Uomini contro il Femminicidio #2: le parole che cambiano il mondo con Salvatore Barrocu
Le parole cambiano il mondo. Attraversano spazio e tempo, sedimentandosi e divenendo cemento sterile o campo arato e fertile. Per dare loro il massimo della potenza espressiva e comunicativa, ho scelto di contattare, per una serie di interviste, vari Uomini che si sono distinte nella lotta contro la discriminazione e la violenza di genere e nella promozione della parità fra i sessi.
Ho chiesto loro, semplicemente, di commentare poche parole, che qui seguono, nel modo in cui, liberamente, ritenevano opportuno farlo.
A continuare la rubrica “contro il femminicidio”, iniziata nel 2016 con “Donne contro il Femminicidio“, gli Uomini.
Ho dunque invitato, con immenso piacere, Salvatore Barrocu, nato a Tula, in provincia di Sassari, dove è tornato a vivere dopo una vita vissuta tra Svizzera, Cassolnovo (PV) e Torino. Dopo lunghi anni di studi storici e ricerche archeologiche, lasciato il lavoro sul campo, si dedica alla sua passione di una vita: la scrittura.
Femmina
Provo un certo disagio a parlare delle donne definendole “femmine”. Sono un Umanista, cioè ritengo che l’essere umano, anche se diviso in generi, sia uno, l’homo sapiens sapiens. Tutto quello che, a livello di trattamento e di diritto, crea barriere, penso che vada superato, anche linguisticamente.
Se poi parliamo di genetica e fisiologia, allora è un altro discorso. Certo uomo e donna sono diversi e complementari, ma sono, appunto, uomini e donne, non solo maschi e femmine, colle loro differenze fisiche, certo, ma con l’intelligenza, i sentimenti, i sogni, le speranze che rendono l’umanità unica, anche se divisa in due generi, su questo piccolo pianeta.
Femminismo
Ogni movimento che nasce per combattere una discriminazione è degno di attenzione. Se poi si estremizza fino ad abbracciare qualsiasi battaglia, anche la più marginale, serva a distinguere, a creare differenze invece che a levarle, a puntualizzare la diversità, invece che a cancellarla, allora è un movimento che ha fallito.
Non ho, nella mia mente, nessun preconcetto che mi guidi a giudicare un essere umano inferiore o diverso da un altro e quando c’è un gruppo di persone che cerca di impormi la propria differenza, che pretende leggi di genere, di categoria, di professione, mi sento molto a disagio. Sono per l’assoluta eguaglianza tra esseri umani.
Naturalmente alcune parti della società umana sono più deboli di altre. Donne, bambini, anziani, disabili, malati diventano, allora, in un momento di grande crisi come quello che viviamo, un bersaglio privilegiato per chi ritiene di avere forza e decisione per usarla.
Millenni di educazione monoteistica poi hanno educato metà degli esseri umani che la donna è inferiore, che deve servire l’uomo, esserle sottomessa, dando basi “filosofiche”, anche inconsce, a chi si sente autorizzato ad usare ogni mezzo per affermare il diritto di proprietà sulla moglie, fidanzata o solo sulla donna che ti piace ma ti rifiuta.
Certo il rimedio non è fare leggi “recinto” che marchino ancora di più la debolezza, la differenza di qualcuno su qualcun altro. Le risposte devono essere due, secondo me, Una legge, come quella USA che tratta i reati contro le donne, invalidi, categorie deboli, razzistici ed in genere di chi si ritiene superiore contro chi ritiene inferiore, sotto la legge “Crimini di Odio” che sanziona in modo severo (e giusto) i reati contro tutte le categorie oppresse. L’altra risposta è l’Educazione.
Educazione sentimentale
Parlare di Educazione, in Italia, sembra una barzelletta. Non si insegna Educazione Civica nelle scuole, Educazione Stradale è diventata un mistero, le famiglie, in maggioranza insegnano solo educazione televisiva, ai figli.
Eppure ogni forma di convivenza è subordinata a una forma di educazione. Così le società hanno regole, la circolazione stradale ha regole, ogni attività collettiva ha regole. Ma queste regole vanno insegnate, partendo dalla regola di base, quella che norma le interazioni tra due persone.
La mia regola generale è il Galateo, che ridotto in poche parole è “non dare fastidio al prossimo”. In quanto all’Educazione sentimentale, cosa di cui noi maschi della specie difettiamo, in genere, non esiste scuola che possa insegnarla. È un compito della famiglia, aiutata dalla comunità, che deve sanzionare, rifiutare, correggere, i comportamenti devianti.
Abbiamo molta strada da fare, ma insegnare alle nuove generazioni il Galateo, l’educazione civica e al rispetto della sensibilità del prossimo sarebbe un buon inizio per mantenere intatte le meravigliose differenze che ci sono tra uomo e donna e tra ogni appartenente al genere umano per poterle apprezzare appieno.
Written by Emma Fenu
Info
Uomini contro il Femminicidio #1
Donne contro il Femminicidio #1
Donne contro il Femminicidio #2
Donne contro il Femminicidio #3
Il femminile
Devi pensare un uragano.
Non credere che sia facile
come alla foglia al vento
ovunque muoversi e cadere
scivolando giù
dai picchi immobili.
Risalgono
dagli avvalli dolci
trasecolano nei cunicoli dove restano
nel loro accumulo odori
e dove suoni, e dove raggi…
devi pensare un uragano
che le smuova a poco a poco
fino al crollo
per vederle giù da scale
precipitarsi
correre strade cieche
saltare ostacoli
battere alla porta
più volte per più giorni
facendo mattina
sempre lì feroce
mente pallida
una carezza
a chiedere
o ad offrire i polsi.
Ci vuole un mare che le raccolga
e le culli naufraghe
fin oltre la raggiunta sicurezza.
Roma, 14 marzo 2004.
Da D. Alvino, THAUMA DONNA DOMINA DOMUS PRIMA, Loffredo Editore, Napoli 2014, p. 36