Gaslighting e Blue Whale Game: il lavaggio del cervello nel social network
Siamo immensi centri di forza che irradiano costantemente energia sia positiva che negativa e tutto questo non dipende solo da noi stessi, ma anche da tutto ciò che ci circonda e ci condiziona.
Il confine tra suono e rumore è soltanto una convenzione.
La condizione peggiore in cui possiamo cadere la manipolazione mentale che può avvenire attraverso i media, i social network e spesso da persone vicine con manie di grandezza che piegano al proprio voler le persone con personalità più debole. Questi ultimi manipolatori sono più noti con il termine di “Gaslight”.
Il gaslighting è un comportamento che la persona abusante mette in atto per minare la fiducia che la vittima ripone in sé stessa, dei suoi giudizi di realtà, facendola sentire confusa fino a dubitare di stare impazzendo.
Il termine “Gaslighting” deriva dal titolo del film “Gaslight” (tradotto in italiano con “Angoscia”), del 1944 del regista americano Georg Cukor con Ingrid Bergman e Charles Boyer. In tale film il marito abbassava ed alzava le luci a gas di casa facendo poi finta di niente e riuscendo così piano piano a far dubitare la moglie delle proprie capacità mentali. Questo tipo di controllo mentale segue essenzialmente quattro fasi: il controllo del comportamento, il controllo del pensiero, il controllo delle emozioni e il controllo dell’informazione.
È difficile riconoscere questo tipo di violenza: è sottile a volte è scusata e accettata passivamente dalla stessa vittima. È una violenza gratuita e persistente, quotidiana e che ha la capacità di “annullare” la persona che ne è bersaglio. Si tratta di un lavaggio del cervello, che pone la vittima nella condizione di pensiero di “meritarsi quella punizione”. Gli eventi continueranno a crollare e il persecutore porterà la vittima a credere che non può fare niente senza di lui. La indurrà in uno stato di dipendenza psicologica tale da non distinguere più la realtà. Alla “Fine” la sofferenza ha spesso termine con la morte e l’individuo quindi, viene “Terminato”.
Oggigiorno la manipolazione ha raggiunto una nuova frontiera: il web. Nel web la manipolazione trova strada facile soprattutto attraverso i social network, qui, le emozioni, sia positive sia negative, passano efficacemente da un utente all’altro attraverso la semplice visualizzazione dei messaggi, influendo sul tono degli interventi successivi, l’opinione o l’emozione predominante, condivisa dalla maggioranza delle persone, emerge rapidamente e una volta stabilizzata difficilmente può cambiare. Può assumere sull’individuo i connotati dell’effetto farfalla:
“… Il battito delle ali di una farfalla può scatenare un tornado un tornado dall’altra parte del mondo!…”.
In quest’ottica la responsabilità morale di ogni individuo si radica sul valore che è l’uomo in quanto tale, nella falsa comprensione del senso del generare e del nascere, della salute e della malattia, del vivere e del morire, nonché degli interventi messi in atto per curare e correggere, per manipolare nell’ottica del compimento dell’umano per saccheggiare, avvilire e distruggere l’uomo dal suo interno.
In particolare i social generano comportamenti discutibili su contenuti minimi che spesso, anche se moralmente sbagliati, garantirebbero la convivenza sociale, questo farebbe scivolare, annullandola, la responsabilità etica nel relativismo, potendosi accordare su qualsiasi contenuto morale purché condiviso.
Spesso individualmente assumiamo comportamenti “sociali” che minano l’integrità psicofisica dell’individuo più debole e a volte meno socialmente accettato. In ambito sociologico si è dimostrato che nelle reti sociali si depositano valori materiali ma soprattutto valori non materiali che sono la prima causa della deriva dei valori etici e dove soprattutto il concetto di vita e morte vengono talmente sminuiti in maniera minima, perdendo il loro vero significato. Di recente si assiste all’incremento nel mondo dei suicidi, spesso da parte di adolescenti e spesso annunciato attraverso le reti sociali.
Tra suicidi veri e/o simulati si insidiamo spesso molti giochi “sociali” pericolosi, ma nel marasma generale e nella confusione totale si insinuano spesso anche notizie false, spesso riportate anche da blasonate testate giornalistiche. In quest’ultima ottica si inserisce il “Blue Whale Game”. Originariamente considerata anche da me come notizia veritiera si è poi dimostrata essere un “Fake”, ma in realtà in cosa consiste questa presunta notizia?
Una sfida alle leggi dell’etica: il “Blue Whale Game”, non aveva nulla di umanamente concepibile.
In realtà il “Blue Whale Game” sarebbe stato un presunto gioco che avrebbe portato alla morte in Russia oltre 160 adolescenti e una decina nel resto del mondo. In questo gioco i ragazzi che venivano invitati dovevano svolgere dei semplici compiti durante cinquanta giorni.
Un percorso di 50 lunghi giorni, fatto di sfide e provocazioni, fino a quella finale. Letale.
“Guardare film horror per 24 ore”, “svegliarsi ogni giorno alle 4.00 del mattino”, “non dormire per più giorni”, “incidere sul tuo braccio una balena con il coltello”, ecc.ecc., al cinquantesimo giorno ricevevano il compito definitivo: “suicidarsi e possibilmente riprendere la propria morte”.
Il gioco in pratica sarebbe stato una rivisitazione in chiave moderna del “Gaslighting”.
In ogni caso, anche se la notizia di questo gioco è risultata falsa e creata quindi a tavolino, ha comunque evidenziato, sicuramente, una possibile e futura realtà.
Il potere delle reti sociali oggi è anche questo un mondo in cui non esiste alcun filtro o controllo.
Il dolore è per il cuore come il fuoco è per l’oro, lo rende malleabile, sta a voi darne una buona o cattiva forma, sapendo che la buona forma è più difficile da costruire, ma resisterà per sempre tale anche in tempi difficili.
L’Amore Vero è Dolore e Libertà.
La violenza vera o presunta non elimina i problemi. Elimina nel caso peggiore solo le persone. Persone con problemi uguali ai vostri. Anche loro vittime dello stesso Sistema secolare di ingiustizie. Ricordate sempre dunque, navigando nella giungla del Web, o percorrendo le strade del mondo non virtuale, di diffidare di chi Vi istiga alla violenza.
Ricordatevi, sempre, di cercare la pietra occulta, che avete sepolto nelle profondità del vostro cuore.
Written by Vito Ditaranto
… a mia figlia Miriam con infinito amore…
Un pensiero su “Gaslighting e Blue Whale Game: il lavaggio del cervello nel social network”