Le Métier de la Critique: riflessioni sull’amore in “Norwegian Wood” di Haruki Murakami, Naoko e le altre donne
“A guardarli da vicino gli occhi di Naoko erano così profondi e trasparenti da dare i brividi. Non me ne ero mai accorto fino a quel momento, ma d’altra parte non avevo mai avuto l’occasione di fissarli tanto a lungo. Non solo era la prima volta che camminavamo da soli, ma era anche la prima volta che parlavamo per tanto tempo.”

Quattro donne. Naoko e Midori. Reiko e Hatsumi.
Un solo uomo. Toru Watanabe.
Quattro donne e un uomo.
In cerca di amore, quell’amore che non sempre si riesce a trovare. Amore sincero, amore che risveglia i sensi, amore che vive di piacere. Di passione, di rapporti che si perdono.
Quattro donne che cercano amore e trovano morte e strani incubi.
Un solo uomo che cerca di comprenderle, di aiutarle, di salvarle, di amarle allo stesso modo, ma non può amarle tutte insieme allo stesso modo. Costruisce un rapporto intimo con due di loro, mentre con le altre ha un rapporto di pura fratellanza. Con tre di loro consuma rapporti sessuali, mentre l’altra è la ragazza di un suo amico, un uomo che la tradisce, ma continua a stare con lei. Cosa ci trova in questo gioco perverso quest’uomo? Ama davvero la sua donna? E Toru, cosa prova per queste donne? Che rapporto costruirà con loro alla fine?
Sono vittime di ricordi, di strani rapporti con altri uomini o altre donne. Donne che fuggono da ricordi intrisi di paura, di dolore, donne che cercano di capire la loro psiche, i loro desideri, quei ricordi diventati incubi, frustrazioni che non le lasciano vivere a pieno la loro nuova vita.
Cercano un appiglio, una via di fuga, un modo per riconoscere questi incubi. A volte scelgono la morte, altre volte affrontano questi incubi. E scelgono di vivere.
Ma sono mai state amate? Hanno mai ricevuto vero amore, quell’amore che desideravano dai loro uomini/amanti? Cosa le blocca ad affrontare appieno il loro amore? Perché alcune scelgono la morte? Da cosa fuggono quando scelgono di lasciarsi andare a questa scelta drammatica e vitale allo stesso tempo?
Naoko, Midori, Reiko e Hatsumi, con Toru, protagoniste di quel “Norwegian Wood – Tokyo Blues” conosciuto come il romanzo più intimista di Haruki Murakami, che lo stesso autore ha definito “Questo è un romanzo d’amore. Penso che si tratti di una definizione obsoleta, tuttavia non mi vengono in mente parole migliori per definirlo. Impetuoso, silenzioso, triste. Un romanzo d’amore al 100%.”
Romanzo che è stato tramutato in film da Tran Anh Hung, che, a mio parere, è stato bravo a capire i silenzi e gli stati d’animo di questi protagonisti alla perenne ricerca di quella parola che possa contraddistinguere il loro desiderio. Quell’unico sentimento che fa vibrare i cuori, gli attimi. Un amore spesso obsoleto, ripetuto, ma almeno passionale e desiderato.

Personaggi molto solitari, ognuno a modo suo, riescono a scegliere il proprio partner, gli attimi da vivere perché desiderano loro, non per la compagnia di qualcuno che possa aiutare a colmare quel vuoto che la solitudine li costringe a vivere, ma perché riescono a cogliere ogni sfumatura di vita, di desiderio, di passione, di esserci in quella persona. Solitaria come loro.
A volte la scelta è data da un evento inopportuno, come la morte, ma la scelta è dettata soprattutto dal cuore, da quello che provano. È questa la vera essenza di quel sentimento chiamato amore, forse meglio scriverlo tutto maiuscolo “AMORE”: seguire e scegliere con il cuore, non per la paura del vuoto, della solitudine.
