 4,5 milioni di budget, 150 quelli rastrellati nei soli USA. E per una volta sia da parte del pubblico che della critica l’accoglienza è stata entusiastica. L’esordio alla regia dell’attore comico narra del weekend che Chris, nero, trascorre con la fidanzata Rose, bianca, nella tenuta campestre dei futuri suoceri. Ne usciranno scoperte incredibili; da vedere.

24 maggio: “Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar”, di Joachim Rønning ed Espen Sandberg. Se qualcuno ricorda il norvegese “Kon-Tiki” (2012), ne elevi alla potenza la densità di scorribande: la coppia di registi ha infatti l’occasione di regalare al solido franchise un quinto emozionante capitolo (dopo i 6 anni di quiete che han seguito “Oltre i confini del mare”, 2011) in cui figureranno di nuovo Johnny Depp, Geoffrey Rush e Orlando Bloom, cui si affiancherà l’iconico Javier Bardem. Da vedere.

Giugno

Wonder Woman di Patty Jenkins

1 giugno: “Wonder Woman”, di Patty Jenkins. Scelta singolare affidare alla regista di “Monster” (2003) un nuovo impellente capitolo non meramente supereroistico, bensì imperniato sulla riflessione non scontata che Hollywood sta operando circa l’universo di risorse che deriva dall’accostarsi alla feconda sensibilità delle figure femminili coinvolte in immaginarie imprese epocali, in questo caso una guerra mondiale che potrebbe essere salvata dalla principessa delle Amazzoni in persona. Da vedere.

1 giugno: “Baywatch”, di Seth Gordon. Al regista di “Come ammazzare il capo e vivere felici” (2011) il compito di portare alla ribalta le vicende dei bagnini più seducenti della storia della televisione, indimenticati protagonisti della serie omonima anni ’90. Nel cast spiccano Dwayne Johnson, Zac Efron e… Pamela Anderson.

8 giugno: “Capitan Mutanda”, di David Soren. Il 35esimo film per il cinema della Dreamworks Animation segue a pochi mesi di distanza il 34esimo (“Baby Boss”, in arrivo ad aprile), dando vita sotto la guida del regista di “Turbo” (2013) al supereroe in brache nato dalla fantasia a fumetti di due amici dispettosi. Da vedere.

22 giugno: “Transformers – L’ultimo cavaliere”, di Michael Bay. Quinto capitolo della celebre saga miliardaria tutta del “mago dei blockbuster”, in cui Mark Wahlberg sfida nuove potenti minacce per il pianeta e Optimus Prime parte alla ricerca dei creatori della sua razza. Nel cast anche Anthony Hopkins, Stanley Tucci e John Turturro; da vedere.

Luglio

Spider-Man: Homecoming

6 luglio: “Spider-Man: Homecoming”, di Jon Watts. Col suo terzo lungo per il cinema il regista americano al soldo della Marvel prende le redini della saga multiforme sull’Uomo Ragno precedentemente affidata a Sam Raimi, quindi a Drew Goddard. Sarà un reboot dai tratti marcatamente adolescenziali: confidiamo in una carica di nuove ispirate dinamiche. Da vedere.

7 luglio: “Revenge”, di Walter Hill. Il regista de “I guerrieri della notte” (1979), “48 ore” (1982) e “Danko” (1988) sostanzialmente sperpera il talento di Sigourney Weaver e Michelle Rodriguez, l’una chirurga plastica in cerca di vendetta per suo fratello, l’altra, colpevole dell’omicidio di quest’ultimo, vittima di un’operazione di mutazione sessuale… operata dalla prima. Sacrificabile.

13 luglio: “The War – Il pianeta delle scimmie”, di Matt Reeves. Dopo “Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie” (2014), il regista torna al mondo fantascientifico in cui umani e primati proprio non riescono a convivere. Nel cast ritroviamo il principe della motion capture Andy Serkis, accanto alle new entry Woody Harrelson e Judy Greer; da vedere.

20 luglio: “ChiPS”, di Dax Shepard. Due centauri a Los Angeles fautori del (dis)ordine pubblico (Shepard stesso e Michael Peña), dalla televisione al cinema: il risultato ha deluso l’America, farà altrettanto in terra italiana. Per questo motivo, evitabile.

Agosto

10 agosto: “Annabelle 2”, di David F. Sandberg. Il regista di “Lights Out – Terrore nel buio” (2016) dona un nuovo capitolo, corredato da un nuovo cast, alla saga dedicata alla bambola assassina ritratta in “L’evocazione – The Conjuring” (2013), da non confondere con quella riservata all’altrettanto nota Chucky (1988-2013).

