“Sono cose da grandi” di Simona Sparaco: la toccante lettera di una madre vittima delle paure dei nostri tempi
“La scatola può dare un senso alla tua vita, a prescindere da ciò che deciderai di metterci dentro. Persino i cattivi delle fiabe, o quelli dell’Isis, che hai sentito nominare dai bambini più grandi, ne possiedono una, sai? È una scatola potente, ma il suo contenuto non riguarda quello che può accadere in questo spazio e in questo tempo. Il pericolo – con quel tipo di scatole a chiusura ermetica – è che chi la possiede è interessato solo a ciò che crede accadrà dopo la vita. Tuo padre ti ha parlato del paradiso e a modo suo ha provato a spiegartelo, ricordi? Ecco: ci sono persone che quel paradiso sono dispose a trasformare la vita in un’attesa piena di odio e di sofferenza.”
Tutto è cominciato di fronte a quel televisore acceso.
Il telegiornale parlava del terribile attentato di Nizza e lei vide la paura negli occhi del figlio.
Era la prima volta che notava un simile sentimento in quel bambino sempre così attento a tutto, dotato di quella sensibilità propria dei bambini piccoli, con la loro curiosità e voglia di conoscere.
Ed è proprio in quel momento che Simona Sparaco decide di mettersi a scrivere, incoraggiata dalla sua caratteristica sensibilità che la rende unica nel panorama letterario italiano contemporaneo.
Scrive una lunga lettera al suo Diego, pagine che lui possa leggere quando sarà più grande e in grado di comprendere meglio ciò che accade oggi ed è accaduto in passato.
Nasce così “Sono cose da grandi” (Einaudi, 2017), un libro attuale e ricco perciò di tutti i timori di chi assiste da spettatore impotente ai terribili fatti intrisi di violenza
Simona Sparaco è una madre che adora il proprio figlio ancora piccolo ma che non dimentica che, volente o nolente, lui crescerà e ciò che di meglio si può fare per esso è aiutarlo a scoprire la vita in tutti i suoi aspetti.
Non è sufficiente raccontargli fiabe e favole a lieto fine ma renderlo consapevole del ruolo dei cattivi, sempre presenti e talvolta pronti a proporre esempi di violenza gratuita.
Le parole della madre aiuteranno Diego a scoprire come la paura fin da piccolo lo avrà portato ad essere cauto e a capire alcuni aspetti dell’esistenza.
Una lettera al proprio figlio ma anche alle madri in generale e a tutti coloro i quali cercano una risposta a ciò che vediamo accadere sotto i nostri occhi, fatti che aumentano la nostra paura ma anche la voglia di non darla vinta a chi vorrebbe costringerci a rallentare o addirittura a immobilizzarci.
Parole semplici, dolci, toccanti e allo stesso tempo forti e dolorose.
Le parole di una donna che parla spinta dalla propria esperienza e dalla necessità di mettersi continuamente in gioco alla scoperta di nuove sensazioni, per quante spaventose possano rivelarsi, una donna sensibile che volge il proprio sguardo verso il futuro tentando di conservare ogni attimo del presente ed ogni sorriso e gesto di quel suo piccolo e prezioso compagno di vita.
Written by Rebecca Mais