Ma, tornando alle nostre protagoniste, che genere di amore hanno ricevuto e danno loro? Cosa impedisce loro di dare tutto se stesse? Fuggono da qualcosa o qualcuno? E Toru che ruolo ha in questi loro pensieri?
Iniziamo da Naoko. Forse la più fragile delle quattro, forse quella che non riesce a scappare dai suoi fantasmi, a lasciare il passato alle spalle. Forse la più tormentata. Tormentata da cosa?
Lei, durante l’adolescenza, era la ragazza di Kizuki, il miglior amico di Toru. Quindi, da questo punto di vista, lei e Toru sono amici di vecchia data, Formano una sorta di triangolo, un triangolo inseparabile, di amici e (forse) amanti. E quando Kizuki decide di farla finita, ognuno di loro sceglie una strada diversa, finché non si ritrovano a Tokyo, in una giornata primaverile. Da lì, piombano i fantasmi di un’adolescenza repressa, che solo lui deve essere riuscito a “dimenticare”, mentre Naoko ancora non riesce a darsi pace. Perché? Si sente in colpa per la morte di Kizuki? Avrebbe potuto evitarlo? Ma, soprattutto, c’è una domanda che mi pongo leggendo e vedendo le scene che rappresentano questo suo stato d’animo: Naoko ha mai amato Kizuki? O, in segreto, amava Toru? O, forse, Toru era innamorato di Naoko e non voleva dirlo perché era la ragazza del suo migliore amico?
Domande che mi sorgono spontanee anche immaginando la scena del loro primo rapporto sessuale, al compleanno di lei e altre scene, come nelle loro passeggiate silenziose, in quelli sguardi che potrebbero dire tanto, ma non riescono a trasmetterlo a parole. Se poi lei riesce a trovare un po’ di felicità, a dimenticarsi di quel fantasma che la tormenta, perché alla fine compie quel gesto assurdo?
Toru, è logico, reagisce male… si sente morire alla notizia della fine di Naoko, che sembra decidere di voler farla finita pure lui. Ma, qualcosa lo fa desistere. Cosa? Sceglie di vivere anche per dare un senso a quello che provava per lei? Perché non crede che la morte possa risolvere ogni cosa?
Secondo me, sceglie di vivere perché la forza vitale e amorosa che porta con sé lo fa vivere oltre ogni dolore. Vuole provare e portare amore oltre tutto. Vuole farlo per lei, per lei che non è mai riuscita ad amare con tutta la passione che aveva, per lei che voleva provare a salvare da quel disagio mentale da cui non riusciva a uscire. Vuole amare per dare un senso alla vita, alla sua e a quella dei suoi amici che non sono più con lui.

Ma allora perché decide di passare una notte con Reiko, la donna che ha aiutato Naoko ad affrontare le sue paure quando era in quell’ospedale? Pensa che così facendo farebbe rivivere il ricordo di Naoko o riuscirebbe a lasciare andare il suo ricordo per vivere appieno il resto della sua vita, mandando via i suoi fantasmi passati e recenti? O forse è in Reiko questa sensazione?
Sono domande complesse a cui non sempre si riesce a trovare risposte, ma forse non si vogliono trovare. Forse si vuole solo che questa storia d’amore possa vivere come tante altre, dentro il cuore di tanti romantici o di chi ama la scrittura di Murakami. Forse solo una persona empatica può capire a fondo i sentimenti che hanno provato e hanno vissuto Naoko e Toru all’indomani della dipartita di Kizuki e quando si sono ritrovati.
Da Naoko a Midori. Due donne dai caratteri opposti, ma entrambe amate da Toru, anche se Midori mi sembra una sorta di ripiego per nascondere l’assenza di Naoko. Quali sentimenti prova in realtà Toru nei confronti di Midori? Ne è davvero innamorato? E lei?