La torre nera di Nikolaj Arcel

10 agosto: “La torre nera”, di Nikolaj Arcel. Al regista danese dello splendido “Royal Affair” (2012) il compito di dare avvio ad un’attesa serie di prodotti pensati per grande e piccolo schermo sulla scia dei celebri romanzi di Stephen King pubblicati fra il 1982 e il 2012. Nel cast figureranno Idris Elba e Matthew McConaughey.

24 agosto: “Cattivissimo Me 3”, di Kyle Balda, Pierre Coffin ed Eric Guillon. La Illumination Entertainment è in breve tempo diventata un esempio imprescindibile di ottimi affari a medio costo; sull’onda del successo del franchise con protagonista l’arcigno Gru, incastonato fra “Minions” (2015) e “Minions 2” (2020) giunge nelle sale di tutto il mondo il terzo capitolo ufficiale. Da vedere.

31 agosto: “Dunkirk”, di Christopher Nolan. Dopo averlo a più riprese accarezzato, il prestigiatore del cinema si tuffa nel cinema di guerra narrando, nel terzo film più rumoreggiato del 2016 secondo Indiewire, l’Operazione di evacuazione navale Dynamo attuata dagli Alleati all’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Nel cast troveremo Tom Hardy, Cillian Murphy, Mark Rylance, Harry Styles (ebbene sì) e Kenneth Branagh; da non perdere.

Settembre

14 settembre: “Cars 3”, di Brian Fee. Dato il crescente successo della saga, arrivata già ad incassare oltre il miliardo di dollari, la Pixar ha deciso (com’era prevedibile) di donare al suo beniamino Saetta McQueen un terzo capitolo, la cui vicenda è affidata (altra scelta immaginabile) ad un esordiente alla regia nel campo dell’animazione (come già successo per “Il viaggio di Arlo” e “Monsters University”, non a caso fra i lungometraggi meno ambiziosi della casa di produzione). Auspichiamo un po’ di lungimiranza nel miglior spirito dello Studio di Emeryville; comunque da non perdere.

21 settembre: “It”, di Andres Muschietti. Il regista del controverso horror “La madre” (2013) è stato incaricato di far lievitare il best seller di Stephen King dallo status di miniserie televisiva (1990, con protagonista Tim Curry) a quello di lungometraggio per il grande schermo. I panni del clown Pennywise andranno stavolta a Bill Skarsgård. Da vedere.

21 settembre: “American Made”, di Doug Liman. Sotto la direzione del regista di “The Bourne Identity” (2002) ed “Edge of Tomorrow – Senza domani” (2014), Tom Cruise è il trafficante di armi da fuoco e droga Barry Seal, negli anni Ottanta al soldo della CIA. Nel cast troveremo anche Domhnall Gleeson.

Emoji – Accendi le Emozioni

28 settembre: “Emoji: Accendi le Emozioni”, di Anthony Leondis. Il secondo lungo dell’anno prodotto dalla Sony Animation eleva allo status di protagonisti niente meno che le “faccine” della messaggistica, naturalmente alla ricerca di un riscatto nella loro esistenza mono-emozionale: curiosa testimonianza di come simili linguaggi siano oramai diventati imprescindibili nel panorama contemporaneo.

Ottobre

5 ottobre: “Blade Runner 2049”, di Denis Villeneuve. Operazione tanto pericolosa quanto audace, nonché la più rumoreggiata del 2016 secondo Indiewire, il regista degli splendidi “Arrival” e “Sicario” (2015) dovrebbe avere le spalle abbastanza larghe da sostenere l’onere di dirigere il sequel di uno dei miti immortali della fantascienza, quell’iconico “Blade Runner” che nel 1982 Ridley Scott aveva portato alla luce. Il protagonista rimarrà lo stesso, il detective Deckart impersonato da Harrison Ford, naturalmente assai invecchiato dall’ultima avventura, al fianco di Ryan Gosling e Jared Leto. Da non perdere.

12 ottobre: “Lego Ninjago – Il film”, di Charlie Bean, Paul Fisher e Bob Logan. Dopo il successo di “The LEGO Movie” (2014) e quello preannunciato di “LEGO Batman – Il film”, la Warner Bros. Animation prepara una doppietta da giocarsi nel 2017, traendo ispirazione dalle culture sino-nipponiche per le avventure di agguerriti samurai lanciati all’assalto di draghi e uomini serpente.