Come leggiamo in queste righe “Midori, tu mi piaci da morire – le dissi – Te lo giuro dal profondo del cuore. Non voglio mai più stare lontano da te. Però non c’è niente da fare. Adesso io sono completamente legato.”, Toru ama tantissimo Midori ma si trova ad un bivio a causa dei sentimenti che prova per Naoko. Quindi, non è ancora pronto per fare la sua scelta e glielo spiega “Ho bisogno di tempo, – dissi. – Tempo per pensare, per fare ordine dentro di me, per capire. Mi rendo conto che non è giusto nei tuoi confronti, ma per adesso è tutto quello che posso dire.” Lei capisce e accetta, chiedendogli di farle una promessa: “Va bene, aspetterò. Ho fiducia in te, – disse. – Ma quando mi prenderai, dev’essere solo me che prendi. E quando mi stringerai, dev’essere me che pensi. Capisci che voglio dire? Per il resto puoi fare quello che vuoi, solo non farmi del male. Ho già sofferto abbastanza, finora, e adesso voglio solo essere felice.”
Queste ultime parole deducono che lei non si è mai sentita amata come ha sempre desiderato, tantomeno dalla sua famiglia, tanto da raccontare a Toru della fuga del padre in Argentina dopo la morte della madre, quando in realtà si trova ricoverato in ospedale a causa di una grave malattia. E quando lui morirà, lei avrà paura di affrontare il lutto, di vivere in quella casa da sola, così cerca ogni pretesto per stare con Toru. Cerca protezione, una spalla su cui piangere, un amico che la ascolti, che la comprenda, qualcuno che la ami. E Toru sarà in grado di darle l’amore di cui ha bisogno? Quell’amore vero che solo un uomo riesce a dare alla propria donna? Più forte di quello che ha provato per Naoko?
Non si può dire, perché non ci è dato di sapere come sia andato alla fine il loro incontro, dopo la famosa telefonata dell’ultima pagina del libro. Forse ci/mi piace immaginare che siano riusciti a incontrarsi, e ad amarsi. Ma chissà…
Di Reiko abbiamo già detto, ora tocca a Hatsumi.
Hatsumi, com’è noto, è un’amica di Toru, fidanzata con un suo compagno di studi che la tradisce ad ogni occasione. E questa è una delle cause che la portano a scegliere il suicidio anni dopo. La cicatrice che porta con sé è molto forte, così forte che le impedisce di vivere appieno la vita dopo aver lasciato questo ragazzo. Si è mai sentita davvero amata? O è stato solo un passatempo? E con lei Toru che rapporto aveva? Un semplice rapporto di amicizia, di rispetto verso la sua persona forse più di quanto abbia fatto Nagasawa, il suo storico fidanzato.
Quattro donne e la loro fragilità, la loro ricerca di amore, di un amore inconfondibile, vero e sincero. Quattro donne divere le une dalle altre, ma unite da un unico destino: l’amicizia con Toru.
L’amore che vive oltre ogni cosa. Oltre la morte, la vita, oltre l’illusione.
L’amore che stringe a se due anime fino a renderle una sola cosa. L’amore che non tramonta, che regala passione. Sofferenze.
L’amore che rende forti, che vive di silenzi e sguardi, di parole non dette. Di poesia.
Tutto questo è Norwegian Wood.
Un romanzo d’amore al 100%, che parla con il cuore ai vari lettori, che hanno trovato in queste pagine l’intimità, l’emozione di una storia d’amore, di varie storie d’amore – anche se in realtà sono due le vere storie d’amore di cui si parla: Toru e Naoko e Toru e Midori -, che non muore mai, nonostante il triste destino che lo accompagna.
“Amare eternamente, ascoltare il proprio cuore che batte, pazzo, impavido davanti a colui/colei che amiamo. Amare in silenzio, abbracciati o solo scambiandoci sguardi. Occhi fissi gli uni sugli altri, parole sussurrate come versi poetici. Notti silenziose nell’attesa di qualcosa che ci porti dentro un sogno, un tormento di visioni, di passioni. Amore, sentimento empatico, vivo. Anime innamorate sussurranti vibrazioni del cuore. Amore immenso, senza ostacoli”
Written by Daniela Schirru