25 ottobre: “Thor: Ragnarock”, di Taika Waititi. Affidata ad un regista già nominato all’Oscar per un cortometraggio, la terza avventura dedicata al supereroe figlio di Odino interpretato da Chris Hemsworth rivestirà un ruolo di grande importanza nell’economia drammaturgica dell’universo Marvel: Thor dovrà niente meno che salvare il proprio regno dall’apocalisse. Da vedere.

26 ottobre: “Victoria and Abdul”, di Stephen Frears. L’acclamato regista di “Florence” (2016), “Philomena” (2013), “The Queen – La regina” (2006), “Alta fedeltà” (2000) e “Le relazioni pericolose” (1988) racconta la storia vera del confidente più intimo (Ali Fazal) della regina Vittoria (Judi Dench) negli ultimi anni di regno. Da vedere.

Novembre

9 novembre: “Insidious 4”, di Adam Robitel. Semplicemente, il terzo sequel di una saga horror a bassissimo budget che non accenna a saturare il format: con 16 milioni e mezzo di dollari, se ne sono rastrellati ben 370. Impossibile non perseverare; da vedere.

Justice League di Zack Snyder

17 novembre: “Justice League”, di Zack Snyder. Dal regista de “L’alba dei morti viventi” (2004), “300” (2006), “L’uomo d’acciaio” (2013) e “Batman V Superman: Dawn of Justice” (2016), ecco il capitolo supereroistico che lancia, alle spalle film corali come “The Avengers” e il suo sequel, i paladini della DC uniti contro le forze del male. Accanto ai volti noti di Henry Cavill/Superman, Ben Affleck/Batman, Gal Gadot/Wonder Woman, troveremo Amy Adams, J. K. Simmons, Willem Dafoe e Jeremy Irons. Da vedere.

22 novembre: “Let It Snow”, di Luke Snellin. Commedia che intreccia le vicende di diversi personaggi durante la vigilia di Natale: c’è chi rimane bloccato su un treno a causa di una tempesta di neve e festeggia assieme ad uno sconosciuto, chi scopre il vero amore in vecchie amicizie, chi riflette con malinconia sulla fine di una relazione coccolando il proprio maialino nano.

30 novembre: “Gli eroi del Natale”, di Timothy Reckart. Ex “The Star”, da un regista già nominato all’Oscar per un cortometraggio, ennesima avventura animata targata Sony che mette a fuoco la storia della Natività così come la videro gli animali di Betlemme.

Dicembre

13 dicembre: “Assassinio sull’Orient Express”, di Kenneth Branagh. Dopo il celebre adattamento del 1974 firmato per il grande schermo da Sidney Lumet, i panni dell’amatissimo investigatore passano dal pensionato Albert Finney a Branagh stesso, spalleggiato da Penélope Cruz, Willem Dafoe, Judi Dench, Johnny Depp, Michelle Pfeiffer e Daisy Ridley: un cast a dir poco da urlo, che si dovrà necessariamente confrontare con quello capitanato 40 anni or sono da Lauren Bacall, Ingrid Bergman (premiata con l’Oscar), Jacqueline Bisset, Sean Connery, Anthony Perkins, Vanessa Redgrave e Micheal York. Da non perdere.

Star Wars: Gli ultimi Jedi

13 dicembre: “Star Wars: Gli ultimi Jedi”, di Rian Johnson. Al regista di “Looper” (2012) l’arduo compito di mantenere sulla buona rotta gli incrociatori stellari e la figura prodigiosa di Rey, l’eroina in cui la Forza ha ripreso vita non più di un anno fa. Ovviamente da non perdere.

21 dicembre: “Downsizing”, di Alexander Payne. Dal regista di “Nebraska” (2014), “Paradiso amaro” (2011) e “Sideways – In viaggio con Jack” (2004), una commedia con Matt Damon, Kristen Wiig, Christoph Waltz, Alec Baldwin e Neil Patrick Harris sulla possibilità, in un futuro non troppo remoto, di rimpicciolire la propria statura corporea al fine di ridurre i consumi energetici del pianeta, senza per questo dover rinunciare al benessere personale.

21 dicembre: “Il toro Ferdinando”, di Carlos Saldanha. La Blue Sky (“L’era glaciale”, “Rio”) progetta col suo 12esimo lungometraggio un’espansione del corto “Ferdinando il toro” (1938), l’unico a vincere l’Oscar nella decade a non rientrare nelle “Silly Symphonies” disneyane. Il protagonista è il più grosso della mandria e quelli come lui non tardano a finire nell’arena… Da vedere.

 

Written by Raffaele Lazzaroni

 

 

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